Il futuro della Sicilia? Ortaggi e frutta da Africa e Cina, grano canadese e impianti fotovoltaici al posto dei campi agricoli

26 gennaio 2023
  • Così, per curiosità, è questo il futuro immaginato dalla premier Gorgia Meloni quando parla di Sud Italia e Sicilia hub energetici? 
  • Le angurie africane al posto delle angurie siciliane, magari prodotte da imprenditori agricoli italiani che operano in Africa 
  • Saranno i siciliani a controllare e vendere l’energia prodotta con il sole e con il vento della Sicilia? Sembrerebbe di no. Saremo gli scemi della situazione grazie a una politica che ci sta svendendo? 
  • Sicilia in altre mani

Così, per curiosità, è questo il futuro immaginato dalla premier Gorgia Meloni quando parla di Sud Italia e Sicilia hub energetici? 

L’attuale presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dice che il futuro di Sud e Sicilia è diventare l’hub energetico dell’Italia e, magari, di altri Paesi europei, sfruttando il sole e il vento. La teoria meloniana fa il paio con gli imprenditori agricoli italiani che sono andati ad investire in Africa. Lì producono frutta, ortaggi e olio d’oliva. L’unico problema che hanno incontrato quest’anno è l’aumento dei costi di produzione del 30%: ma questo, grazie a Dio, lo pagheranno i consumatori. Per chi si occupa di agricoltura nel Sud e in Sicilia non è una novità: tanti imprenditori del Sud Italia e della Sicilia sono andati a coltivare ortaggi, frutta e oliveti tra Egitto e Tunisia, contribuendo a mettere in crisi la frutticoltura, la produzione di ortaggi e l’olivicoltura da olio del Sud Italia e della Sicilia. Addirittura ci raccontano che agricoltori del Sud Italia si sono trasferiti in Canada per coltivare il ‘mitico’ grano duro: quel grano duro canadese che, per anni, ha messo in crisi la coltura del grano del Sud Italia e della Sicilia. La dimostrazione che meridionali e siciliani – almeno per l’agricoltura è così – non hanno bisogno di una mano per affossare la loro terra di provenienza: fanno tutto da soli…

 

Le angurie africane al posto delle angurie siciliane, magari prodotte da imprenditori agricoli italiani che operano in Africa 

Da anni vediamo con i nostri occhi quanta ortofrutta e quanto olio d’oliva (di primissima qualità…) arriva in Sicilia dal Nord Africa. In realtà, molti degli ortaggi e molti dei frutti che giungono da quelle parti non hanno sapore: ma che importa? Quanti sono, oggi, i siciliani che ricordano il sapore delle angurie che si coltivavano nelle ‘sciare’ di Mazara del Vallo? Ormai ci assicurano le che angurie più buone sono quelle che arrivano dall’Africa. Punto. Perché, allora, perdere tempo  coltivare angurie in Sicilia? Tra l’altro, tante aree agricole della Sicilia – come del resto avviene nel resto d’Italia, dove più, dove meno – sono invase da cinghiali. Proprio le angurie siciliane sono, come dire?, uno dei piatti preferiti di cinghiali, cinghialesse e cinghiali piccoli: un agricoltori ci ha raccontato di aver visto ‘mamma cinghiala’ aprire una grande anguria con i cinghialotti che si catapultavano sull’anguria aperta per divorarsela. Insomma, con il bel grano canadese al glifosato, con il bell’olio d’oliva tunisino e con la bella ortofrutta che arriva che bisogno c’è ancora di agricoltura in Sicilia e in Italia? Per la Sicilia la ‘migliore soluzione’ sono i pannelli fotovoltaici al posto del grano e magari dei frutteti e, in mare, le belle pale eoliche al posto dei pescherecci.

 

Saranno i siciliani a controllare e vendere l’energia prodotta con il sole e con il vento della Sicilia? Sembrerebbe di no. Saremo gli scemi della situazione grazie a una politica che ci sta svendendo? 

Non è una ‘bellissima’ prospettiva? Non vi piace? In effetti qualche dubbio c’è. Sarà la Sicilia a realizzare i pannelli fotovoltaici al posto dei campi di grano, degli ortaggi di piano campo e dei frutteti? “Manco per la minchia!”, come usiamo dire dalle nostre parti. Sono e saranno grandi società private che con la Sicilia non hanno nulla a che spartire. Sono privati non siciliani che sono già arrivati in Sicilia e che arriveranno in Sicilia per prendersi i terreni agricoli della Sicilia – in affitto, meglio se acquistati – per produrre energia dal sole e dal vento per poi vendere l’energia ai siciliani, al resto d’Italia e ad altri paesi europei. Cosa ci guadagneranno i siciliani da questo schema? Da quello che abbiamo capito, nulla. In prospettiva – questo è in sintesi lo schema preparato dall’Unione europea – gli agricoltori siciliani che sono rimasti ancora tali o cederanno – in affitto o vendendo – i terreni, o resisteranno ma prima o poi cederanno. Il grano arriverà dall’estero. L’olio d’oliva dalla Tunisia. Gli ortaggi e l’altra ortofrutta sempre dall’Africa. O dalla Cina. Gli allevatori siciliani falliranno, perché al posto della carne ci saranno gli insetti e, per i ‘buon gustai’ disposti a pagare di più, la carne sintetica; chiuderanno anche gli allevamenti di bovini, ovini e caprini da latte, perché latte e formaggi si produrranno con il ‘latte di insetti’. Caciovacallo e pecorino da latte di insetti: non vi alletta l’idea? Via, ce lo chiede l’Europa… Chiuderanno bottega anche i produttori di uva da vino e le cantine sociali e quelle private, perché “il vino fa male” e “rimpicciolisce il cervello”, come dicono i grandi studiosi…

 

Sicilia in altre mani

Quello che state leggendo vi sembra una sommatoria informe di invenzioni? Andate a vedere quante autorizzazioni per impianti eolici e fotovoltaici sta sfornando la Regione siciliana. E magari chi sono i titolari di queste autorizzazioni. Non è una questione di centrodestra o di centrosinistra: su tutti ‘i stissi, come dice la gentuzza di Sicilia. E’ questo il futuro per la Sicilia immaginato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni? Perché noi, egregia capo del Governo, non riusciamo a immaginarne un altro. Leggiamo, sui giornali siciliani, mirabolanti articoli che annunciano lì un mega impianto eolico marino da realizzare in milioni di metri quadrati di mare, là megaimpianti fotovoltaici che ora ‘tutelano’ pure l’agricoltura… Che agevolazioni avrà la Sicilia? Quelle che ha avuto dal gas che arriva dall’Africa passando dalla nostra Isola, cioè nulla? Le agevolazioni che ha avuto avendo raffinato e raffinando ancora il 50% del petrolio grezzo, cioè nulla? Il Parlamento siciliano sta ponendo questo problema? E la mafia? Qualcosa ci ricorda la seconda metà degli anni ’80 del secolo passato, quando c’erano i miliardi della legge per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno e i grandi gruppi imprenditoriali siciliani dell’epoca, improvvisamente, diventarono tutti mafiosi… 

Foto tratta da Agro-Notizie   

 

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