Sul Titanic

138 Comuni siciliani senza sportelli bancari: appello di Carmelo Raffa (FABI) alle istituzioni

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  • “Siamo preoccupati di ciò che accadrà prossimamente”

La situazione in Sicilia potrebbe aggravarsi con la chiusura di altri sportelli bancari

La FABI siciliana – sindacato più rappresentativo dei lavoratori delle banche – torna a porre la questione della ‘desertificazione’ bancaria in corso in Sicilia. E lo fa con una dichiarazione del coordinatore in Sicilia dell’organizzazione sindacale, Carmelo Raffa. Commentando i dati forniti dalla Banca d’Italia in merito alla situazione occupazionale degli Istituti di Credito e della chiusura degli sportelli nei piccoli Comuni, Raffa richiede “la massima attenzione da parte delle Istituzioni per il danno che si produce alla popolazione e, in particolare, alle persone anziane e con problemi di salute. Già ben 138 Comuni siciliani, al 31 Dicembre dello scorso anno, non hanno più uno sportello bancario e con i piani industriali che stanno preparando i Gruppi bancari il fenomeno rischia di espandersi a dismisura. Già l’Assemblea regionale siciliana – aggiunge Raffa –  nella precedente legislatura ha approvato all’unanimità due mozioni bipartisan con dichiarazioni dell’allora assessore all’Economia, Gaetano Armao, e con la forte presa di posizione dell’ex presidente, Nello Musumeci”. Raffa cita la dichiarazione dell’ex presidente della regione, Musumeci: ‘La chiusura di sportelli bancari in molti Comuni siciliani è un segnale grave che merita un’attenzione particolare per le conseguenze e i disagi che inevitabilmente si ripercuotono sulla popolazione, specie tra le persone più anziane e fragili che per le loro operazione hanno storicamente come riferimento lo sportello bancario’. A questo punto – dice sempre i leader storico della FABI siciliana – non si può rimanere ad osservare e poi constatare col detto siciliano: persimu lu sceccu cu tutti li carrubbi, cioè hanno smantellato tutto e ci hanno lasciato gli occhi per piangere. Occorre – conclude Raffa – che le Istituzioni e tutti i politici siciliani facciano capire ai vertici delle banche che la Sicilia e il Meridione d’Italia vanno aiutati e non abbandonati e quindi bisogna mettere il freno alla chiusura di filiali e assumere centinaia di giovani da destinare agli sportelli operativi, in considerazione delle migliaia di esodi, prepensionamenti e pensionamenti praticati dai Gruppi bancari nell’ultimo decennio”.

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