La speculazione sul grano duro (prezzi bassi) e sulla pasta (prezzi elevati) colpisce cittadini e agricoltori del Sud e della Sicilia/ MATTINALE 899

24 aprile 2023
  • Alcune considerazioni sul grano duro di Sud Italia e Sicilia alla luce di due post di Foodiverso
  • “Siamo in buona mani, non c’è che dire…”
  • Se il prezzo del grano duro scende e la pasta si produce con il grano duro anche il prezzo della pasta dovrebbe scendere, Invece aumenta!
  • La speculazione su grano duro e pasta è l’ennesima dimostrazione che in Italia centrodestra e centrosinistra lavorano per penalizzare i cittadini del Sud e della Sicilia. Fino a quando ci cittadini del Sud e della Sicilia non lo capiranno saranno sempre fregati 
  • Che qualità di pasta industriale è presente oggi in Italia? Servono i controlli sui pacchi di pasta, perché né il grano duro canadese, né il grano duro ucraino – oggi presenti in Italia – danno grandi garanzie di qualità 

Alcune considerazioni sul grano duro di Sud Italia e Sicilia alla luce di due post di Foodiverso

Due post sulla pagina Facebook di Foodiverso su grano duro e pasta stimolano alcune riflessioni che riguardano, in generale, tutti i consumatori e, in particolare, i cittadini meridionali e i siciliani che sono grandi consumatori di pasta. Infatti, se in Italia il consumo pro capite di pasta si aggira intorno ai 23 kg all’anno, nel Sud e in Sicilia il consumo di pasta pro capite è molto più elevato, aggirandosi tra i 35 e i 40 kg all’anno. Questo dato fa la differenza sia sotto il profilo della qualità, sia sotto il profilo economico. Leggiamo adesso i due post di Foodiverso:

 

“Siamo in buona mani, non c’è che dire…”. Le manovra sui pacchi di pasta che pesano di meno 

“FACCE di BRONZO, RISVEGLI IMPROVVISI e GLIFOSATE nel PIATTO”: questo il titolo del primo post dove si riprende una dichiarazione della Coldiretti: “L’industria confessa di pagare il #grano italiano il 10% in meno rispetto a quello straniero che spesso proviene da Paesi come il Canada dove viene coltivato usando il #glifosate (o glifosato ndr) nella fase di preraccolta secondo modalità vietate in Italia”. Il primo post riprende anche una dichiarazione di Riccardo Felicetti, il presidente del pastai italiani: “Nonostante tutto la #pasta continua a restare un alimento accessibile, perché con mezzo chilo di pasta e pochi altri ingredienti (legumi e un filo d’olio), si riesce a preparare un pasto bilanciato per una famiglia di 5 persone, con meno di due euro”. Per Foodiverso così si giustifica ciò che è “ingiustificabile. Ovvero: il prezzo del grano duro italiano giù del 40%, il prezzo della pasta su del 18%, nello stesso periodo. Siamo in buone mani, non c’è che dire…”. Andiamo al secondo post: “I 400 GRAMMI. Il prezzo della #pasta sale (anche se quello del grano scende)? Ecco la soluzione geniale che hanno cominciato ad adottare alcuni grandi produttori: ridurre il peso delle confezioni mantenendo un prezzo simile. Si chiama #shrinkflation. Per la pasta 400 gr anziché i canonici 500. State attenti (qualsiasi marca di pasta vogliate comprare)”. Nel secondo post Foodiverso allega la foto che vedete a destra: un pacco di pasta da 400 grammi.

 

Se il prezzo del grano duro scende e la pasta si produce con il grano duro anche il prezzo della pasta dovrebbe scendere, Invece aumenta!

La questione pasta va affrontata da due punti di vista: economico e di qualità. Cominciamo con la questione economica. In Italia, a noma di legge, la pasta si deve produrre con il grano duro (a differenza di altri Paesi del mondo dove negli ultimi tempi ne succedono di tutti i colori… compreso l’uso di grano tenero per produrre pasta). Il grano duro italiano, per l’80% e forse più, si produce nel Mezzogiorno. Le due Regioni italiane dove si produce più grano duro sono Puglia e Sicilia. Ora assistiamo a qualcosa di economicamente illogico: il prezzo del grano duro italiano che va giù e il prezzo della pasta che aumenta. Il nostro amico Mario Pagliaro, chimico del Cnr e grande esperto di agricoltura, ci invita a leggere un articolo che riprende una dichiarazione di Assoutenti dove si legge che in Italia il prezzo della pasta è in vertiginoso aumento. Il prezzo di un kg di pasta ”viaggia’ oltre i 2 euro e solo in 12 province italiane il prezzo scende sotto i 2 euro. Segnaliamo alcune stranezze. Se il prezzo del grano duro è sceso del 40% (in Puglia il prezzo, in un anno, è passato da 60 euro al quintale a 40 euro al quintale e si teme che possa scendere ancora, mentre in Sicilia, dove storicamente la speculazione al ribasso del prezzo del grano è più forte che nel resto d’Italia e non c’è nemmeno bisogno di chiedersi il perché… il prezzo del grano duro e passato, in un anno, da 45-48 euro al quintale a 30 euro e forse meno al quintale) il prezzo della pasta, in termini di logica economica, dovrebbe scendere. Invece, come abbiamo visto, il prezzo della pasta è aumentato! Di questo, in un Paese serio, bisognerebbe chiedere conto e ragione al Governo nazionale. Ma l’Italia è quella che è e nessuno pone questo problema al Governo romano.

