Il Governo regionale Schifani si accinge a mettere in liquidazione l’Azienda siciliana trasporti (Ast)?/ MATTINALE 898

6 gennaio 2023
  • L’indiscrezione che circola in queste ore non sembra campata in aria. Anche perché la politica siciliana con l’Ast ne ha combinate di tutti i colori 
  • Ieri sera la nota del Governo regionale di Renato Schifani e il comunicato di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl autoferrotranvieri
  • Dalla prossima settimana i sindacati inizieranno a presidiare i ‘Palazzi’ della politica siciliana
  • La crisi dell’Ast comincia alla fine degli anni ’80 del secolo passato

L’indiscrezione che circola in queste ore non sembra campata in aria. Anche perché la politica siciliana con l’Ast ne ha combinate di tutti i colori 

Liquidazione per l’Ast, l’Azienda siciliana trasporti? L’indiscrezione circola da qualche giorno. La Regione siciliana è senza soldi. Da un Governo nazionale messo in grande difficoltà dall’innalzamento dei tassi di interesse che ha reso problematica l’emissione di Btp (Buoni del tesoro poliennali) arriveranno – se arriveranno – 200 milioni di euro. In questo scenario non è da escludere che l’Ast – Azienda in house controllata dalla Regione siciliana – a causa dei sui conti ‘ballerini’ venga posta in liquidazione. Le indiscrezioni raccontano di un indebitamento pesante dell’Ast. Non avendo numeri ufficiali non ci sbilanciamo. Ma da quello che trapela sembra che il Governo regionale di Renato Schifani potrebbe mettere la parola fine a un’Azienda che, soprattutto negli ultimi anni, non ha mai brillato nella gestione dei conti. Della crisi economica e finanziaria dell’Ast ci siamo occupati lo scorso 17 Novembre: “Su tale Azienda c’è già un’indagine della Magistratura. A questa inchiesta si aggiungono i dubbi espressi dai componenti dal Collegio dei Sindaci Revisori di questa società. Dubbi che si condensano in un documento che circola in tanti ambienti dove vengono individuati i problemi economici, finanziari e patrimoniali della società. Si parla di una condizione di squilibrio finanziario strutturale con un futuro che si annuncia piuttosto incerto. La situazione che viene descritta nel documento è molto critica, perché lo stato di rilevante crisi aziendale potrebbe creare problemi di gestione molto seri. Sarebbe emersa molta confusione nella contabilità. Problema che è stato segnalato sia alla Governance aziendale pro-tempore (che è finita sotto inchiesta), sia al socio unico, cioè all’amministrazione regionale. Si parla anche di un indebitamento nei confronti dell’Erario e qualcuno si chiede se siano state pagate le ritenute Irpef ai dipendenti per tre o quattro anni. Ci si chiede a quanto ammonti eventualmente l’esposizione e se ci sono anche indebitamenti con le banche” (qui il nostro articolo per esteso).

 

Ieri sera la nota del Governo regionale di Renato Schifani e il comunicato di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl autoferrotranvieri

Ieri sera il Governo regionale ha diffuso una nota: “Il presidente della Regione Renato Schifani, rispondendo alla richiesta della società partecipata Ast dello scorso 29 Dicembre, ha convocato una riunione con i vertici, per valutare le azioni da intraprendere in relazione allo stato di crisi in cui versa l’azienda. L’incontro si terrà Martedì 10 Gennaio alle 10.00 a Palazzo d’Orleans, a Palermo. Sono invitati a partecipare, tra gli altri, il presidente del consiglio di amministrazione Santo Castiglione, il direttore generale Mario Parlavecchio, gli assessori alle Infrastrutture e all’Economia Alessandro Aricò e Marco Falcone e i direttori generali dei rispettivi dipartimenti”. In queste ore circola anche un comunicato, che porta la firma degli esponenti di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl autoferrotranvieri, con il quale annunciano che la prossima settimana comincerà il presidio dei due ‘Palazzi’ della politica siciliana: Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano; e Palazzo d’Orleans, sede del Governo dell’Isola: “Abbiamo esortato a più riprese il neo Governo regionale a farsi subito carico delle criticità della propria Azienda di trasporto pubblico gommato – si legge nel comunicato delle quattro organizzazioni sindacali -.  E’ stata inoltrata un’apposita richiesta di urgente confronto e nessuna risposta è pervenuta dai due assessorati interessati, Economia e Trasporti (si tratta di Marco Falcone e Alessandro Aricò). Stessa modalità abbiamo adottato nei confronti delle due commissioni parlamentari Assemblea regionale siciliana, seconda e quarta, deputate alla relativa audizione, anche in questo caso la replica è stata il silenzio. Non ci resta che presidiare i palazzi del Governo e dell’Ars con i lavoratori che sono ovviamente preoccupati per il loro futuro”.

