Laboratori di analisi a pagamento, ospedali con meno medici e meno infermieri e tagli alle scuole/ MATTINALE 868

23 marzo 2023
  • Il Governo nazionale di Giorgia Meloni sta anticipando l’Autonomia differenziata per massacrare le scuole e la sanità pubblica della nostra Isola con l’aiuto del Governo siciliano di Renato Schifani
  • Bisogna riconoscere che il Governo nazionale e il Governo siciliano lavorano ‘alacremente’ per il benessere dei cittadini del Nord Italia a spese dei cittadini del Sud e della Sicilia
  • La prova matematica che i cittadini del Sud e della Sicilia siano incapaci di reagire – come invece sta avvenendo in questi giorni in Francia – la fornisce il fatto che i leghisti, nati per massacrare Sud e Sicilia, governino oggi alcune Regioni del Sud e la Sicilia. Si chiama alienazione

Il Governo nazionale di Giorgia Meloni sta anticipando l’Autonomia differenziata per massacrare le scuole e la sanità pubblica della nostra Isola con l’aiuto del Governo siciliano di Renato Schifani

La Regione siciliana ha rinunciato a 9 miliardi di euro di crediti vantati verso lo Stato in materia sanitaria. A questi tagli si aggiungono, in prospettiva, altri tagli alla sanità pubblica legati all’Autonomia differenziata: circa 60-70 miliardi di euro all’anno che verranno meno alle Regioni del Sud e alla Sicilia per finire nelle ‘casse’ della Regioni italiane del Nord. La stragrande maggioranza di questi tagli riguarderanno le scuola e la sanità pubblica. Il Governo nazionale, senza che ancora sia entrata in vigore l’Autonomia differenziata, di fatto la sta già applicando. Rinunciando ai 9 miliardi di euro di crediti verso lo Stato, la sanità pubblica siciliana è già in grande affanno. Mancano medici e infermieri nei Pronto Soccorso e, da qualche giorno, i cittadini siciliani hanno scoperto che i laboratori di analisi chiedono ai cittadini siciliani per intero il pagamento per le prestazioni. Il budget per i laboratori di analisi è già stato ridotto nel corso degli ultimi anni. L’attuale Governo regionale ha effettuato un’altra ‘sforbiciata’ del 15%. Risultato: gli ultimi dieci giorni del mese i laboratori di analisi dovrebbero lavorare per la gloria. Il problema – che probabilmente il presidente della Regione siciliana Renato Schifani e la ‘genia’ che lo stesso presidente ha nominato, l’assessore alla Salute-Sanità, Giovanna Volo, non hanno ancora ‘inquadrato’ – è che i laboratori di analisi pagano i propri dipendenti e pagano anche i materiali con i quali vengono effettuate le analisi cliniche. E tutti – titolari dei laboratori di analisi e dipendenti dei laboratori di analisi – la sera, quando tornano a casa, dovrebbero almeno cenare. Magari Schifani e la signora Volo non lo sanno, ma c’è anche la possibilità che i titolari dei laboratori di analisi e i dipendenti dei laboratori di analisi siano anche sposati e magari tengano ancora figli piccoli che fanno colazione la mattina, pranzano a mezzogiorno e cenino la sera. E forse gli stessi figli vanno anche a scuola con i libri che costano un patrimonio. Tutto questo ha un costo, ma sembra che il presidente Schifani e l’assessore Volo non abbiano ancora avuto il tempo di soffermarsi su questi ‘infimi particolari’…

 

Bisogna riconoscere che il Governo nazionale e il Governo siciliano lavorano ‘alacremente’ per il benessere dei cittadini del Nord Italia a spese dei cittadini del Sud e della Sicilia

