Strade e marciapiedi di Palermo cadono a pezzi provocano mille citazioni e 5 milioni all’anno di risarcimenti

16 gennaio 2023
  • Il Sindaco Roberto Lagalla ha ereditato dal suo predecessore una città allo sbando ma non fa nulla per cambiare le cose. Si limita ad aumentare l’addizionale Irpef per pagare gli stipendi ai dipendenti in attesa che il Governo romano ‘amico’ gli risolta i problemi finanziari 
  • Il Comune di Palermo è senza soldi ma non si deve dire 
  • Ciro Lomonte torna ad invitare il Sindaco di Palermo a dichiarare il dissesto

Il Sindaco Roberto Lagalla ha ereditato dal suo predecessore una città allo sbando ma non fa nulla per cambiare le cose. Si limita ad aumentare l’addizionale Irpef per pagare gli stipendi ai dipendenti in attesa che il Governo romano ‘amico’ gli risolta i problemi finanziari 

Il segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, è una delle poche voci che cerca di fare luce sui veri conti del Comune di Palermo. Non che non ci siano le persone che conoscono tale argomento. Il problema è che chi conosce le cose, su tale argomento, se le tiene per sé. Né c’è da aspettarsi molto dall’attuale Consiglio comunale che, invece di raccontare la verità sui conti, fiancheggia, di fatto, l’attuale amministrazione comunale del Sindaco Roberto Lagalla, intendo ad aumentare tasse e imposte comunali. In attesa di improbabili aiuti finanziari romani, l’attuale primo cittadino sta lasciando la città così come gliel’ha lasciata il suo predecessore, Leoluca Orlando. A cominciare da strade e marciapiedi: “Siciliani Liberi è una forza politica matura e responsabile. Capace di spiegare senza demagogia ad esempio ai palermitani per quale concreta ragione essi vivono in una città con strade e marciapiedi distrutti, che causano al Comune ormai 1000 citazioni in giudizio ogni anno, 3 al giorno, e oltre 5 milioni di risarcimenti alle vittime di cadute e incidenti. Responsabili di questo sfacelo fisico e amministrativo sono il Comune e le autorità di controllo. Il Comune fra il 1993 e il 2020 ha dato alla sua azienda comunale Amia-Rap molti milioni ogni anno per rifare strade e marciapiedi. Quanti fra i 125 che ha girato a Rap nel 2021? Moltissimi. Basti pensare che quando nel Luglio 2020 leva il servizio a Rap dice di voler bandire una gara annuali per 44 milioni. Non lo farà né nel 2020, né nel 2021, né nel 2022. E nessuno interviene: né la magistratura ordinaria, né quella contabile. Strade e marciapiedi collassano. Persino viale della Libertà è ormai una groviera. Alla Rap giacciono mezzi dal valore di milioni di euro. Continuano ad essere pagati 120 addetti. Ma non c’è né contratto di servizio, né appalto affidato ad aziende private. Semplicemente, Rap si limita a mettere qualche toppa in un reticolo stradale ormai distrutto, e ad emettere fattura al Comune”. Con molta probabilità, il Sindaco Lagalla non sa che il Governo Meloni non ha un euro e si sta rimangiando, uno dietro l’altro, gli impegni assunti con gli elettori. A cominciare dalla vergognosa abolizione degli sconti fiscali sui carburanti che il Governo Meloni ha messo in atto per cominciare a incassare 10 miliardi di euro per tirare a campare, in attesa di capire come finanziare lo Stato, dal momento che con l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE) e con lo stop all’acquisto di titoli di Stato da parte della stessa BCE e, in parte, della Banca d’Italia, nessuno sembra disposto ad acquistare Btp italiani. Questi sono i fatti, le chiacchiere stanno a zero.

 

Il Comune di Palermo è senza soldi ma non si deve dire 

Ciro Lomonte cita le parole del capo della Rap che, lo ricordiamo, è la società controllata dal Comune che si dovrebbe occupare della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e anche della manutenzione di strade e marciapiedi. “Facciamo oltre 1000 interventi al mese, non ce la facciamo piu”, tuona il capo di Rap. Commenta il segretario di Siciliani Liberi: “Non una parola sul fatto che ad esempio Rap nel 2018 avesse eseguito soltanto il 30% delle manutenzioni stradali previste (ben 400.000 mq) e soltanto il 7% delle manutenzioni dei marciapiedi previsti”. Dalla Rap precisano: “Avevamo 180 addetti e ora sono solo 120”. Per la cronaca, la Rap  ha oltre 2000 dipendenti. “Nessuno interviene – commenta Lomonte -. E cosi Palermo si ritrova con strade e marciapiedi di una città del Terzo Mondo. Il Sindaco Lagalla, che questa folle situazione se l’è trovata sul tavolo, vorrebbe mettere a gara il servizio. Ma non può. Perché, esattamente come sostenuto da Siciliani Liberi, il Comune è in dissesto anche se il Sindaco si ostina a non dichiararlo. I 44 o 46 milioni per pagare il servizio non ci sono. Dunque, niente gara. I palermitani si apprestano a pagare una delle addizionali Irpef più alte in Italia. Ma i soldi extra incassati dal Comune in dissesto se ne andranno in stipendi e altre spese correnti. Strade e marciapiedi possono attendere. Dichiarando il dissesto, invece, anche queste spese non più rinviabili finirebbero in capo al Tesoro. Palermo non può attendere oltre. È davvero triste che non si notino discontinuità sostanziali rispetto alle tristi Giunte precedenti”.

