Appalti in salsa sicula con autostrade e strade siciliane con tanti cantieri senza maestranze al lavoro…/ MATTINALE 898

5 gennaio 2023
  • Cento anni per completare il periplo autostradale della Sicilia
  • Il nostro amico Privitera non è entrato nel mondo filosofico-appaltista della Sicilia…
  • Da qui il ‘sistema’ ormai, è il caso di dirlo, ‘collaudato’: lavori eterni per le imprese, l’operai travagghianu, i politici assumono, i sindacati incassano iscritti mentre cittadini siciliani e imprese vanno a farsi benedire

Cento anni per completare il periplo autostradale della Sicilia

Nei giorni scorsi abbiamo commentato un comunicato della Federconsumatori nel quale si racconta di una multa che l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) ha appioppato al CAS, sigla che sta per Consorzio Autostrade Siciliane, ente che fa capo alla Regione siciliana. Il CAS, per la cronaca, gestisce – male – le autostrade Palermo-Messina, la Messina-Catania e la parte della Siracusa-Gela aperta al traffico (quest’ultima è un’autostrada pensata negli anni ’50 del secolo passato e ancora, dopo oltre 70 anni, in corso di realizzazione: si ipotizza che verrà completata nel 2030, mentre la chiusura del periplo autostradale della Sicilia, con la realizzazione dell’autostrada Gela-Mazara del Vallo, è prevista nel 2050 per ‘festeggiare’ i 100 anni che la Sicilia impiegherà per completare la propria rete autostradale…). Non abbiamo contestato i rilievi mossi da Federconsumatori alla gestione delle autostrade da parte del CAS: abbiamo contestato il metodo seguito, che si è concluso con una multa da 500 mila euro che pagherà il CAS, cioè la Regione siciliana, cioè i cittadini siciliani. Che, oltre al danno di dover vivere in una Regione con la rete autostradale e stradale delirante pagheranno anche una multa! Sulla vicenda interviene con un post su Facebook Nino Privitera, del quale ogni tanto ospitiamo le riflessioni sui deliri stradali siciliani:

 

Il nostro amico Privitera non è entrato nel mondo filosofico-appaltista della Sicilia…

“PERICOLI, LAVORI, MULTE … E POI? – scrive Privitera -. Da anni si elencano i disagi ed i pericoli reali ed incombenti lungo le autostrade siciliane. Tratti dissestati, che si allagano, ponti e soprapassi che si sgretolano, gallerie al buio ed in perenne manutenzione, scarpate soggette a frane. Dopo diverse disgrazie e vittime ci furono alcune ispezioni ed interventi di ‘sequestro’ da parte della magistratura (?), adesso si parla di multa da cinquecento mila euro che dovrebbe essere pagata… da chi… a chi? Non penso che ne fruiranno certo gli automobilisti. Chi percorre queste vie di comunicazione (spesso le uniche e senza alternative, come dimostra la galleria ‘Telegrafo’), nota tanti cantieri, ma rare volte capita la ‘fortuna’ di vedere delle maestranze al lavoro. Più volte l’ho rilevato personalmente e qualche giorno fa nei circa sette chilometri di gallerie tra Brolo e Patti… Non parliamo della SS 121 e della Palermo-Catania (ben 27 cantieri da Buonfornello a Catenanuova!) … ma ‘modernizzata dal sistema smart road’! Ma chi decide gli interventi, appalta i lavori e segue i “cantieri”? Per pura accademia, riporto la definizione della Treccani, del termine ‘cantiere’ (foto a destra).

 

Da qui il ‘sistema’ ormai, è il caso di dirlo, ‘collaudato’: lavori eterni per le imprese, l’operai travagghianu, i politici assumono, i sindacati incassano iscritti mentre cittadini siciliani e imprese vanno a farsi benedire

Privitera tocca un tasto dolente: gli appalti autostradali e stradali. Che in Sicilia non servono per sistemare le strade ma per dare, per decenni, soldi alle imprese, posti di lavoro a vita a chi opera in questi cantieri, voti ai politici e iscritti per i sindacati. Forse il nostro amico Privitera non sa che nella realizzazione e nel rifacimento delle autostrade e delle strade siciliane ci sono operai che, dopo decenni di lavoro, vanno in pensione con tanto di festeggiamenti. Questo è uno dei motivi per i quali i cantieri autostradali e stradali, in Sicilia, non si concludono mai. Se dovessero completare l’Agrigento-Palermo o la Caltanissetta-Agrigento si perderebbero, per almeno due anni, posti di lavoro. Perché si perderebbero posti di lavoro per almeno due anni? Perché se un’autostrada nuova o o rifatta si sfascia prima c’è il ‘pericolo’ che finiscano tutti al fresco. Invece se si sgretola dopo due anni le manutenzioni – che diventeranno eterne – sono giustificate e tutti rimangono fuori felici e contenti. Lo stesso discorso vale per le strade a scorrimento veloce. Morale: nella fase di realizzazione delle nuove strade bisogna tirare quanto più possibile: tre, quattro, cinque dieci anni e, se capita, di più, come sta avvenendo con la Palermo-Agrigento e con la Agrigento-Caltanissetta. Quando verranno ‘completate’ (ma quando?), due anni dopo, cominceranno i lavori di manutenzione in stile autostrada Palermo-Catania… Da qui il ‘sistema’ ormai – è il caso di dirlo – collaudato: appalti eterni per le imprese, l’operai travagghianu, i politici assumono, i sindacati incassano iscritti mentre cittadini siciliani e imprese vanno a farsi benedire. L’autostrada Palermo-Catania è il paradigma del ‘sistema’ delle manutenzioni autostradali in salsa sicula: appena si chiude un cantiere, oplà!, come per magico incanto si apre una voragine in un altro punto dell’autostrada e si apre un altro cantiere e, se ci sono i soldi – che per gli appalti nel Sud e in Sicilia non mancano mai – si aprono magari due voragini e si aprono due cantieri. Noi ricordiamo ancora le dichiarazioni ‘bellicose’ dell’onorevole Marco Falcone, catanese di Mirabella Imbaccari, quando alla fine del 2017 si insediò negli uffici dell’assessorato regionale alle Infrastrutture: “Farò questo, farò quello”. Tutti pensarono: ora i cantieri che tormentato l’autostrada Palermo-Catania verranno finalmente completati e l’autostrada tornerà come nuova. Si è visto…

 

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