Il ‘caso’ del rigassificatore di Piombino apre uno scenario misterioso su Porto Empedocle: che ha combinato Enel con Nuove Energie?

12 marzo 2023
  • Piaccia o no, il rigassificatore di Piombino è pericoloso e sta suscitando proteste da parte della popolazione. Cosa hanno in testa gli attuali governanti italiani per il vecchio e sputtanato progetto del più grande rigassificatore d’Europa a Porto Empedocle, a due passi dalla Valle dei Templi di Agrigento? 
  • La necessità di bloccare la norma voluta dal disastroso Governo di Mario Draghi
  • Il profitto dei pochi anteposto agli interessi generali e alla salute dei cittadini
  • I “soliti noti” di Nuove Energie 
  • I ‘magheggi’ sugli asset

da Alessio Lattuca
Presidente Movimento Per la Sostenibilità
riceviamo e pubblichiamo

Piaccia o no, il rigassificatore di Piombino è pericoloso e sta suscitando proteste da parte della popolazione. Cosa hanno in testa gli attuali governanti italiani per il vecchio e sputtanato progetto del più grande rigassificatore d’Europa a Porto Empedocle, a due passi dalla Valle dei Templi di Agrigento? 

Il caso dell’imposizione del rigassificatore a Piombino, che fa pendant o con quello del Kaos/Porto Empedocle, è paradigmatico dei comportamenti di una certa politica tanto strabica quanto autoritaria e di certi potentati nei confronti delle comunità. Al riguardo i presunti e gravi reati ambientali riscontrati nella messa in opera del progetto della nave rigassificatore, previsto nel porto di Piombino, ne sono la riprova. Tali condotte sono testimoniate dalla recente denuncia, corroborata da documentazione, da parte dell’Unione sindacale di base alla procura di Livorno. È davvero stravagante, che per affrontare il tema dei guai causati all’ambiente e alle comunità dall’inquinamento in generale, e dai gas climalteranti in particolare, si aspettasse la clamorosa denuncia nella quale sono segnalate le caratteristiche di Piombino come sito già sottoposto a bonifica (così come lo è quello di Porto Empedocle) in ragione dell’alta percentuale di inquinamento accumulata negli anni, che ha provocato una forte insorgenza di malattie tumorali e degenerative. Un documento che evidenzia gli allarmanti livelli di inquinamento che si raggiungerebbero con l’esecuzione del progetto del rigassificatore e le gravi e irreparabili lesioni che ne deriverebbero per i cittadini, per l’ambiente e per il territorio.

 

La necessità di bloccare la norma voluta dal disastroso Governo di Mario Draghi

Si tratta – come ricordato dalla scienza – di impatto pericoloso non solo per la salute ma complessivamente per il comportamento umano. Rende, infatti, evidente come talvolta l’uomo tenda ad assuefarsi a ciò che lo circonda e a dare per scontate cose che di scontato hanno bel poco, come i diritti. Al riguardo occorrerebbe reagire per affermare ciò che è giusto e opporre una potente resistenza civile (posto che il coraggio sia contagioso soprattutto perché serve a difendere la libertà e la dignità), per costringere il governo e il Parlamento a revocare l’ insidiosa norma voluta “frettolosamente” dall’ex Governo di Mario DraghiUno strumento diretto a militarizzare i processi autorizzativi, a conculcare i diritti e a mortificare le comunità. Così come si rende urgente e essenziale revocare (in linea con l’accordo Fit for 55% sottoscritto con l’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030) tutti i sussidi (oltre 30 miliardi di euro l’anno) pubblici ai combustibili fossili. Fermare i soldi pubblici destinati al fossile e utilizzarli invece per una vera transizione ecologica ha a che fare con l’etica, è giusto ed è un dovere. Si tratta, infatti, di dire basta all’utilizzo delle tasse per investire sulla morte dei cittadini e per contrastare effettivamente il riscaldamento climatico responsabile di siccità, desertificazione, acidificazione del mare, bombe di acqua, catastrofe e devastazione.

