La vice presidente USA Kamala Harris vola in Zambia per accorgersi che lì la Cina è popolare e ben vista

10 maggio 2023
  • L’ironia di Li Jingjing, giornalista di China Media Group
  • Gli Stati Uniti stanno cominciando a prendere atto che in Africa la Cina è vincente

L’ironia di Li Jingjing, giornalista di China Media Group

Su un canale Telegram leggiamo una dichiarazione di Li Jingjing, giornalista di China Media Group: “Il vicepresidente degli Stati Uniti si è recato in Zambia, è atterrato in un aeroporto costruito dalla Cina, si è spostato su una strada costruita dalla Cina, ha parlato in una sede che è un regalo della Cina allo Zambia e ha detto al popolo zambiano di non lavorare con la Cina”. Il vice presidente degli Stati Uniti d’America, per la cronaca, è Kamala Harris. Della visita della Harris in Africa ha scritto nei giorni scorsi NIGRIZIA, la rivista italiana mensile dei missionari comboniani dedicata al Continente africano e agli africani nel mondo. Il sommario dell’articolo è già indicativo: “Pioggia di dollari sulle assetate democrazie africane. Le annunciate ‘nuove relazioni paritetiche di sviluppo’ Usa-Africa ricalcano vecchi schemi di stampo per lo più assistenzialista. Con una rinnovata spinta nel cosiddetto soft-power e nel commercio, nell’ottica del contrasto a Cina e Russia”. L’articolo riporta una dichiarazione di Fred Mmembe, presidente del partito socialista dello Zambia, che sintetizza senza mezze parole il sentimento (e il pensiero) di molti africani rispetto all’avvicinamento degli Stati Uniti all’Africa: “Non sono la democrazia e i diritti umani che gli Usa stanno perseguendo in Africa. Quello che stanno perseguendo sono i loro interessi geopolitici, i propri interessi economici. Non è per noi, è per loro che lo fanno”.

 

Gli Stati Uniti stanno cominciando a prendere atto che in Africa la Cina è vincente

L’articolo di NIGRIZIA si sofferma anche sulla visita della vice presidente USA in Zambia, Paese nel quale la Harris aveva vissuto per un po’ con il nonno. La vice presidente “è stata accolta dal presidente Hakainde Hichilema, che proprio in questi giorni ha ospitato il Summit sulla democrazia, presenti anche gli Stati Uniti. Un argomento, quello della democrazia, molto delicato non solo in Africa, dove le elezioni non sono un’assicurazione per governi veramente democratici, ma per gli stessi Usa che in nome di questo concetto hanno contribuito o alimentato lo sfascio di governi e popolazioni. E per tornare alla Cina, è in un aeroporto costruito da imprese e con soldi cinesi che l’Air Force 2 è atterrato e sono strade costruite dai cinesi quelle su cui ha viaggiato la delegazione statunitense. Come ha affermato Edem Selormey, ricercatrice presso il Ghana Center for Democratic Development: «L’influenza della Cina in Africa è ampiamente considerata positiva». La differenza tra Usa e Cina spesso riguarda «ciò che i cittadini vedono sul campo», come i progetti infrastrutturali, e «gli Stati Uniti mancano da questo contesto da un po’»”. Piaccia o no, i cinesi sono andati in Africa per interessi geopolitici, ma hanno dato e continuano a dare molto a questo Continente, a differenza degli Occidentali che lo hanno solo derubato e strumentalizzato.

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