Si rimane ‘commossi’, fino alle ‘lacrime’, nell’osservare che sia il Governo nazionale di Giorgia Meloni, sia il Governo regionale siciliano, in materia di sanità pubblica, lavorano nell’interesse delle Regioni del Nord Italia. Il Governo nazionale, come già sottolineato, ha anticipato l’applicazione dell’Autonomia differenziata tagliano soldi alle scuole, con particolare riferimento alle scuole del Sud e della Sicilia. I più arguti osserveranno che i tagli alle scuole riguardano tutta l’Italia e colpiscono tutte le Regioni italiane. In realtà, non è così. Perché se le scuole del Nord hanno a disposizione 100, le scuole del Sud e della Sicilia hanno a disposizione se va bene 50, se va male anche 30. Con i tagli alla scuola le Regioni del Nord soffrono un po’ (ammesso che tali tagli ci siano: sarebbe interessante, ad esempio, andare a studiare la ripartizione territoriale dei PON scuola); con i tagli alle scuole delle Regioni del Sud e della Sicilia si soffre molto di più, perché le scuole sono già definanziate. Stiamo scrivendo inesattezze? No, perché quello che state leggendo lo hanno confermato i leghisti. Nel 2019, quando stava per essere applicata – con la ‘regia’ del Partito Democratico allora al Governo dell’Italia con il Ministro delle Regioni Francesco Boccia – i leghisti sostenevano che, nella ripartizione dei fondi per le scuole e per le infrastrutture, bisognava tenere conto della cosiddetta “spesa storica”. Traduzione: se a Reggio Calabria e in Sicilia – per citare due esempi – tra asili nido e scuole elementari erano abituati da anni ad avere 30 o 40, mentre le Regioni del Nord Italia avevano 100, ebbene, era giusto continuare con questa ripartizione, perché la “storia” (da qui la formula “spesa storica”) diceva che al Sud e in Sicilia i cittadini erano abituati ad avere 30 o 40, così come nelle Regioni del Nord erano abituati ad avere 100 e cambiare questa ripartizione ‘storica’ sarebbe stato un errore…

 

La prova matematica che i cittadini del Sud e della Sicilia siano incapaci di reagire – come invece sta avvenendo in questi giorni in Francia – la fornisce il fatto che i leghisti, nati per massacrare Sud e Sicilia, governino oggi alcune Regioni del Sud e la Sicilia. Si chiama alienazione 

Non sappiamo sei cittadini siciliani e meridionali che hanno votato la Lega di Matteo Salvini e Roberto Calderoli sono a conoscenza di queste ‘perle storiche’ della ‘Dottrina’ leghista. Ma sicuramente sanno che nei primi mesi del 2020 arrivò la pandemia e l’Autonomia differenziata è stata ‘congelata’. Ora il Governo Meloni la sta ‘scongelando’. Così ha anticipato i tagli alle scuole che diventeranno ordinari con l’applicazione dell’Autonomia differenziata; mentre ha incaricato i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno di centrodestra di procedere anche ai tagli alla sanità per consentire agli abitanti del Nord Italia di curarsi meglio con i fondi pubblici a spese dei cittadini del Mezzogiorno. Mentre i cittadini delle Regioni del Sud si dovranno accontentare di una sanità pubblica con meno ospedali pubblici, con meno medici, con meno infermieri, con meno posti letto. E dovranno anche piano piano abituarsi a pagare per intero le prestazioni dei laboratori di analisi. E’ in questo scenario che il Governo regionale ha ‘smarrito’ il ‘titolo’ per farsi restituire dal Governo nazionale gli oltre 600 milioni di euro all’anno che lo Stato italiano, dal 2009, scippa al Fondo sanitario regionale della Sicilia grazie a un imbroglio parlamentare contenuto nella legge Finanziaria nazionale del 2007. E’ in questo scenario che l’attuale Governo regionale ha smantellato il Pronto Soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo. Ed è sempre in questo scenario che ha cominciato a tagliare il 15% dei fondi ai laboratori di analisi. Quanto ai partiti politici nazionali di centrosinistra che ‘sbraitano’ contro i tagli alla sanità – con riferimento a PD e Movimento 5 Stelle –  evitate di prenderli sul serio. Il PD ha governato l’Italia per quasi dieci anni di fila, il Movimento 5 Stelle ha governato l’Italia per cinque anni di fila; ebbene, gli esponenti di questi due partiti si sono guardati bene dal restituire alla Sicilia gli oltre 600 milioni di euro che lo Stato ruba ogni anno dal Fondo sanitario regionale siciliano dal 2009. La verità è che i portiti politici nazionali considerano i 20 milioni di meridionali gente da prendere per i fondelli, uomini e donne incapaci di reagire. E fino ad oggi, purtroppo, hanno avuto ragione. In un Paese serio i cittadini sarebbero già in piazza a protestare come stanno facendo i francesi. I siciliani, invece, resteranno a casa, pagheranno le analisi cliniche per intero e accetteranno i tagli agli ospedali pubblici. I siciliani sono fatti così. Dopo la stagione separatista del secondo dopoguerra hanno deciso di accettare tutto, tant’è vero che più della metà dei cittadini dell’Isola non va più a votare. Giovanni Verga, nel ‘ciclo dei vinti’, ha solo anticipato gli eventi.

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