 

Ciro Lomonte torna ad invitare il Sindaco di Palermo a dichiarare il dissesto

Ancora Lomonte sulla sfascio contabile del Comune di Palermo: “In evidente stato di dissesto, il Comune di Palermo si vede negata qualsiasi risorsa da Roma, se non i ridicoli 180 milioni di euro in 20 anni del finto accordo fra Roma e la vecchia amministrazione. In pratica, per pagare gli stipendi si fa immediato ricorso all’aumento dell’Irpef sottratta direttamente in busta paga come “addizionale”. Ecco gli aumenti: da 0,80% a 0,95% per il 2023; da 0,95% a 1% per il 2024 e il 2025; da 1,25% a 1,4% per il 2026 e il 2027 e per altri 15 anni. Dunque Siciliani Liberi ha avuto ancora una volta ragione. Sono questi i conti ‘risanati’ presentati dal Sindaco Lagalla ancora pochi giorni fa. Avevamo detto che Roma, nonostante il governo ‘amico’, non avrebbe aiutato Palermo. Ed avevamo invitato il professore Lagalla a rendere noto l’incasso Tari 2022, dichiarando immediatamente il dissesto per mettere in sicurezza gli stipendi degli oltre 15mila fra dipendenti comunali diretti e dipendenti delle innumerevoli aziende partecipate. C’è poi l’introduzione di un nuovo balzello: 0,65 euro per ogni passeggero che salga o scenda da una nave attraccata a Palermo. Siciliani Liberi è una forza politica matura e responsabile. Sappiamo benissimo che il Comune è con lo Stato tramite la scuola e la Regione tramite la Asl il primo datore di lavoro a Palermo, una città ormai deindustrializzata dove l’unico settore economico ancora florido è il fragile turismo. Che con l’inflazione alle stelle in tutta Europa, e la guerra in Russia che non accenna a concludersi, può evaporare ancor più rapidamente della velocità con cui si è sviluppato nell’ultimo anno e mezzo. Proprio per questo ribadiamo l’invito al Sindaco: dichiari il dissesto e non si faccia ‘ammaliare’ dagli argomenti di qualche parlamentare siciliano della maggioranza di governo. La Sicilia a Roma non conta nulla: occorre prenderne atto comportandosi in modo politicante maturo. Il dissesto, come a Catania, è l’unico modo di responsabilizzare tanto Roma quanto il famelico partito della spesa locale: dall’inutile Tram agli eterni e distruttivi appalti ferroviari. Professore Lagalla, ascolti Siciliani Liberi: oltre 3 mesi non sono stati sufficienti a risanare il prospetto di una sola corsia del sottopasso di via Crispi. Il Comune, per responsabilità certamente non sue e della sua Giunta, è ormai un’amministrazione alla semi-paralisi. Ne prenda atto. E salvi Palermo responsabilmente”.

P. s.

Al nostro amico Ciro Lomonte diciamo: non c’è bisogno di invitare il Sindaco Lagalla a dichiarare il dissesto, perché sarà lo stesso il dissesto a travolge il Comune di Palermo. Il Sindaco e il Consiglio comunale possono aumentate tutte le addizionali Irpef che vogliono, tanto il numero di cittadini che pagano tasse e imposte, a Palermo, è destinato a ridursi drasticamente, perché la città diventa ogni giorno più povera. Basta girare per la città e contare il numero di esercizi commerciali che continuano a chiudere. Saranno i cittadini palermitani, tra un anno-un anno e mezzo, a dichiarare il dissesto – culturale prima che economico ne finanziario – di Palermo, del suo allucinante Tram e del mangia-mangia degli eterni appalti della città che piacciono tanti al centrodestra e al centrosinistra politicamente e ‘appaltisticamente’ isomerici. Ed è perfettamente grottesco che gli amici americani degli attuali politici panormiti mettano in giro la voce che Palermo è una delle più belle città del mondo! Le bellezze che rimangono ancora in piedi (ricordiamo che tra poco ‘cementificheranno’ anche via Libertà) sono circondate da ‘munnizza’ e degrado! 

Foto Wikipedia

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