La Candida Auris potrebbe diventare la nuova malattia del nostro tempo dopo il Covid?/ MATTINALE 885

8 aprile 2023
  • La presenza di questa patologia è stata segnalata per la prima volta nel 2009. Rappresenta un problema per le persone fragili 
  • I maggiori pericoli negli ospedali. In alcuni casi presenta livelli di resistenza ai farmaci elevati

La presenza di questa patologia è stata segnalata per la prima volta nel 2009. Rappresenta un problema per le persone fragili 

Per questi giorni di Pasqua 2023 ad ‘allietarci’ e a rendere la nostra vita migliore non ci sono né batteri, né virus. In compenso è arrivato un fungo: la Candida Auris. Non si tratta di un illustre sconosciuto ma di un agente patogeno noto da poco più di un quindicennio. La novità è rappresentata dal fatto che, colpendo le persone fragili – chi ha malattie autoimmuni, le persone con difese immunitarie basse e i pazienti ematologici – può essere causa di morte. In generale, la mortalità oscilla tra il 20 e il 30 per cento, ma ci sono situazioni in cui può schizzare al 70%. Leggiamo su Wikipedia: “La Candida auris è una specie di micete ascomycota lievitiforme. È stato descritto per la prima volta nel 2009 e gli è stato dato nome auris, dal latino: orecchio, per essere stato individuato nel canale auricolare di una paziente ricoverata in un ospedale geriatrico giapponese. È una delle poche specie del genere Candida che genera candidosi nell’uomo. La candidosi è una delle più frequenti infezioni acquisite in ambienti ospedalieri da soggetti indeboliti da altre malattie, sottoposti a interventi chirurgici o immunocompromessi. Nella sua forma invasiva la candidosi può infettare il sangue, il sistema nervoso centrale, reni, fegato, ossa, muscoli, articolazioni, milza, occhi. La Candida auris ha attirato una maggiore attenzione clinica e sollevato allarme a causa della sua resistenza agli antibiotici e ai più comuni antimicotici. Il trattamento delle candidosi da Candida auris è anche complicato dal fatto che non viene facilmente riconosciuta, confondendola in particolare con la Candida haemulonii, un’altra specie antibiotico resistente. Il CDC ha definito la Candida auris una ‘grave minaccia globale per la salute’ e l’European Centre for Disease Prevention and Control ha dichiarato che la Candida auris ‘sembra essere unica nella sua propensione a essere trasmessa tra i pazienti e causare epidemie nelle strutture sanitarie’… Le più comuni infezioni da Candida auris sono nel sangue, nelle ferite e nell’orecchio. Le candidemie da Candida auris sono state frequentemente associate a cateterismo venoso o urinario, operazioni chirurgiche, recenti terapie antibiotiche o antimicotiche, più frequentemente in pazienti con diabete mellito, malattie renali croniche, HIV, tumori solidi ed ematici, altre candidosi”.

 

I maggiori pericoli negli ospedali. In alcuni casi presenta livelli di resistenza ai farmaci elevati

I maggiori pericoli, a quanto pare, si corrono negli ospedali. Gli esperti ci dicono che, grazie a una particolare copertura, questo fungo sarebbe in grado di resistere a molti disinfettanti oggi utilizzati. Che fare per prevenire la diffusione di questa malattia? La sanificazione degli ambienti è importante, anche se non sempre risulta efficace; e poi l’isolamento dei pazienti. Gli esperti ci dicono che chi contrae la Candida auris rimane ‘colonizzato’ per lungo tempo. Come abbiamo visto con il Covid, serve la cosiddetta sorveglianza epidemiologica. Se sono in ospedale sono più che mai opportune le stanze singole. Qualsiasi apparecchiatura utilizzata per visitare chi è colpito da questo va disinfettata. Indispensabili i guanti monouso. Ma con i tagli alla sanità effettuati grazie ai massoni, predoni e politicamente falliti dell’Unione europea non crediamo che tutti gli ospedali italiani abbiano a disposizione molte stanze singole per i pazienti. La brutta notizia è che ci possono essere persone colpire da questo fungo che potrebbero non presentare sintomi. Speriamo che non sperimentino anche questa volta i ‘tamponi’ e l’isolamento. E le cure? Leggiamo ancora su Wikipedia: “La maggior parte delle infezioni da Candida auris sono trattabili con echinocandine. Tuttavia, alcune infezioni da Candida auris si sono rivelate resistenti a tutte e tre le principali classi di antimicotici (azoli, echinocandine, amfotericina B). Questo livello di resistenza non era mai stato notato in infezioni da altre specie di Candida ed è particolarmente preoccupante in quanto limita gravemente le opzioni di trattamento disponibili per i pazienti con infezioni invasive di Candida auris“. Magari siamo un po’ malpensanti, ma questa malattia – senz’altro seria – potrebbe diventare un incentivo a non affollare gli ospedali – soprattutto quando non c’è bisogno di recarsi negli ospedali – in un momento storico in cui mancano medici, infermieri e posti letto…

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano

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