E’ bene che il presidente Renato Schifani spieghi perché il suo Governo è favorevole all’Autonomia differenziata/ MATTINALE 850

3 marzo 2023
  • Ieri il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in conferenza Stato-Regioni, ha votato sì al progetto di Autonomia differenziata. Sarebbe bene che spieghi il perché, con un comunicato o, meglio, in una conferenza stampa 
  • Che cosa succederà con l’Autonomia differenziata
  • La posizione del Movimento 5 Stelle
  • Il PD ha cambiato linea politica: dopo aver appoggiato l’Autonomia differenziata adesso è contrario: meglio tardi che mai  
  • Il Nord Italia, con l’Autonomia differenziata, si illude di salvarsi: ma non si salverà, perché affonderà con tutta l’Italia e, si spera, con tutta l’Unione europea dell’euro

Ieri il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in conferenza Stato-Regioni, ha votato sì al progetto di Autonomia differenziata. Sarebbe bene che spieghi il perché, con un comunicato o, meglio, in una conferenza stampa 

Per chi come I Nuovi Vepri critica l’Autonomia differenziata dal 2018 (come potete leggere qui) fa un certo effetto vedere forze politiche che oggi si battono contro quello che è, di fatto, uno scippo ai danni delle Regioni del Sud e della Sicilia. Dobbiamo avere l’onestà intellettuale di dire che, a partire dal 2018, quando le Regioni del Nord hanno cominciato a dare battaglia per ottenere questa benedetta Autonomia differenziata (e tra queste Regioni, oltre al Veneto e alla Lombardia amministrate, rispettivamente, dai leghisti Luca Zaia e Attilio Fontana, c’era anche l’Emilia Romagna amministrata da Stefano Bonaccini, anche se qualcuno oggi lo dimentica), l’unica forza politica che, di fatto, ha bloccato – rinviandolo – il progetto di Autonomia differenziata è stato il Movimento 5 Stelle e, in particolare, l’allora capo del Governo, Giuseppe Conte. Anche il Governo di Mario Draghi – che pure ‘qualcuna’ l’ha combinata – non ho portato avanti il progetto di Autonomia differenziata. E’ l’attuale Governo di Giorgia Meloni, sospinto dai leghisti e, in generale, da tutto il centrodestra, che sta provando a rendere operativa l’Autonomia differenziata. Il progetto di Autonomia differenziata è stato approvato prima delle elezioni regionali dal Consiglio dei Ministri e, ieri, è stato approvato, a maggioranza, dalla Conferenza Stato-Regioni.

 

Che cosa succederà con l’Autonomia differenziata

Riprendiamo un post del nostro amico Enzo Lionetti, un meridionalista con il quale da tempi non sospetti portiamo avanti la battaglia contro un progetto di Autonomia differenziata che costerà alle Regioni del Sud e alla Sicilia da 60 a 80 miliardi di euro all’anno: “Come ampiamente previsto – scrive Lionetti – in Conferenza delle Regioni finita qualche ora fa, le Regioni di Destra del Nord ma anche del Sud e Sicilia votano a favore dell’#Autonomiadifferenziata contro gli interessi dei loro stessi Cittadini. Le uniche Regioni che hanno votato contro sono Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana, tutte Regioni con Presidenti del PD. Il dato politico che emerge è la netta separazione tra la Destra e il nuovo corso del PD, passo importante probabilmente determinato dall’elezione del nuovo Segretario politico Elly Schlein. La Destra si assume tutta la responsabilità di una scelta anticostituzionale, contro l’interesse dei Cittadini, che porterà allo smantellamento dei servizi pubblici nel Mezzogiorno. Ospedali pubblici in grande difficoltà che non avranno più risorse necessarie per funzionare meglio. La Scuola verrà spezzettata in venti ordinamenti amministrativi diversi, con differenziazioni di stipendi e programmi scolastici, con titoli di studio di Serie A e Serie B a seconda di dove vivi. Le Ferrovie dello Stato saranno le Ferrovie delle Regioni. Come anche le infrastrutture stradali, energetiche e portuali. Ogni attività dello Stato si differenzierà a seconda della Regione in cui si trova o viene effettuata. L’aspetto più sconcertante è l’inevitabile aumento delle imposte e tasse al Sud per far fronte alla spesa pubblica per fornire servizi essenziali. La Corte dei Conti, Bankitalia, Svimez, Università stanno lanciando grida di allarme per denunciare tale stortura dell’Autonomia differenziata. Il Ministro Calderoli (Roberto Calderoli, Ministro leghista ndr) dice che l’Autonomia differenziata si farà a saldo zero del bilancio pubblico nazionale, ma non dice che le Regioni andranno a trattenere per sé le entrate pubbliche pagate nel loro territorio. Con la conseguenza che in Lombardia e Veneto avranno più risorse per finanziare i loro servizi pubblici, mentre le Regioni del Sud o aumenteranno imposte e tasse o non potranno più erogare servizi pubblici anche essenziali. L’Italia si spezza definitivamente in due aree ben identificate. Il Nord con la ricchezza e servizi pubblici sempre più finanziati. Il Sud con maggiore povertà e servizi pubblici in via di chiusura. Questo vuole la LEGA NORD, questo vuole FRATELLI D’ITALIA, questo vuole FORZA ITALIA. La Destra spaccherà l’Italia in due e aumenterà imposte e tasse al Sud Italia, con una vittoria dei ricchi territori settentrionali ed una sconfitta dei sempre più poveri ed abbandonati territori meridionali. Con un calcione alla Costituzione ed ai principi di Uguaglianza e Equità, ma anche ai principi dei Diritti inviolabili delle persone sanciti anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Ormai Lega Nord, Fratelli d’Italia del Nord e Forza Italia del Nord hanno deciso di spaccare definitivamente il principio dell’Unità nazionale, con plauso degli aspiranti revanscisti di ritorno a Repubblichette medievali, come la Serenissima.
Fratelli d’Italia del Nord è meglio che non si guardi neanche più allo specchio, le poltrone piacciono… eccome se piacciono…”.

