Elly Schlein posa per Vogue? Ha fatto benissimo perché deve difendere il proprio elettorato borghese benestante/ MATTINALE 906

1 maggio 2023
  • Sbagliata l’ironia sulla segretaria del PD perché si è fatta ritrarre per Vogue. Il PD non è più un partito di sinistra ma discende direttamente dall’idea di Veltroni che sognava Obama, ovvero l’americanizzazione dell’ex Pci. Ciò non significa che Elly Schlein non debba utilizzare il palcoscenico dell’1 Maggio Festa del lavoro 
  • Democratici americani, pandemia e vaccini anti-Covid
  • Il doppio gioco della Germania 
  • Per il PD antimafia e antimafioserie varie sono comunque un mezzo per provare a tenersi gli elettori di sinistra che, comunque, non hanno valide alternative e sono in massima parte attempati e poco disponibili a cambiare 

Sbagliata l’ironia sulla segretaria del PD perché si è fatta ritrarre per Vogue. Il PD non è più un partito di sinistra ma discende direttamente dall’idea di Veltroni che sognava Obama, ovvero l’americanizzazione dell’ex Pci. Ciò non significa che Elly Schlein non debba utilizzare il palcoscenico dell’1 Maggio Festa del lavoro 

Va in queste ore sulla rete un fotomontaggio dove, sullo sfondo del celebre quadro Il quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, capeggia la figura della segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein, immortalata in una fotografia di Vogue. C’è, in questa associazione, l’idea di ironizzare sulla sinistra post comunista italiana – così viene ancora ‘letto’ il PD – che si fa rappresentare da una donna che posa per Vogue, il mensile della moda per antonomasia, un periodico americano che non può certo essere definito di sinistra. In realtà, in questa ricostruzione, ciò che manca è proprio l’argomento che dovrebbe sostenere l’ironia. L’errore è alla fonte, perché il Partito Democratico, sin dalla sua fondazione, ha avuto, al massimo, qualche radice di sinistra post comunista che è stata ben presto eliminata. Chi ha un po’ di memoria ricorderà che Walter Veltroni – che può essere considerato tra i padri fondatori del PD – aveva come punto di riferimento forte Barack Obama che di lì a poco sarebbe diventato presidente degli Stati Uniti d’America. Veltroni e quelli che la pensavano come lui – che non erano pochi nel 2008 – presero una grandissima cantonata. Non avevano capito che così come i Socialisti europei e un po’ tutta l’Unione europea erano diventati i servi sciocchi dell’ultra-liberismo globalismo, Obama era praticamente la stessa cosa, con in più il sostegno alla grande industria delle armi americana che aveva un disperato bisogno di guerre: industria delle armi che aveva sostenuto il candidato del Partito Democratico alla Casa Bianca in cambio di nuove guerre per potere piazzare armi. E Obama li accontentò: dopo aver ‘incassato’ un grottesco Premio Nobel per la Pace (da parte dei Socialdemocratici svedesi che, dopo l’assassinio di Olof Palme, si sono piano piano trasformati in europeisti-globalisti, tanto che oggi si sono fatti schifare dagli elettori che gli hanno preferito i conservatori), l’allora presidente degli Stati Uniti d’America ha riempito il mondo di guerre, facendo fare affari d’oro alle multinazionali delle armi e, in generale, a tutte le multinazionali.

 

Democratici americani, pandemia e vaccini anti-Covid

Non stiamo dicendo chissà quali novità se ricordiamo che, con Obama, il Partito Democratico americano ha subito una trasformazione ‘genetica’, abbandonando l’anima popolare per abbracciare le ragioni delle multinazionali. Nel 2016, candidando Hillary Clinton, i Democratici pensavano che il denaro delle multinazionali avrebbe fatto la differenza con il Repubblicano Donald Trump. Erano così sicuri di vincere, i Dem – complice anche un’informazione corrotta che, proprio da allora, ha trasformato i sondaggi elettorali in tentativi spesso maldestri di condizionamento del voto – che non hanno pensato minimamente a ‘taroccare’ le elezioni presidenziali, cosa che avrebbero potuto fare già allora. In effetti, la candidata Dem Hillary Clinton prese più voti di Trump; ma Trump vinse negli Stati che eleggevano più grandi elettori e, a sorpresa, vinse le elezioni. Quattro anni dopo, nel Dicembre 2020, Trump prese addirittura una barca di voti in più rispetto al 2016 (cosa mai verificatasi nella storia delle elezioni degli Stati Uniti d’America), ma i Dem hanno ‘taroccato’ le elezioni con il grande imbroglio dei voti ‘postali’ con la connivenza di tutte le autorità americane. La Cina, nel 2020, aveva iniziato – anche con i BRICS – la sua strategia di attacco all’area del dollaro, alla quale gli americani hanno risposto con la pandemia: strumento con il quale hanno, contemporaneamente, criminalizzato la Cina come responsabile della stessa pandemia e dato alle multinazionali farmaceutiche il destro per guadagnare montagne di soldi con i ‘vaccini anti-Covid che non vaccinano ma imposti con la forza come ‘vaccini sicuri’.

