La Regione siciliana può utilizzare energia fotovoltaica seguendo l’esempio della Valle d’Aosta: parla Mario Pagliaro

4 aprile 2023
  • DOVE REALIZZARE GLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI IN SICILIA 
  • I BENEFICI DELL’ENERGIA FOTOVOLTAICA
  • L’ESEMPIO DELLA VALLE D’AOSTA
  • LA NECESSITA’ DELL’ISTITUTO PER L’ENERGIA SOLARE 

DOVE REALIZZARE GLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI IN SICILIA 

Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha annunciato il blocco alle autorizzazioni dei grandi impianti fotovoltaici su terreno in Sicilia. Questione complicata. La affrontiamo con Mario Pagliaro (nella foto a destra), chimico del Cnr, che da anni si batte per lo sviluppo delle energie alternative in Sicilia. Provando a capire cosa può fare la Sicilia per fare concretamente dell’energia solare uno dei tre assi del nuovo sviluppo economico della nostra Isola (gli altri due assi sono agricoltura e turismo).

Allora, Pagliaro: fa bene il presidente della Regione siciliana a bloccare le autorizzazioni ai grandi impianti fotovoltaici? E dove dovrebbero essere realizzati tali impianti? 

“Come scriviamo nell’ultimo Sicily Solar Report (che potete leggere qui) non c’è ragione di utilizzare i terreni agricoli per realizzare grandi impianti fotovoltaici. Al loro posto è possibile e vantaggioso installare i grandi impianti in cave e miniere esaurite, terreni industriali bonificati e discariche esauste già censiti dalla Regione Siciliana per redigere il nuovo Piano energetico e ambientale: ben 4. 1 69 ettari”.

I BENEFICI DELL’ENERGIA FOTOVOLTAICA

E vero, come dice il presidente della Regione, che con l’energia prodotta dai grandi impianti fotovoltaici non ci sono benefici per i siciliani? Chi utilizza questa energia? 

“L’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici, che producono grosso modo fra le 8 e le 18 di ogni giorno, non va allo Stato. Va in rete: dove contribuisce in modo significativo a far scendere il prezzo dell’energia pagata in bolletta da tutti gli italiani, facendo diminuire il Prezzo Unico Nazionale (il PUN). L’effetto è stato quantificato dal CNR nel 2016 in uno studio liberamente accessibile sulla letteratura scientifica internazionale: http://dx.doi.org/10.1002/ese3.119. E non è l’unico beneficio”.

Quale sarebbe l’altro? 

“L’immissione in rete di grandi quantità di energia elettrica fotovoltaica contribuisce a tenere ferme le turbine delle centrali termoelettriche. Che in Sicilia sono fra le più inquinanti di Europa, perché in alcuni casi bruciano pet coke petrolifero e olio combustibile. Dobbiamo alla produzione fotovoltaica ed eolica se le ore annue di funzionamento delle centrali termoelettriche siciliane sono scese sotto le 2mila. Per essere precisi, già nel 2019 le ore di funzionamento degli impianti termoelettrici tradizionali collegati alla rete in Sicilia sono state 1923. Ricordo che un anno è composto da 8760 ore”.

L’ESEMPIO DELLA VALLE D’AOSTA

Il presidente Schifani lamenta che i proprietari dei grandi impianti non pagherebbero nulla alla Regione e ai Comuni. In pratica, utilizzerebbero il territorio e il sole della Sicilia per guadagnare enormi cifre senza che un euro resti in Sicilia. 

“E’ questo il motivo per il quale da quindici anni insistiamo affinché la Regione siciliana si doti dell’Istituto per l’energia solare della Sicilia. Spiegheremmo così al Governo regionale e a tutte le forze politiche dentro e fuori il Parlamento della nostra Isola come la Regione potrebbe benissimo costruire sui propri terreni i propri grandi impianti fotovoltaici e introitare enormi quantità di denaro dalla vendita dell’energia. La privatizzazione di Enel imposta a fine anni ’90 dalle leggi europee ha fatto nascere due società: una per la produzione e un’altra per la distribuzione dell’energia elettrica. Quest’ultima possiede grandi impianti fotovoltaici in Sicilia. Chi sa fra i nostri governanti che la minuscola Regione Valle D’Aosta possiede una società che realizza impianti fotovoltaici in giro per l’Italia? Lo scorso Dicembre si è comprata il 3% delle quote di Bonifiche Ferraresi per realizzare impianti agrovoltaici. E potrei continuare: ad esempio, la Regione siciliana potrebbe realizzare da sé impianti fotovoltaici per decine di MW (megawatt) di potenza sulle discariche esauste”.

LA NECESSITA’ DELL’ISTITUTO PER L’ENERGIA SOLARE 

E perché non lo fa? 

Perché manca del proprio braccio tecnico operativo: l’Istituto per l’energia solare della Sicilia. Che, come dicevamo con Sebastiano Tusa con cui lavoravamo per portare l’energia solare ai residenti di tutte le isole siciliane (come potete leggere qui), farebbe per il solare in Sicilia ciò che ha fatto e fa la Soprintendenza del Mare per il patrimonio storico-artistico marino e costiero: organizzare, valorizzare e rendere fruibile a tutti un immenso patrimonio – in questo caso l’energia solare siciliana – che così invece resta appannaggio di pochi”.

Nel concreto, cosa possono fare adesso i parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana? 

“Dovrebbero discutere e approvare il disegno di legge ‘Trizzino’ sulla generazione distribuita dell’energia depositato già nel 2018 per portare concretamente ad ogni famiglia e ad ogni azienda siciliana gli straordinari benefici delle tecnologie dell’energia solare e, con esse, delle nuove tecnologie dell’energia”.

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