 

La posizione del Movimento 5 Stelle

Dice il referente del Movimento 5 Stelle in Sicilia e vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana, Nuccio di Paola: “È inutile che ci giriamo intorno: l’Autonomia differenziata rischia scavare una voragine tra il Sud e Nord d’Italia e di essere la pietra tombale sul futuro della Sicilia. È assurdo che la Sicilia, in sede di Conferenza delle Regioni, abbia votato a favore. Per una volta si poteva e e si doveva dismettere la casacca di partito e indossare quella dei siciliani, di quelli cioè che hanno votato questo governo regionale con l’illusione che potesse fare i loro interessi. Chi tra i siciliani in cabina elettorale ha guardato a destra ora è servito – continua Di Paola- via il Reddito di cittadinanza che aveva salvato dalla fame tante famiglie, via il Superbonus 110% che aveva rilanciato l’edilizia e l’economia e ora un altro passo avanti sull’Autonomia differenziata che penalizzerà ulteriormente il Meridione in termini di diritti sociali, scuola e servizi”. Di Paola critica il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, che ha votato a favore dell’Autonomia differenziata. In affetti, ci aspettiamo che il presidente Schifani, in un comunicato o in conferenza stampa, illustri perché la Sicilia da lui amministrata si sta dichiarando favorevole all’Autonomia differenziata.

 

Il PD ha cambiato linea politica: dopo aver appoggiato l’Autonomia differenziata adesso è contrario: meglio tardi che mai  

C’è anche una dichiarazione del segretario regionale del PD, Anthony Barbagallo: “E’ ignobile che la Sicilia si sia espressa a favore del disegno di legge sull’autonomia differenziata, approvato dalla Conferenza unificata delle Regioni. Il progetto di Autonomia differenziata portato avanti dal leghista Calderoli punta, di fatto, a dividere il Paese in due parti: da un lato in Nord ricco che produttivo, dall’altro il Mezzogiorno povero di infrastrutture e sempre più bisognoso di investimenti utili a colmare questo gap, che invece diventa così impossibile da recuperare. Schifani in questo modo condanna, per mera convenienza politica, la Sicilia a restare povera, senza lavoro, emarginata rispetto alle altre regioni del Settentrione. Di questa posizione espressa oggi il presidente della Regione ne deve dar conto ai siciliani”. Critico anche il capogruppo del PD all’Assemblea regionale siciliana, Michele Catanzaro: “Schifani svende la Sicilia per dire sì al progetto di autonomia differenziata e, cosa ancora più grave, lo fa sapendo che il PD aveva chiesto e ottenuto un dibattito in Aula su questo argomento, fissato proprio per Martedì prossimo. Schifani mostra poco rispetto dell’Aula come lui ha detto di voler fare in questi anni e gliene chiederemo conto”. Ci fa piacere notare che il PD, sull’Autonomia differenziata, ha cambiato linea politica, se è vero che, nel 2019, con l’allora Ministro delle Regioni, Francesco Boccia (peraltro meridionale delle Puglie), portava avanti il progetto di Autonomia differenziata, progetto bloccato dalla pandemia.

 

Il Nord Italia, con l’Autonomia differenziata, si illude di salvarsi: ma non si salverà, perché affonderà con tutta l’Italia e, si spera, con tutta l’Unione europea dell’euro 

Per la cronaca, va detto che il progetto di Autonomia differenziata dovrà adesso passare dal Parlamento nazionale: e lì si vedrà come voteranno i parlamentari nazionali eletti nel Sud e in Sicilia, a prescindere dalle appartenenze politiche. Anche se fin da ora, in verità, ci aspettiamo di capire cosa pesano dell’Autonomia differenziata i parlamentari nazionali di centrodestra e i parlamentari regionali, sempre di centrodestra. A cominciare dai siciliani eletti al Parlamento nazionale di centrodestra nella Lega e ai parlamentari regionali leghisti. Nascondersi non serve a nulla. Solo qualche appunto, infine, all’amico Lionetti. Giusto per sottolineare che il Nord Italia è stato sì ricco, ma oggi è solo la periferia della Germania e, in generale, della Mitteleuropa. L’Autonomia differenziata è solo un’illusione: l’illusione che il Nord Italia possa salvarsi. Ma dentro il sistema euro è tutta l’Italia che affonderà. E, con molta probabilità, con la guerra in Ucraina che sta distruggendo l’Unione europea, la fine potrebbe arrivare anche prima dell’approvazione dell’Autonomia differenziata da parte del Parlamento nazionale…

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