Le ‘nuove frontiere’ della Formazione: invece di formare giovani disoccupati per inserirli nel mondo del lavoro si ‘forma’ chi già lavora

2 gennaio 2023
  • La Regione siciliana non finisce mai di stupire! 
  • Ma “ripartire” per andare dove? Verso quali obiettivi? 
  • Non è bastato il fallimento della privatizzazione della Formazione professionale, adesso anche liberismo e ultra-globalismo

La Regione siciliana non finisce mai di stupire! 

“Pronti cinque milioni di euro per riqualificare e specializzare i lavoratori, favorendo così il rilancio delle imprese siciliane. E a proporre e tenere i corsi, oltre agli enti di formazione e alle Università, potranno essere anche le imprese stesse”. Parola dell’assessore regionale alla Formazione e all’Istruzione Mimmo Turano. “È quanto prevede l’Avviso 4 finanziato con le risorse del Pr Sicilia Fse+ 2021-2027 – leggiamo nel comunicato della Regione siciliana – per un importo totale di cinque milioni di euro suddivisi fra progetti formativi aziendali (2 milioni), progetti formativi multi-aziendali (2,5 milioni), progetti formativi di aggiornamento, specializzazione, riqualificazione a composizione mista (500 mila euro). Possono presentare le proposte formative imprese con sede legale e almeno una sede operativa in Sicilia, enti di formazione, università statali e non statali, a esclusione di quelle telematiche, e fondazioni degli Istituti tecnici superiori, tutti sempre con sede operativa in Sicilia”. Quindi anche le imprese non siciliane che operano in Sicilia pagando le imposte in altre Regioni italiane potranno cimentarsi in questa nuova trovata dell’amministrazione regionale? Mah…

 

Ma “ripartire” per andare dove? Verso quali obiettivi? 

“L’Avviso – spiega l’assessore – è rivolto a lavoratori occupati operanti in Sicilia, oltre a manager e soci delle imprese. I corsi serviranno ad aggiornare queste figure, rafforzando le competenze legate alla digitalizzazione e all’automazione dei processi. Aspetti che hanno mostrato la propria centralità per la competitività delle imprese nei mesi più difficili della pandemia e che oggi si rivelano sempre più importanti per stare sul mercato. Così, di fronte a una situazione nuova, il Governo regionale propone una soluzione innovativa: potranno essere anche le stesse imprese a proporre e organizzare i corsi all’interno delle proprie strutture o a delegare gli enti di formazione”. Ancora il comunicato: “Queste le tipologie di progetti previsti: formativi aziendali, che riguardano la realizzazione di corsi di aggiornamento, specializzazione e riqualificazione per lavoratrici e lavoratori a cui possono accedere tutte le tipologie di imprese, indipendentemente dalla loro dimensione, dal comparto produttivo e dalla posizione di mercato; formativi multi-aziendali, elaborati in base alle esigenze formative omogenee di almeno tre imprese; formativi di aggiornamento, specializzazione, riqualificazione a composizione mista, destinati a titolari e soci d’impresa, manager, lavoratori autonomi, coadiuvanti delle imprese commerciali e soci lavoratori di imprese, compresi gli artigiani, da realizzare solo in forma multi-aziendale. A beneficiare delle attività formative saranno lavoratrici e lavoratori occupati, sia dipendenti che autonomi, con i seguenti requisiti: con un contratto di lavoro dipendente di diritto privato a tempo indeterminato o a tempo determinato impiegati in aziende private; con contratto di apprendistato o di lavoro intermittente; soci lavoratori di cooperative; titolari e soci d’impresa; manager a contratto; coadiuvanti delle imprese commerciali e soci lavoratori di imprese, compresi gli artigiani; liberi professionisti che esercitano l’attività in Sicilia sia in forma autonoma che associata”. Conclude l’assessore Turano: “Un’occasione offerta al tessuto produttivo siciliano per ripartire, dopo anni difficili, più forte e moderno di prima, grazie alla sinergia col mondo della formazione”.

 

Non è bastato il fallimento della privatizzazione della Formazione professionale, adesso anche liberismo e ultra-globalismo

Solo una domanda: chi è che controllerà che questa particolare ‘formazione professionale’ andrà a buon fine? E quali saranno i criteri? Invece di utilizzale le risorse della Formazione professionale siciliana per formare giovani disoccupati e inserirli nel mondo del lavoro andiamo a finanziare le imprese per ‘formare’ chi ha già un lavoro? Il tutto nel nome della competitività, secondo i crismi del liberismo e ultra-globalismo economico? Si rendono conto di quello che stanno combinando? Assessore Turano, senza offesa, possiamo essere perplessi? Anzi, molto perplessi?

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