Il maltempo sta distruggendo le colture di Nord Italia ed Europa. Ma c’è chi parla di Estate anticipata…

23 aprile 2023
  • Questa intervista che leggerete è controinformazione. Mario Pagliaro, chimico del Cnr ed esperto di climatologia e agricoltura, mette insieme le sue conoscenze e le letture di giornali nazionali e soprattutto internazionali. Per arrivare a conclusioni opposte alle “verità della televisione”
  • I danni alle produzioni agricole del Nord Italia
  • Il ruolo del vortice polare 
  • Che succederà nei mercati agricoli? Ci sarà un aumento dei prezzi?
  • Danni al grano duro coltivato in Canada I danni alle produzioni agricole del Nord Italia

Fra poco più di una settimana si sarà concluso il mese di Aprile. Abbiamo visto le incredibili immagini di Campo Imperatore sommerso da metri di neve. Ma i Tg ci parlano sempre e solo di “siccità”. Leggiamo invece sulla pagina Facebook di Mario Pagliaro che il gelo sta letteralmente facendo saltare buona parte della produzione agricola del Nord Italia. Siamo tornati dunque a sentire il ricercatore del Cnr. Perché la questione dei prezzi agricoli al Nord poi, come tutto ciò che avviene al Nord, determina forti contraccolpi al Sud e in Sicilia.

Ma veramente al Nord ci sono problemi con la coltivazioni? Noi che abbiamo una certa esperienza di cronisti, sappiamo che ogni volta gli agricoltori tendono ad esagerare i danni, per poi recuperare attraverso gli stanziamenti pubblici ciò che non riescono a guadagnare sul mercato a causa dei prezzi troppo bassi.

“Sì, i danni alle produzioni agricole del Nord Italia sono pesantissimi. E si estendono a quasi tutte le colture. Le prolungate notti di gelo, con la temperatura che in molte valli e persino in pianura ha toccato i -6 °C, hanno in alcuni casi completamente distrutto le produzioni. In Emilia Romagna si parla del 70% di danni alle produzioni agricole (come si legge qui). In Lombardia si è provato a salvare le mele con gli impianti di irrigazione antibrina (come si legge qui).  In Trentino si è provato a salvare mele e ciliegie accendendo i fuochi fra i filari dei frutteti, ma anche delle vigne (come si legge qui). In questo modo si riesce a salvare parte della produzione. Ma le notti di gelo sono state troppe, e il maltempo di questi giorni con forti piogge e grandinate ha peggiorato ulteriormente la situazione”.

Ma perché è accaduto? Noi vedevamo nevicare persino a Piano Battaglia il 16 Aprile, e ci chiedevamo in effetti se la cosiddetta ‘grande stampa non ci stesse al solito raccontando minchiate.

“Il momento difficile sta per chiudersi, ancora all’insegna del freddo anomalo e delle eccezionali precipitazioni un mese di Aprile di cui non si aveva memoria dal punto di vista meteorologico. Nessuno ricorda quasi 3 metri di neve a Campo Imperatore, cioè a 2000 m di altitudine in Centro Italia, il 22 di Aprile (come potete vedere qui). Basti pensare che hanno deciso di mantenere gli impianti aperti fino all’1 Maggio, come noi diciamo inascoltati da anni ai gestori degli impianti di risalita anche del Nord. Anzi, mi consenta di fare una previsione: gli amici abruzzesi terranno gli impianti aperti ben oltre il primo Maggio. Né, per tornare al Nord, i residenti ricordano nevicate come quella del 21 Aprile, capaci di far cumulare 30-40 cm ai Passi dolomitici dove normalmente ci sono già i fiori, mentre adesso è tutto ricoperto da una spessa coltre di neve (come si deve qui). Oppure, per trasferirci in città, vedere la pianeggiante Milano sotto la grandine nelle stesse ore (qui le immagini della grandinata di Milano).

IL RUOLO DEL VORTICE POLARE

Perché un mese di Aprile così eccezionalmente freddo e piovoso?

