Pupo: “Non sono andato in Russia perché mi hanno minacciato”

13 maggio 2023
  • Il noto artista ha detto che non ha partecipato da giurato al Festival Road to Yalta di Mosca “per tutelare la mia famiglia, i miei amici, i miei collaboratori, le persone che vivono accanto a me”
  • Non sono state minacce fisiche: “Chi mi ha pescato voleva minacciare il mio lavoro”

Il noto artista ha detto che non ha partecipato da giurato al Festival Road to Yalta di Mosca “per tutelare la mia famiglia, i miei amici, i miei collaboratori, le persone che vivono accanto a me”

“Non sono andato a Mosca per tutelare la mia famiglia, i miei amici, i miei collaboratori, le persone che vivono accanto a me e che della mia attività fanno un punto di riferimento per mantenere le loro famiglie, di una famiglia molto allargata che si ama e che io amo”. Così Enzo Ginazzi, conosciuto come Pupo, ha motivato la sua rinuncia al al ruolo di giurato al Festival Road to Yalta di Mosca, una sorta di festival di Sanremo russo. Ecco la sua versione dei fatti pubblicata da Dagospia che noi riprendiamo da fanpage.it MUSIC: “Ho promesso che avrei dato una spiegazione alla rinuncia di partire per Mosca e di partecipare al Festival della canzone patriottica intitolato road to Yalta, e non pensavo che la mia partecipazione pacifica, proprio orientata verso una cooperazione ed un intento di pace perché le mie canzoni sono, direi, innocue. Le mie canzoni hanno solo portato, dalla fine degli anni ’70 fino ad oggi, in quei Paesi, solo un messaggio di serenità e di pace… “Non sono andato a Mosca per tutelare la mia famiglia, i miei amici, i miei collaboratori, le persone che vivono accanto a me e che della mia attività fanno un punto di riferimento per mantenere le loro famiglie, di una famiglia molto allargata che si ama e che io amo”.

 

Non sono state minacce fisiche: “Chi mi ha pescato voleva minacciare il mio lavoro”

Il quotidiano LA NAZIONE pubblica il contenuto di una chiacchierata telefonica: “Ho ricevuto minacce reali di persone che si sono insinuiate non so come nella mia privacy e mi hanno fatto riflettere sul da farsi». Minacce fisiche? “No – risponde Pupo – a quelle sono abituato: in genere arrivano dai social, poi se vai fino in fondo sono sciocchi. Ma stavolta chi mi ha pescato voleva minacciare il mio lavoro». Ed è il cuore della sua vita, non solo per se stesso. «Personalmente potrei permettermi anche una pausa. Ma con me c’è una squadra importante: famiglia, amici, tanti collaboratori. Non posso permettermi un passo del genere: vivono accanto a me e della mia attività fanno un punto di riferimento per mantenere a loro volta le famiglie… Non farò nomi, sia chiaro: è il frutto di un sistema, in apparenza una democrazia, in realtà non puoi dire quello che pensi o ne paghi le conseguenze… A convincermi sono stati proprio gli organizzatori del festival. Gli ho raccontato tutto, sono stati i primi a dire: «No, Enzo non devi mettere a rischio la tua incolumità fisica e professionale ma soprattutto quella di chi vive del tuo lavoro”. Sul merito della guerra in Ucraina Pupo risponde sul sito: “E’ un conflitto tra parenti, che noi non possiamo giudicare con la superficialità di chi divide un aggredito dall’aggressore o il mondo tra buoni e cattivi… Spero che presto torni la pace, voglio tornare a cantare in Russia, in Ucraina, ovunque. Come ho sempre fatto negli anni, da entrambe le parti, quando c’era la pace, quando i due popoli erano fratelli e quando non era iniziata questa faida familiare”.

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano 

 

 

 

 

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