La follia rigassificatore di Porto Empedocle. Ma quale “malaburocrazia”! Il presidente Schifani si informi prima di parlare

17 marzo 2023
  • Il progetto è stato ‘bocciato’ perché è pericoloso per l’ambiente. Il presidente ‘decisionista’ della Regione siciliana renato Schifani se ne faccia una ragione 
  • Un progetto fallimentare nato morto
  • Piuttosto il presidente Schifani si informi si funambolici passaggi di proprietà del progetto

da Alessio Lattuca
Presidente Movimento Per la Sostenibilità, Per la difesa del Territorio
riceviamo e pubblichiamo 

Il progetto è stato ‘bocciato’ perché è pericoloso per l’ambiente. Il presidente ‘decisionista’ della Regione siciliana renato Schifani se ne faccia una ragione 

Le affermazioni del presidente della Regione siciliana, Renato  Schifani, secondo le quali sia da addebitare alla “malaburocrazia” il mancato rinnovo delle autorizzazioni richieste da Enel per la realizzazione del rigassificatore a Porto Empedocle sono di una gravità inaudita: “Sono due pagine di osservazioni in cui si spiegano i motivi della non concedibilità della proroga e anzi si sottolinea che ci vuole una norma nazionale. Questa è la burocrazia”. Quindi per Schifani “probabile commissario” nominato dal governo come previsto dal provvedimento del passato Governo nazionale di Mario Draghi, per rendere snello o meglio militarizzato (120 GG max) il processo autorizzativo di un impianto pericoloso qual e il rigassificatore (vedi Seveso), la burocrazia non dovrebbe tenere conto delle leggi perché lo vuole il presidente o l’assessore al ramo. È probabile che Schifani faccia finta (o non gliene frega niente) di non conoscere la differenza che corre tra il politico (che detta obiettivi in funzione dei programmi elettorali) e l’amministrazione che applica le norme. E dimentica che le norme invocate dalla malaburocrazia sono quelle emanate dal Parlamento siciliano. Le considerazioni del presidente della Regione danno l’impressione di una certa inadeguatezza della politica, poiché in sintesi si lamenta l’insopportabile (per lui) condizione della pubblica amministrazione che, piuttosto che essere al servizio del proprio datore di lavoro, non sia “a disposizione” di talune aziende.

 

Un progetto fallimentare nato morto

Un elemento che richiede attenzione perché fa il paio con le avventate quanto mendaci dichiarazioni ( mese di aprile) di Francesco Starace amministratore delegato di Enel: “Ripresa di un investimento che era purtroppo stato messo in naftalina sette anni fa da parte dei governi precedenti per la rigassificazione a Porto Empedocle”. Si tratta per Starace di “un terminale di rigassificazione che ha tutti i permessi che, per sette anni, abbiamo rinnovato anno per anno aspettando che ci fosse finalmente il via libera per questo tipo di investimento: un miliardo circa su Porto Empedocle per attrezzare la Sicilia a ricevere navi gasiere e dare flessibilità di fornitura di gas”. Tutte false affermazioni sulle quali è calato il silenzio a seguito delle ripetute denuncie prodotte dal Movimento per la Sostenibilità che a si è avvalso delle risposte all’accesso agli atti, rilasciate dalla Pubblica Amministrazione, dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali e dalla Capitaneria di Porto Empedocle, in contraddizione netta rispetto alle affermazioni di Starace. Adesso ciò che preoccupa è l’indignazione di Schifani a cui la “malaburocrazia” (la perfida Albione) non consente di dare seguito con il “suo decisionismo” e “facilmente” alla richiesta di proroga. Schifani è pronto (con semplicità ) a rinnovare le autorizzazioni, piuttosto che considerare, approfondire se tale impianto serva alle politiche di sviluppo della regione amministrata o se, invece, sia (come lo è) dannoso per l’ambiente, per i Beni culturali ed ambientali, per il premiato paesaggio (dei quali la Regione ha la tutela), per l’economia e per la salute delle comunità.

 

Piuttosto il presidente Schifani si informi si funambolici passaggi di proprietà del progetto

Preoccupa altrettanto la recente richiesta di concessione dell’area presentata da Nuove Energie (società privata, scatola veicolo vuota, con soli 10 mila euro di capitale che negli anni non ha prodotto alcun risultato) alla Capitaneria di Porto Empedocle (è in corso l’accesso agli atti avviato dal Movimento).Tutti elementi che inducono a considerare che Enel e Snam, nonostante le autorizzazioni del progetto del rigassificatore e del metanodotto in zona Kaos (buffer zone Unesco a ridosso della Valle dei Templi), siano tutte scadute (e non ripetibili come giustamente certificato da quella burocrazia che non piace a Schifani) abbia deciso di continuare con l’inflessibile proposito di danneggiare un luogo unico e sofisticato (tra la Valle dei Templi e la Scala dei Turchi) senza alcun beneficio per la Sicilia. Ha la protervia di continuare, nonostante sappia che l’impianto di rigassificazione e tantomeno il metanodotto di 14 km non potranno essere realizzati posto che Nuove Energie e Snam non otterranno come dichiarato (mai più) dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali le autorizzazioni per attraversare luoghi suggestivi all’interno della Valle dei Templi con l’ invasivo e pericoloso metanodotto di 2 MT di circonferenza. Si tratta di atteggiamento discutibile dato che tali autorizzazioni sono inesistenti, perché anch’esse scadute e irripetibili, come affermato dalla burocrazia che non piace a Schifani. Appunto per le ragioni che hanno a che fare con i diritti, la democrazia e il rispetto dell’ambiente, occorre sapere se corrispondono al vero le indiscrezioni secondo le quali Enel avrebbe, tra altri asset, ceduto Nuove Energie srl e quindi il costosissimo quanto inutile progetto del rigassificatore ad altro operatore. Se ciò risponde al vero la domanda è: a chi è stato ceduto?

 

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