In aumento nel mondo alluvioni, uragani e cicloni tutti legati ai cambiamenti climatici

23 dicembre 2022
  • Le aree del Pianeta più colpite sono il Medio Oriente per i terremoti e il Sudest Asiatico per alluvioni e uragani 
  • In Italia – unico caso al mondo – gli infortuni sul lavoro sono al primo posto fra le disgrazie 

di Nota Diplomatica

Le aree del Pianeta più colpite sono il Medio Oriente per i terremoti e il Sudest Asiatico per alluvioni e uragani 

Ci piace considerare i disastri come eventi rari ed eccezionali. Sfortunatamente, non è così, sono invece la norma. Una recente e molto estesa ricerca – il World Risk Poll, condotta dalla Gallup per conto della Lloyd’s Register Foundation – ha rilevato che, su un campione di oltre 125 mila persone intervistate in tutto il mondo, il 27% degli interpellati ha riferito di avere avuto almeno un’esperienza diretta con un disastro naturale negli ultimi cinque anni. Le più comuni di queste disgrazie sono le alluvioni (globalmente vissute dal 10% del campione), seguite dagli uragani e i cicloni (7%) e dai terremoti (5%), ma la varietà dei possibili disastri naturali è molto più ampia. La lista prosegue con la siccità (0,8%), gli incendi incontrollati (0,7%), i temporali violenti (0,7%), i tornado (0,6%) e le bufere di neve (0,5%). Dal punto di vista geografico, le zone tendenzialmente più ‘disgraziate’ sono il Medio Oriente (particolarmente afflitto dai terremoti, con cui il 19% dei rispondenti ha avuto un coinvolgimento diretto nell’ultimo quinquennio) e il Sudest Asiatico, colpito un po’ da tutto, ma in particolar modo dalle alluvioni (15%) e dagli uragani (8%).

 

In Italia – unico caso al mondo – gli infortuni sul lavoro sono al primo posto fra le disgrazie 

Tendiamo ad utilizzare la parola disastro in modo lasco per descrivere ogni evento nefasto, ma i disastri naturali sono per l’appunto ‘naturali’, spesso imprevedibili – almeno con precisione – e fuori dal controllo umano. Lo studio della Gallup tiene conto anche di altri tipi di rischi, compreso uno che è sentito, almeno secondo i dati riportati, in maniera assolutamente anomala in Italia: gli infortuni sul lavoro. Nel 2021, quasi un quarto (il 24%) del campione globale studiato ha dichiarato di avere o subìto personalmente un infortunio occupazionale oppure di conoscere una persona a cui è capitato. Malgrado ciò, le popolazioni dei Paesi ad alto reddito dove simili rischi sono più comuni tendono a curarsene poco, con una sola e drammatica eccezione: l’Italia… In Italia, il 36% dei lavoratori interpellati per il Risk Poll ha riferito di avere subìto un “serious harm” – un “danno grave” – sul lavoro nei due anni precedenti,“…di gran lunga la percentuale più alta tra i Paesi europei”, secondo Gallup. Il dato rende l’Italia, insieme con l’India e il Mali, uno dei soli tre Paesi nel mondo ad avere superato il 30%. In Belgio, solo il 3% (tre per cento) degli intervistati ha dichiarato di avere avuto un danno simile sul lavoro. Forse è in questo sorprendente contrasto che troviamo una chiave di lettura: a volte, il ‘disastro’ degli uni è solo un ‘infortunio’ per gli altri. Un po’ ciò che distingue un terremoto da una nevicata…

Foto Wikipedia

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