 

La speculazione su grano duro e pasta è l’ennesima dimostrazione che in Italia centrodestra e centrosinistra lavorano per penalizzare i cittadini del Sud e della Sicilia. Fino a quando i cittadini del Sud e della Sicilia non lo capiranno saranno sempre fregati 

Questo – la speculazione al ribasso del prezzo del grano duro – avveniva ordinariamente quando al Governo c’era il centrosinistra con in testa il PD; e sta avvenendo oggi con il centrodestra al Governo, con in testa il Partito di Fratelli d’Italia, che controlla la presidenza del Consiglio con Giorgia Meloni e il Ministero delle Politiche agricole con Francesco Lollobrigida. Ennesima dimostrazione che i meridionali e i siciliani non sono rappresentati e difesi dalla politica: non sono rappresentati e difesi dal centrosinistra e non sono rappresentati e difesi dall’attuale centrodestra. Questa volgare e doppia speculazione su grano duro e pasta colpisce soprattutto i meridionali e i siciliani dove, come abbiamo già accennato, il consumo di pasta pro capite annuo è quasi doppio rispetto al Nord Italia. Rimangono fregati i consumatori meridionali e siciliani, che acquistano la pasta industriale a prezzi esorbitanti: e siccome ne consumano di più vengono fortemente penalizzati; e rimangono fregati anche gli agricoltori del Sud e della Sicilia che producono grano duro che sono costretti a venderlo ad un prezzo basso rispetto all’aumento spaventoso dei costi di produzione provocato dalla guerra in Ucraina e, in generale, dall’andamento dei mercati agricoli internazionali. I 20 milioni di meridionali e siciliani dovrebbero riflettere duemila volte prima di andare a votare Fratelli d’Italia e centrodestra e PD e centrosinistra, perché si tratta di formazioni politiche che penalizzano sistematicamente i cittadini meridionali e siciliani. Ricordatevi, cittadini che Sud e della Sicilia, che agli esponenti politici meridionali e siciliani del centrodestra e del centrosinistra non gliene può fregare di meno dei luoghi dove sono nati, dove vivono e dove fanno politica: questi signori fanno solo i cavoli propri, pensano alle proprie carriere personali, sistemano figli & parenti e poi penalizzano ad ogni piè sospinto i propri territori, facendo gli interessi del Nord Italia. Se sui due piatti della bilancia ci saranno da una parte gli interessi degli industriali del Nord (in questo della pasta) e dall’altra parte gli interessi dei cittadini e degli agricoltori di Sud e Sicilia, i Governi italiani di centrodestra e di centrosinistra privilegeranno sempre gli interessi del Nord Italia. Così come l’ex Ministro della politiche agricole grillino e nordista, Stefano Patuanelli, ha penalizzato il Sud e la Sicilia per tutelare gli interessi del Nord, l’attuale Ministro delle Politiche agricole, Lollobrigida, sta tutelando il Nord a scapito di Sud e Sicilia.

 

Che qualità di pasta industriale è presente oggi in Italia? Servono i controlli sui pacchi di pasta, perché né il grano duro canadese, né il grano duro ucraino – oggi presenti in Italia – danno grandi garanzie di qualità 

Altra questione: la qualità. Se il prezzo del grano duro italiano è precipitato, ebbene, questo è avvenuto e continua ad avvenire perché, come scriviamo da mesi, l’Italia è invasa da grano duro straniero: soprattutto grano duro canadese e grano duro ucraino. Il grano duro canadese coltivato nelle aree fredde e umide viene fatto maturare artificialmente a ‘colpi’ di glifosato; il grano ucraino è inquinato dalle bombe di oltre un anno di guerra. Entrambi questi grani viaggiano per settimane: il grano canadese sulle navi, il grano ucraino che arriva in Italia sui treni. Il grano che viaggia su navi o treni, per essere mantenuto bene, dovrebbe essere stipato nei container con la temperatura controllata; ma, come sappiamo tutti, così non è. Ne consegue che se il grano che viene esportato su navi o treni non viene trattato con sostanze chimiche può sviluppare i funghi e le micotossine; se è trattato chimicamente contiene, appunto, residui di sostanze chimiche. tali residui si sommano al glifosato del grano canadese e ai contaminanti dovute alle bombe del grano ucraino. Che significa tutto questo? Che in Un paese serio la pasta prodotta con i grani duri arrivati da Canada e Ucraina dovrebbe essere sottoposta a severi controlli di qualità. Si effettuano questi controlli in Italia? La nostra è una domanda. Noi ricordiamo i controlli effettuali da GranoSalus e da I Nuovi Vespri e da il giornale Il Salvagente. Il nostro augurio è che questi controlli si materializzino fin da oggi. In attesa di questi controlli sula qualità della pasta invitiamo i nostri lettori e i consumatori a portare sulle proprie tavole pasta prodotta con solo grano italiano. E poiché sappiamo che in Italia di grano duro estero ne è arrivato tanto, meglio – in attesa dei controlli – portare in tavola pasta artigianale a km zero.

Foto tratta da Tuttogreen 

 

 

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