 

Dalla prossima settimana i sindacati inizieranno a presidiare i ‘Palazzi’ della politica siciliana

“La nuova governance politica e tecnica della società è apparsa decisamente introversa – prosegue il comunicato delle cinque organizzazioni sindacali – forse un compito sproporzionato, forse inadeguato, certo è che i tempi del confronto al tavolo sindacale per problematiche di tale natura, risultano decisamente inappropriati. Il tempo scorre inesorabile ed è necessario fare chiarezza sulle modalità con le quali mettere in sicuro i conti dell’azienda e restituire serenità ai circa
800 lavoratori, diretti ed indiretti”. I sindacati, che forse hanno capito l’aria che tira, invitano il Governo regionale a buttare “giù la maschera” e a dire “realmente cosa riserva il futuro per i lavoratori”. Per Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Ugl, “non si possono scaricare su 800 famiglie le responsabilità di una politica regionale che negli anni ha prima bloccato le assunzioni nelle aziende partecipate con apposita norma nel 2010, poi consentito l’utilizzo di modalità di assunzione non dirette, infine controllato ed approvato decine di bilanci annuali ‘in ordine’ nella veste di Socio Unico, per poi solamente oggi rendersi conto di essere su scherzi a parte? “La storia purtroppo insegna che gli ‘scherzi’ della pseudo-politica e della burocrazia pedante vengono spesso pagati solamente da cittadini e da lavoratori”. I sindacati annunciano battaglia: “Non resteremo inermi ad aspettare un confronto che ci è dovuto e che continua irresponsabilmente a latitare. Auspicavamo un cambio di passo del nuovo Governo regionale, dialogo e confronto costante, non lo intravediamo, presidieremo quindi i ‘Palazzi’ del Governo e l’Assemblea regionale con i lavoratori che non sono fantasmi, da quei portoni la politica dovrà pur passare”. Lo scontro tra Governo e sindacati, sull’Ast, si annuncia a muso duro. Ma non bisogna dimenticare che il Governo Schifani si è appena insediato e non può certo essere responsabile di eventuali gestioni ‘allegre’ dell’Azienda che in Sicilia si occupa del trasporto delle persone su mezzi gommati.

 

La crisi dell’Ast comincia alla fine degli anni ’80 del secolo passato

Per onestà di cronaca va detto che l’Ast, dalla fine degli anni ’80 del secolo passato, quando una politica siciliana miope già allora avallava il “taglio dei rami ferroviari secchi” ad opera delle Ferrovie dello Stato, è stata relegata in un angolo. Man mano che Ferrovie e Regione siciliana sbaraccavano bellissime linee ferroviarie storiche della nostra Isola, i collegamenti per il trasporto delle persone venivano trasferiti irrazionalmente al trasporto gommato. Le tratte più ‘appetibili’ (cioè quelle con molti passeggeri) sono state affidare ai privati, mentre all’Ast rifilavano le tratte con meno passeggeri, costringendo, di fatto, l’Azienda pubblica regionale a lavorare in deficit, con perdite che la Regione ripianava ogni anno. Per quasi 40 anni lo ‘schema’ è stato questo. A ciò si è aggiunta, negli anni, la gestione clientelare dell’Azienda siciliana trasporti che ha fatto lievitare l’indebitamento. All’inizio di quest’anno è arrivata anche l’inchiesta della Magistratura. Oggi che la Regione siciliana è senza soldi la prospettiva della liquidazione dell’Ast non sembra remota. Anzi.

Foto tratta dal Quotidiano di Gela  

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