La Fed non dovrebbe alzare i tassi di interesse e ciò potrebbe provocare un tonfo dei mercati agricoli a partire dal grano

22 marzo 2023
  • In questi giorni di marasma di Borse e banche i prodotti agricoli – grano in testa – sono diventati ‘beni rifugio’. Ma se, in assenza di innalzamento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale americana, le Borse schizzeranno all’insù potrebbe manifestarsi un patatrac per il grano
  • C’è anche la variabile geopolitica

In questi giorni di marasma di Borse e banche i prodotti agricoli – grano in testa – sono diventati ‘beni rifugio’. Ma se, in assenza di innalzamento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale americana, le Borse schizzeranno all’insù potrebbe manifestarsi un patatrac per il grano

Tutti gli occhi sono puntati sulla Fed, la Banca centrale americana, che oggi dovrebbe decidere se aumentare o no i tassi di interesse. A rigor di logica, visto che la Fed si è impegnata a sostenere le banche fornendo liquidità non si dovrebbe materializzare un aumento dei tassi di interesse. Se sarà così le Borse dovrebbero schizzare all’insù. E su dovrebbe andare anche il petrolio. Insomma, stiamo provando, come sempre, a seguire i ragionamenti di logica economica degli analisti dei mercati. E appunto perché cerchiamo di capire come stanno le cose seguendo i mezzi di informazione che raccontano l’andamento dei mercati, compresi report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi, abbiamo notato che negli ultimi giorni i mercati agricoli si sono risollevati. Insomma, per dirla tutta, certi prodotti agricoli – a cominciare dal grano – viste le difficoltà del momento, sono diventati beni rifugio. Tanti soldi ‘in fuga’ da Borse e banche sono confluiti sul grano. La domanda è: cosa succederà se la Fed non alzerà i tassi di interesse? Se le Borse si riprenderanno buona parte del denaro finito sul grano e su altri prodotti agricoli diventati momentaneamente ‘beni rifugio’, beh, gli effetti in agricoltura – on riferimento ai prezzi – non dovrebbero essere piacevoli… Da qui un possibile tonfo per i mercati agricoli. E, si sa, i tonfi sono molto più rumorosi – e soprattutto molto più pericolosi – dei voli…

 

 

C’è anche la variabile geopolitica…

Detto questo, noi consideriamo anche la variabile geopolitica dell’attuale crisi. Vero è che chi sposta denaro di qua e di là – ci riferiamo a chi alla fine governa gli andamenti dei mercati – persegue il proprio interesse a prescindere dalla geopolitica. A prescindere fino  un certo punto, però. Il presidente cinese, Xi Jinping è volato in Russia dall’alleato Vladimir Putin per parlare di affari ma anche per proporre una possibile soluzione per porre fine alla guerra in Ucraina. Proposta di dialogo respinta sdegnosamente dagli Stati Unti d’America – i veri protagonisti della guerra contro la Russia in Ucraina – perché agli americani l’idea di accettare che i russi si tengano i territori russi dell’Ucraina non va giù. Così la guerra in Ucraina continuerà. Ma se continuerà la guerra in Ucraina dovrebbe – sempre a rigor di logica – continuare la guerra economica e finanziaria tra Borse e banche. Ecco, noi non escludiamo che in chiusura di settimana si possa arrivare a un mezzo Venerdì nero…

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano 

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