Finalmente la Regione siciliana cambia marcia e prova a prevenire le alluvioni coinvolgendo gli operai forestali e l’Esa

22 febbraio 2023
  • In materia di prevenzione delle alluvioni siamo davanti a un cambio di passo notevole rispetto all’immobilismo del passato Governo regionale 
  • Il presidente Schifani dice a chiare lettere che nei decenni passati “non è stata mai fatta una serie e ragionata manutenzione sugli interi corsi d’acqua, limitandosi a lavori su brevi tratti” 
  • Auguriamoci che lo stesso impegno dell’attuale Governo regionale venga profuso anche nell’azione di prevenzione degli incendi boschivi

In materia di prevenzione delle alluvioni siamo davanti a un cambio di passo notevole rispetto all’immobilismo del passato Governo regionale 

“Una mappatura urgente degli oltre ottomila corsi d’acqua presenti in Sicilia e un Piano straordinario di interventi per la loro manutenzione. È quello che il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha chiesto agli uffici, dopo l’ennesima alluvione che ha colpito la zona Sud-Est dell’Isola”. Così leggiamo in un comunicato della presidenza della Regione siciliana. Rispetto al precedente Governo regionale di Nello Musumeci, che ha gestito in modo disastroso l’ambiente in generale e gli effetti dei cambiamenti climatici in particolare, si tratta di un cambio di passo storico.  Il presidente Schifani “ha riunito attorno a un tavolo a Palazzo d’Orleans (la sede del Governo siciliano a Palermo ndr) i dirigenti generali dei dipartimenti regionali coinvolti: Programmazione, Agricoltura, Sviluppo rurale e Protezione civile. E ha dato una scadenza ben precisa: dieci giorni. Il coordinamento delle attività è stato affidato al segretario generale dell’Autorità di bacino della presidenza della Regione, Leonardo Santoro. Nell’immediato – prosegue il comunicato di Palazzo d’Orleans – la Regione interverrà sui quattro fiumi (Gornalunga, Anapo, Dirillo e Ficuzza) che sono stati la causa degli allagamenti recenti nelle province di Catania, Siracusa, Ragusa e Caltanissetta. I lavori, per un impegno complessivo di circa 20 milioni di euro – ricostruzione degli argini, risagomatura dei canali centrali e rimozione del materiale vegetale accumulatosi – verranno effettuati in house con l’utilizzo di mezzi e personale della Regione (operai forestali ed Ente di sviluppo agricolo). Subito dopo è prevista l’attivazione di ulteriori interventi strutturali per la messa in sicurezza di altri corsi d’acqua sempre dell’area sud orientale della Sicilia, per un importo stimato di 180 milioni di euro”.

 

Il presidente Schifani dice a chiare lettere che nei decenni passati “non è stata mai fatta una serie e ragionata manutenzione sugli interi corsi d’acqua, limitandosi a lavori su brevi tratti” 

Siamo davanti – lo ribadiamo – a un fatto storico: il Governo regionale sta coinvolgendo, com’è giusto che sia, gli operai forestali e l’Ente di sviluppo agricolo. La regione, infatti, ha le professionalità per affrontare i problemi legati alle piogge sempre più violente che provocano esondazioni di corsi d’acqua e fiumi, con danni ingenti all’agricoltura e anche ai centri abitati. Finalmente si interviene in modo razionale. “L’obiettivo del presidente Schifani, però – leggiamo sempre nel comunicato – guarda più al lungo periodo: una manutenzione complessiva di fiumi e torrenti in tutta l’Isola. Un progetto al quale stanno già lavorando gli uffici dell’Autorità di bacino, ai quali è affidata l’alta sorveglianza idraulica, in collaborazione con i dipartimenti Agricoltura, Sviluppo rurale e Protezione civile. Archiviata questa fase di emergenza, Schifani però ha chiesto una manutenzione ordinaria annuale dei corsi d’acqua”. Aggiunge il presidente della Regione: “In appena cento giorni il mio Governo ha già dovuto affrontare diversi eventi alluvionali in svariati territori dell’Isola. Il primo, nel Trapanese, addirittura, il giorno della mia proclamazione. Nei giorni scorsi è stata la volta del Sud-Est. Le mutate e mutabili condizioni climatiche complessive ci impongono di intervenire con immediatezza per non farci trovare impreparati. Solo prevenendo possiamo arginare la forza della natura e limitare i danni a persone e cose. Non possiamo limitarci a intervenire solamente quando il danno è fatto. In decenni, infatti, non è stata mai fatta una serie e ragionata manutenzione sugli interi corsi d’acqua, limitandosi a lavori su brevi tratti. Non appena avremo la mappa e il quadro complessivi delle opere da fare, il Governo individuerà le fonti di finanziamento europee e nazionali per fare ciò che non è assolutamente più rinviabile”.

 

Auguriamoci che lo stesso impegno dell’attuale Governo regionale venga profuso anche nell’azione di prevenzione degli incendi boschivi

Prendiamo atto che c’è un Governo siciliano che guarda ai problemi che possono creare i cambiamenti climatici in corso in tutto il mondo. Qualche mese addietro, nel corso di una conferenza stampa del presidente della Regione, abbiamo posto il tema della tutela dell’ambiente. Il presidente ha risposto che avrebbe affrontato la questione e bisogna dire che sta mantenendo gli impegni che ha assunto. Ci auguriamo che lo stesso impegno venga profuso, a partire dai primi giorni di Aprile, nell’azione di tutela degli incendi boschivi, se è vero che negli ultimi anni il bilancio, per la Sicilia, è stato disastroso. Ci auguriamo che, a differenza di quanto fatto in modo miope nel passato, l’attuale Governo punti a prevenire gli incendi dislocando nelle aree verdi della Sicilia gli operai forestali, gli unici in grado di prevenire gli incendi realizzando le opere di prevenzione del fuoco e intervenendo tempestivamente in caso di incendi. Questo vale per la aree verdi demaniali, mentre per le aree verdi private e per le aree comunali – da dove possono partire gli incendi – sarebbe bene sollecitare una collaborazione tra operai forestali e Comuni. Questi ultimi si debbono attivare verso i proprietari privati sollecitando l’eliminazione di erbe e arbusti secchi che, spesso, danno il via a incendi che poi si propagano nelle aree verdi demaniali, specie nei giorni in cui soffia il vento di Scirocco.

Foto Regione siciliana 

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