 

Il doppio gioco della Germania 

Siamo così arrivati ai nostri giorni. Appena tornati alla Casa Bianca con Joe Biden i Democratici hanno venduto oltre 700 milioni di dollari di armi ad Israele per ricompensare gli ‘amici’ produttori di armi che li avevano sostenuti; hanno scatenato il caos abbandonando l’Afghanistan; e, soprattutto, hanno aperto il conflitto in Ucraina per frenare l’azione del BRICS, l’Associazione di Paesi (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) che stava per varare una divisa unica alternativa al dollaro statunitense. Tutt’e tre operazioni riuscite. Anche se la guerra in Ucraina ha sortito due effetti che gli americani non hanno calcolato bene: la netta prevalenza militare russa e la reazione cinese che, tra ‘agguati’ alle Borse e alle banche occidentali e continui quanto imprevedibili acquisti e vendite sui mercati mondiali di materie prime e prodotti agricoli, ha scatenato un’inflazione della quale l’Occidente, Stati Uniti in testa, non riesce a venire a capo. Ed è anche logico: USA e Unione europea combattono l’inflazione con strumenti monetari, aumentando i tassi d’interesse; ma siccome l’inflazione non è solo monetaria, ecco che si riduce di poco, o non si riduce affatto. Bene o male, grazie a un’informazione economica asservita, americani ed europei mettono in giro notizie inventate di sana pianta, se non tragicomiche: come l’inflazione nell’area Ue, che sarebbe inferiore al 10%, ben sapendo che considerando i beni alimentari e l’energia, l’inflazione, nell’Unione europea, non può essere inferiore al 20%. Forse l’unico Paese europeo che avverte meno la crisi è la Germania, che fa il doppio gioco: dice di essere schierata con gli americani ma, in realtà, tramite il Partito Socialdemocratico tedesco, è legata a Putin e alla Cina, con gli americani che non possono intervenire perché spaccherebbero un’Unione europea che è pur sempre alleata.

 

Per il PD antimafia e antimafioserie varie sono comunque un mezzo per provare a tenersi gli elettori di sinistra che, comunque, non hanno valide alternative e nsono in massima parte attempati e poco disponibili a cambiare 

Direte: che c’entra il PD della Schlein? Invece il punto è proprio questo: la nuova segretaria del PD non ha nulla a che dividere con la sinistra: al contrario, la sua segreteria è piena espressione di un partito che, già con Matteo Renzi e poi con Enrico Letta, era schierato con l’Unione europea. Oggi la situazione è più complicata perché gli USA, con l’esplosione della guerra in Ucraina, hanno richiamato all’ordine la Ue, che è tornata ad essere quello che è sempre stata: il ‘tappetino’ degli Stati Uniti d’America. Il doppiogiochismo tedesco non fa testo, perché l’Europa dell’Est – in testa la Polonia – e i Paesi del Nord Europa guardano con terrore a un’eventuale vittoria della Russia. La Finlandia ha abbandonato la politica della ‘finlandizzazione’ per entrare addirittura nella NATO! Il tentativo di Macron di dissociarsi dagli USA sta fallendo, perché le società di rating hanno già declassato la Francia e si sussurra che le solite ‘manine’ potrebbero sostenere le rivolte popolari francesi contro la riforma delle pensioni che non si sono sopite. E’ in questo scenario che si inserisce il PD della Schelin, che deve difendere l’elettorato che gli resta, fatto per lo più dalla borghesia benestante poco interessata ai diritti sociali e molto interessata ai diritti civili. Per questo elettorato il passaggio sulla rivista Vogue va benissimo. Certo, ci sono anche le sceneggiate: la Resistenza, la lotta al fascismo (che, per inciso, non c’è), il ricordo di Pio la Torre (ieri), la festa del lavoro a Porta della della Ginestra (oggi). Ma questa è tutta ‘coreografia’ per tenere i voti dei nostalgici del vecchio Pci, ovvero disperati che non sanno cosa votare; e, soprattutto, per provare a tenersi i pensionati della Cgil – che ormai sono la stragrande maggioranza di iscritti a questo sindacato che diventa di ‘sinistra’ se al Governo c’è il centrodestra e se ‘adegua’ e abbraccia & bacia se al governo c’è il PD. La Schlein, tra un vestito ultima moda e una gita a Portella della Ginestra – e magari con una tazza di caffè nazionalpopolare – sta cercando di tenersi stretto quello che rimane del PD, ben sapendo che l’elettorato della ex Margherita con le politiche ‘sessuali’ tra doppie e triple famiglie è perplesso e, forse, è già in fuga verso altre mete.

Foto tratta da Il Riformista           

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