Il dubbio: la Cina sta facendo crollare le Borse e le banche dei Paesi occidentali?

10 marzo 2023
  • Oggi Venerdì nero per titoli azionari e banche americane ed europee
  • L’analisi di Sandro Puglisi 
  • L’ombra della Cina. Quasi una risposta anticipata al caos che potrebbe scoppiare in Georgia? 

Oggi Venerdì nero per titoli azionari e banche americane ed europee

Venerdì nero per le banche europee, contagiate dal crollo dei titoli delle banche statunitensi. La svendita è stata provocata dall’aumento di capitali della Silicon Valley Bank, uno dei principali partner bancari del settore tecnologico americano. Questo gruppo è stato costretto a raccogliere nuovi capitali dopo aver perso quasi 2 miliardi di dollari. Inevitabili gli effetti sulle Borse europee: sono in forte calo il FTSE MIB di Piazza Affari a Milano (si tratta dell’indice di 40 titoli italiani) che registra un -1,74%; giù anche il DAX 40 (l’indice azionario della Borsa di Francoforte) che registra un -1,52%; scende anche il CAC 40 (l’indice di 40 titoli francesi o esteri a maggiore capitalizzazione) che segna un -1,50%; giù pure il FTSE 100 (l’indice azionario della Borsa di Londra) che segna un -1,82%;  male anche l’IBEX 35 (l’indice del mercato azionario spagnolo) con un -1,64% di Madrid; male anche AEX, l’indice azionario della Borsa di Amsterdam, con un -1,52%. A questo scenario da brivido si accompagna il crollo dei titoli delle banche americane che ieri ha fatto registrare un – 8%, con una perdita secca di 50 miliardi di dollari di capitalizzazione di Borsa. Da qui il crollo dell’indice europeo STOXX(SXPT.), che ha perso 4 punti toccando il minimo da Giugno. Male le banche italiane. Scrive BORSA ITALIANA: “Il sottoindice dei bancari europei cede il 3,5% a meta’ seduta (dopo essere arrivato a perdere oltre il 4%) con Deutsche Bank (-7%), Societe Generale (-4,8%), Hsbc e Santander (-4,5%) tra i piu’ penalizzati. A Milano Bper Banca, Banco Bpm, Mps, Mediobanca e Unicredit perdono tra il 2,8% e il 3,5%. Le vendite piu’ consistenti colpiscono, come gia’ nella seduta di ieri, il risparmio gestito: -4,5% Azimut, -3,9% Finecobank, -2,8% Banca Generali”.

 

L’analisi di Sandro Puglisi 

Scrive nel suo report di oggi l’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi: “Nei mercati azionari, a Wall Street, l’S&P 500 è sceso dell’1,9% a 3.918,32, erodendo ulteriormente i guadagni di inizio anno. Il Dow Jones Industrial Average ha perso l’1,7% a 32.254,86. Il Nasdaq composito è sceso del 2,1% a 11.338,35. SVB Financial Group ha perso il 60% del suo valore dopo aver annunciato l’intenzione di raccogliere fino a $ 1,75 miliardi per rafforzare la propria posizione finanziaria tra le preoccupazioni per i tassi di interesse più elevati e l’economia. Bank of America, Citigroup e altre grandi banche hanno registrato un brusco calo. General Motors ha perso il 4,9%. JPMorgan Chase ha perso il 5,4%. I rendimenti del Treasury a due anni, che tende a seguire le aspettative per la futura azione della Fed, sono scesi al 4,87% da circa il 5,05% poco prima della pubblicazione del rapporto sulla disoccupazione, ma si aggiravano al livello più alto degli ultimi 16 anni. Gli operatori si aspettano che la Fed (la banca centrale americana ndr) aumenti il ​​suo tasso di prestito di riferimento con un margine insolitamente ampio di 0,5 punti percentuali alla riunione del 22 marzo. Questo è superiore a un’aspettativa di 0,25 punti. Gli economisti prevedono che i profitti diminuiranno nella prima metà del 2023. Questa mattina, i mercati azionari asiatici hanno seguito Wall Street al ribasso. Shanghai, Tokyo, Hong Kong e Sydney sono diminuite. I prezzi del petrolio sono scesi. In particolare, lo Shanghai Composite Index è sceso dello 0,9% a 3.246,16 e il Nikkei 225 di Tokyo è sceso dell’1,2% a 28.291,89. L’Hang Seng di Hong Kong è sceso del 2,4% a 19.460,27. Il Kospi di Seoul ha ceduto l’1,3% a 2.388,58 e lo S&P-ASX 200 di Sydney ha perso l’1,8% a 7.181,00. I mercati neozelandesi e del sud-est asiatico sono diminuiti”.

 

L’ombra della Cina. Quasi una risposta anticipata al caos che potrebbe scoppiare in Georgia? 

In questo crollo economico e finanziario generalizzato c’è lo zampino della Cina? Chissà. Di certo c’è che economia e finanza, di solito, risentono di una guerra che, di fatto, anche se combattuta fino ad ora solo in Ucraina, è ormai globale (in queste ore è in atto il tentativo degli Stati Uniti d’America di aprire un nuovo fronte di guerra contro la Russia in Georgia, probabilmente per alleggerire la pressione russa sull’Ucraina, dove l’Occidente sta perdendo in malo modo la guerra). Tutto l’Occidente, chi più chi meno, regala armi e soldi al Governo ucraino, così come la Cina e gli alleati della stessa Cina (che poi sono anche alleati della Russia) sostengono indirettamente (e forse anche direttamente) la Russia. Da quello che si capisce, la strategia cinese consiste nel colpire l’Occidente là dove l’informazione occidentale non può raccontare balle. Per esempio: se è una balla oggettiva l’inflazione in ribasso negli Stati Uniti e nell’Unione europea (non a caso la Fed e la BCE, la Banca Centrale Europea si accingono ad elevare ancora i tassi di interesse: dimostrazione matematica che l’inflazione non si è abbassata), non si possono nascondere i crolli in Borsa di società e banche, perché ciò moltiplicherebbe i problemi (cioè le fughe di capitali). La ipotesi è che l’Occidente è messo veramente male: nella guerra in Ucraina, nell’economia e nella finanza. Uno scenario che si aggraverà per l’Unione europea se gli americani decideranno – come sembra – per il caos anche in Georgia. Ma di questo parleremo n un altro articolo.

Foto tratta da Italia Oggi  

 

 

 

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