 

Il profitto dei pochi anteposto agli interessi generali e alla salute dei cittadini

Ma allora occorre chiedersi com’è che nel Paese non si dia il giusto peso a valori cardini quali sono il rispetto della natura, dell’ecologia, dei diritti e della democrazia e in definitiva all’importanza dell’uguaglianza e della libertà. Forse perché in un’epoca nella quale tutto è liquido, superficiale e indifferente, sia così difficile ponderare quali siano, davvero, le cose importanti e si fa fatica a distinguere il vero dal falso. E non ci si renda conto in una società, tutto sommato del benessere, come sia facile perdere cose che sembrerebbero definitivamente, acquisite come libertà e diritti. Appunto perciò occorre uno sguardo lungo per capire che ciò che sembrerebbe non toccarci nel breve potrebbe avere (e avrà) pesanti conseguenze nel lungo termine. Che se ognuno tende a difendere il proprio spazio senza tenere conto di ciò che succede agli altri (la cui esistenza viene calpestata), la società (lo stato democratico) non è! E se non è, ovviamente, non è in grado di proteggere la propria dignità. Ed è, appunto, per tali ragioni e per farsi guidare dall’etica, per non smarrirsi, che denunciare scandali nazionali ed internazionali, puntando i riflettori su quello che governi e multinazionali non vogliono far vedere diventa non solo necessario, ma responsabile e doveroso. Perché un giorno qualcuno chiederà dove eravamo e bisognerà rispondere perché nessun motivo legittima a non prendere atto della catastrofe in arrivo, perché occorre essere coscienti e non farsi contagiare dall’ apatia. Appunto perciò le azioni che il Movimento porta avanti sono scomode per chi (i potenti che si sentono onnipotenti) antepone il profitto all’ambiente e alla vita delle persone.

 

I “soliti noti” di Nuove Energie 

Come perfino l’accesso agli atti alla Capitaneria di Porto Empedocle avviato dal Movimento per sapere a quale titolo Nuove Energie abbia richiesto la concessione e quali siano ragioni che hanno spinto tale società privata a reagire per non concedere l’accesso. Perché tanto silenzio? Cosa nasconde? È evidente che ciò che accade a Piombino faccia il paio con ciò che sta accadendo dalle nostre parti. Gli impuniti – “i soliti noti” di Nuove Energie – nonostante le indagini in corso da parte della Procura di Agrigento su presunte corruttele e in presenza di un datato e obsoleto progetto (privo di autorizzazioni), con la pervicacia e la prepotenza che li contraddistingue hanno ripresentato alla Capitaneria/Autorità Portuale “le richieste di rilascio di autorizzazioni, nulla-osta ed eventuali rinnovi” concernenti la concessione alla società Nuove Energie S.r.l. dello specchio acqueo esterno al Molo di Levante del Porto”. Per…fare cosa? È evidente che vogliano continuare a replicare comportamenti già conosciuti, a nascondere (in penombra), piuttosto che seguire le procedure previste dalla Convenzione Aarhus: “sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, che richiama il principio della Dichiarazione di Stoccolma sull’ambiente umano e afferma la necessità di salvaguardare, tutelare e migliorare lo stato dell’ambiente e di assicurare uno sviluppo sostenibile, per il benessere umano e per il godimento dei diritti fondamentali, compreso il diritto alla vita”. Loro no, “se ne fregano” di osservare la legge e con la loro improntitudine (come in passato), pretendono, per i loro miserabili interessi e per il profitto, di danneggiare il territorio e i beni culturali ed ambientali e rovinare il futuro delle comunità.

 

I ‘magheggi’ sugli asset

Appunto perciò si rende necessario ed urgente fare chiarezza sull’effettivo ruolo di Enel nei rapporti con la controllata Nuove Energie. Se corrisponde al vero che Enel abbia ceduto, tra gli asset, anche Nuove Energie e in tale eventualità: a chi? A quali speculatori o a Snam ad Eni? Per saper chi sono gli attuali nemici del territorio e attrezzarsi per affrontarli. Anche perché adesso si attendono i risvolti della vicenda che le indagini della procura andranno a far emergere che, finalmente, potrà individuare e rendere evidente le complicità e il ruolo dei “pizzini” e scoprire chi avrebbe malversato sulla pelle del territorio e chi siano i corruttori e i corrotti. Al contempo, si è in attesa delle determinazioni che verranno assunte dal TAR del Lazio, interpellato dal Comune di Piombino, per annullare i provvedimenti che autorizzano il progetto del rigassificatore. Usb è intervenuta anche nel giudizio dinanzi al giudice amministrativo specificando al collegio non solo i gravi danni ambientali subiti dal territorio, ma anche le preoccupanti implicazioni che il progetto di un rigassificatore provoca sui livelli occupazionali.

Foto tratta da Toscana in Diretta 

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