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Siamo sicuri che dare risalto mediatico ai femminicidi aiuti la società a combattere questa piaga?

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  • Non è un argomento semplice in una società che produce solitudini, insicurezze e debolezze 
  • Elementi sovrapersonali e incontrollabili  

Non è un argomento semplice in una società che produce solitudini, insicurezza e debolezze 

Fino a qualche giorno fa le vittime di femminicidio, in Italia, in questo 2022, erano 104. Tutte storie legate a uomini che pensano di essere i ‘padroni’ delle mogli o compagne e che non accettano l’idea di essere lasciati. Un rifiuto che si conclude con una tragedia: l’uccisione della moglie o della compagna. Da anni queste storie finiscono sui giornali, se ne parla in televisione e sono oggetto di infiniti dibattiti sulla rete. Noi, oggi, vogliamo porre una domanda senza avere la pretesa di detenere la verità: siamo sicuri che dare risalto mediatico a queste storie aiuti la società a combattere tale terribile piaga? Viviamo in una società che produce solitudini, insicurezze e debolezze. Spesso, nelle menti deboli, la forza equivale alla violenza. Così la violenza diventa un mezzo per affermare i propri convincimenti, giusti o sbagliati che siano. Non è un argomento semplice quello che stiamo affrontando. “L’abisso di errori in cui viviamo nei riguardi delle donne e dei rapporti con loro. Sì, signore, non mi riesce di parlare con calma di queste cose”, scrive Lev Tolstoj ne La sonata a Kreutzer.

 

Elementi sovrapersonali e incontrollabili  

Argomento spinoso, la violenza sulle donne da parte degli uomini. Che noi sfioriamo appena. Guardando a questi drammi dalla parte dell’informazione che rischia di diventare una macchina infernale che moltiplica i problemi piuttosto che aiutare a risolverli. Non è un problema legato alle persone che raccontano questi fatti con buona fede e passione per la verità. E’ il meccanismo che si crea, che finisce con il vivere di una sinistra luce propria. Non sempre la comunicazione di massa è un fatto positivo. Un altro grande scrittore, Hery James, nutriva dubbi non tanto sul giornalismo e sull’informazione, quanto su quello che potevano produrre quando, a prescindere dalla volontà umana, davano vita a elementi-sentimenti spesso sovrapersonali e incontrollabili. Ecco: che succede nelle menti fragili quando i meccanismi dell’informazione che vivono di luce propria si impossessano di certe storie tragiche? Che effetti creano in chi è vittima di insicurezze e debolezze?

Foto tratta da Avvenire

 

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