“Perché da oltre un mese il prolungato gelo siberiano determinato dal vortice polare completamente disorbitato riesce a penetrare il territorio italiano sia da Est che da Nord, andando in rotazione su Germania e Francia, con la continua formazione peraltro di depressioni cicloniche mediterranee. Così, invece di affondare su Turchia e Grecia, richiamando l’aria calda del Sahara sull’Italia, quest’anno il gelo dell’Est affonda proprio sulla penisola italiana, determinando un clima invernale che i modelli lasciano già intravedere anche per inizio Maggio”.

E il bello è che i siti meteo come i Tg raccontano di Estate anticipata. Le solite ‘stranezze’ italiane… Allora che tempo farà in Sicilia nei prossimi giorni?

“Continuerà la successione di freddo e piogge che ha contraddistinto per l’Italia tutto il mese di Aprile: il gelo Artico Russo continuerà a farsi strada su tutta Europa, lasciando ai margini solo la penisola iberica. Dal 24 Aprile in poi la nuova ondata di freddo entrerà in rotazione dalle valle del Rodano. A richiamare l’aria fredda e umida dell’Atlantico sarà infatti la depressione gelida che si formerà fra poche ore sull’Europa centro-orientale. Gran Bretagna, Francia, Germania, e tutti i Paesi scandinavi saranno nuovamente al gelo: con la neve che investirà persino le città. Le piogge e la neve colpiranno tanto il Nord che il Centro Sud. In Sicilia soffieranno forti venti di maestrale e tramontana. Le temperature saranno fredde, e il sole si alternerà a grandi nuvole atlantiche. Naturalmente, un simile quadro meteorologico avrà forti ripercussioni sull’agricoltura e sui prezzi agricoli”.

CHE SUCCEDERA’ NEI MERCATI AGRICOLI? CI SARA’ UN AUMENTO DEI PREZZI? 

Ecco, andiamo al punto. Alla luce di questo quadro i prezzi agricoli in Italia subiranno un forte aumento? L’aumento sarà in grano di contrastare la fortissima azione ribassista da parte dell’industria?

“Sì, e non solo in Italia ma in tutta Europa. Perché le produzioni agricole stanno subendo gli stessi danni di quelle del Nord Italia. Ci sono problemi alle produzioni agricole in Francia, Germania, Austria, Polonia, Ungheria, ex Cecoslovacchia e Romania. Le azioni ribassiste funzionano se hai fornitori alternativi disposti a cedere la merce a prezzi più bassi. I primi forti aumenti arriveranno per la frutta già nelle prossime settimane”.

E gli ortaggi?

“Gli ortaggi ormai vengono fatti crescere in serra e acquisiti a basso costo, ad esempio in Sicilia, per essere rivenduti a prezzi alti o altissimi nelle ricche città del Nord. Ma la produzione siciliana o spagnola non basta. Per cui si ricorre a quella delle ex Fiandre dove però il costo altissimo del gas usato per scaldare le serre ha fatto aumentare in modo sensibile i prezzi”.

DANNI AL GRANO DURO COLTIVATO IN CANADA

E il grano?

“Parlando del duro, nello scontro in atto tra mondo agricolo e industrie, possiamo affermare che l’industria proverà a conservare i ribassi conseguiti negli ultimi 6 mesi: l’unico modo perché abbia successo in un contesto di generale crollo delle produzioni agricole europee sarebbe se dal Nord America continuassero ad arrivare grandi quantità di grano duro. Nel Saskatchewan, la bella ed enorme provincia canadese dove si produce buona parte del grano duro di quel Paese, sono appena stati investiti dell’ennesima tempesta di neve e ghiaccio (https://www.cbc.ca/news/canada/saskatchewan/spring-storm-2023-1.6813222). La coltura del grano a Nord dell’Equatore non vuole certo ghiaccio e neve a fine Aprile”. La speranza, aggiungiamo noi, è che non riempiano l’Italia di grano duro ucraino inquinato dalle bombe e, in generale, dai contaminanti che si riscontrano nel grano trasportato su navi o treni…

Foto tratta da RTL 102.5

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