Agricoltura

La Slovacchia distrugge il grano ucraino: è così inquinato che non si utilizza nemmeno per gli animali. E in Italia?

Condividi
  • Sul grano inquinato che arriva dall’Ucraina abbiamo posto alcune domande a Mario Pagliaro, che nella vita fa il chimico presso il Cnr 

Già a Gennaio di quest’anno segnalavamo i dubbi sulla salubrità del grano ucraino. Possibile che in Italia nessuno si ponga il problema?

Da oltre quattro mesi manifestiamo dubbi sulla salubrità del grano che arriva in Italia dall’Ucraina. Ci riferiamo non soltanto al grano duro, che viene utilizzato per la produzione della pasta ma anche al grano tenero che viene utilizzato nell’industria dolciaria e – soprattutto nel Centro Nord Italia – per la preparazione del pane. Lo scorso 8 Gennaio abbiamo ripreso un articolo dal blog DURO DI SICILIA, dove senza tanti giri di parole si diceva come stavano le cose: “In Europa è arrivato e continua ad arrivare grano duro ucraino di pessima qualità. Buon appetito…“. Molti Paesi europei hanno chiuso alle importazioni di grano ucraino, anche in ragione della scadente qualità del grano che arriva da un paese inquinato da un anno e quattro mesi di guerra. Su tale argomento siamo tornati a sentire Mario Pagliaro, che nella vita fa il chimico presso il Cnr per avere una panoramica allargata su una situazione che continua ad essere precedenti.

Pagliaro, molti lettori ci chiedono notizie sul tipo di inquinamento presente nei prodotti agricoli di un Paese – l’Ucraina – dove è in corso una guerra da oltre un anno. Ci sono lettori che dicono: “Le zone dove si esercita l’agricoltura sono lontane dalle aree di guerra”. Noi, in verità, sappiamo che esiste il cosiddetto ‘effetto deriva”.

“Sappiamo che cinque Paesi europei, Polonia, Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia (https://www.eunews.it/2023/05/12/importazioni-grano-ucraino-lettera-ue/), pochi giorni fa hanno vietato le importazioni di grano e altri prodotti alimentari dall’ex Repubblica sovietica. Il ministero dell’Agricoltura slovacco, in una conferenza stampa a Bratislava, ha giustificato la scelta sulla base del fatto che l’autorità per la salute degli animali e la sicurezza alimentare ha rilevato nel campione un prodotto fitosanitario vietato nell’Unione europea durante i controlli su un carico di grano importato dalla ex Repubblica sovietica (https://civilek.info/it/2023/04/15/l-39-ue-sta-avvelenando-i-suoi-cittadini-con-il-grano-ucraino/). Dai risultati delle analisi, in Slovacchia il grano non può essere destinato nemmeno all’alimentazione animale. Deve quindi essere distrutto”.

Esistono controlli per verificare la presenza di eventuali contaminanti? E chi dovrebbe effettuarli?

“Se si riferisce all’Italia, esistono i controlli doganali. Le dogane dello Stato dispongono di laboratori chimici molto avanzati e di decine di chimici fra i cui compiti ci sono i controlli sui prodotti alimentari importati in Italia. I sequestri sono molto frequenti. Ad esempio, a Livorno nel Giugno dello scorso anno è stato sequestrato grano proveniente dall’Etiopia (https://www.efanews.eu/item/25366-dogane-sequestrato-carico-di-grano-contaminato-dall-etiopia.html)”.

La situazione potrebbe peggiorare, perché l’Ucraina è ancora piana di cereali dello scorso anno da esportare. Ed è in arrivo la produzione di quest’anno 

La situazione è estremamente preoccupante, perché tanto grano ucraino è arrivato in altri Paesi europei, che non si sono posti e non si pongono il problema della salubrità del grano che arriva dall’Ucraina. Anche in Italia è arrivato tanto grano ucraino, ma non ci sembra che il Governo nazionale di Giorgia Meloni sia particolarmente preoccupato. A differenza di quanto avviene in Slovacchia, dove – come ci racconta Pagliaro – il grano ucraino viene distrutto perché ritenuto insalubre anche per gli animali – in Italia non ci risulta che siano stati manifestati problemi. E la situazione rischia di aggravarsi. Di fatto, il corridoio umanitario nel Mar Nero è bloccato. La Russia, per far transitare il grano, il mais e gli altri prodotti agricoli via mare chiede il rientro nel sistema interbancario Swift. Ma dubitiamo che questo possa avvenire. Non solo. I russi hanno accettato di far passare le navi ucraina cariche di prodotti agricoli dal Mar Nero a patto che l’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite che ha voluto il corridoio umanitario, garantisse il passaggio delle merci russe. ma fino ad ora l’ONU non è stato in grano di garantire gli interessi della Russia. Così, da giorni, tante navi ucraine sono bloccate. Che significa questo? Che l’Ucraina, non potendo esportare via mare i propri prodotti agricoli, li esporterà via terra. Come ha ricordato Pagliaro, Polonia, Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia non accettano più grano e altri prodotti agricoli dell’Ucraina. Ma li fanno passare per farli arrivare in altri Paesi europei che non si pongono il problema della salubrità di questi prodotti. Non è una situazione da prendere sottogamba, perché da quello che si legge, in Ucraina ci sarebbero ancora 25 milioni di tonnellate di cereali da commercializzare. Sono cereali dello scorso anno. Ai quali si deve sommare la produzione di cereali quest’anno. Ce n’è abbastanza per finire di distruggere gli agricoltori italiani che producono grano: che poi, in maggioranza, sono i produttori di grano duro del Sud Italia e della Sicilia e i produttori di grano tenero del Nord Italia. Per concludere va ribadito che non c’è solo un problema di tutela del reddito degli agricoltori italiani che producono grano: c’è anche un problema legato alla salubrità del grano che arriva dall’Ucraina. Ed è molto singolare che il Governo italiano non sia ancora intervenuto per fare chiarezza su questo punto.    
Pubblicato da