- Bisogna avere l’onestà intellettuale di ammettere che in Kosovo non si sta lavorando per un processo di pace
- In Kosovo la NATO e l’Unione europea non possono essere considerate ‘terze’ rispetto a kosovari e serbi
- Gli Stati Uniti d’America, sotto il profilo geopolitico, hanno tutto da guadagnare da una nuova guerra nei Balcani. Ma l’Unione europea che ci guadagnerebbe?
Bisogna avere l’onestà intellettuale di ammettere che in Kosovo non si sta lavorando per un processo di pace
Un nuovo conflitto armato nei Balcani tra Serbia e Kosovo? La tensione tra i due Paesi va avanti da alcune settimane e sembra che negli ultimi giorni la situazione stia peggiorando. La realtà è che l’integrazione tra il Nord del Paese, a maggioranza serba, con il resto del Kosovo non è mai avvenuta. In questa fase le due parti – i kosovari e i serbi – si accusano vicendevolmente. Il problema di fondo fino ad oggi non risolto è quello della doppia natura del Kosovo, che ufficialmente è ancora parte della Serbia, ma praticamente è Stato autonomo filo NATO, mentre la stessa Serbia è legata alla Russia. Ovviamente, con lo scoppio della guerra in Ucraina – dove la Russia combatte ufficialmente contro gli Ucraini ma in pratica contro la NATO – la situazione si è complicata. La scorsa Estate l’amministrazione del Kosovo ha richiesto che targhe e documenti delle comunità serbe vengano convertiti in targhe e documenti kosovari: da qui le polemiche, perché Belgrado non accetta tutto questo. Ma, ribadiamo, la storia delle targhe è solo un pretesto per creare tensioni.
In Kosovo la NATO e l’Unione europea non possono essere considerate ‘terze’ rispetto a kosovari e serbi
In questo momento in Kosovo ci sono due missioni: una dell’Unione europea, chiamata Eulex, e una della NATO, chiamata Kfor. In realtà, ci vorrebbe una terza missione per garantire i serbi, dal momento che Ue e NATO sono alleati del Kosovo. Come finirà? Un questo momento, come già ricordato, la tensione è alle stelle. Le scuole del Nord del Kosovo – dove come già ricordato vivono i serbi – sono rimaste chiuse. Si registrano esplosioni e spari. Da quello che si capisce, a sparare sono i kosovari con le due missioni che fanno finta di richiamare quelli che, alla fine, sono gli alleati dello stesso Kosovo. Una farsa. Ed è proprio l’atteggiamento farsesco dei protagonisti delle due missioni filo-kosoviane che innervosiscono i serbi. Due giorni fa la presidente del Kosovo, Vjosa Osmani, ha annunciato il rinvio al 23 aprile delle elezioni locali nei Comuni del nord a maggioranza serba. Ora che Unione europea, NATO e Stati Uniti vogliano mettere la pace è una tesi poco credibile. La sensazione è che lo scenario potrebbe comp0licarsi.
Gli Stati Uniti d’America, sotto il profilo geopolitico, hanno tutto da guadagnare da una nuova guerra nei Balcani. Ma l’Unione europea che ci guadagnerebbe?
In un canale Telegram leggiamo un articolo che non annuncia nulla di buono: “L’aggravarsi della situazione in Kosovo e le dichiarazioni del presidente serbo Vucic su un nuovo round del conflitto dimostrano ancora una volta la validità delle tesi già ripetutamente espresse dalla leadership russa: l’Occidente non ha intenzione di negoziare con nessuno, di scendere a compromessi su nessuna questione. La diplomazia occidentale è morta, così come il diritto internazionale: oggi tutti gli accordi con gli Stati Uniti e i Paesi dell’Ue non valgono la carta su cui sono scritti. Se prima i politici della ‘vecchia scuola’ cercavano almeno di osservare i limiti della decenza facendo riferimento alle norme del diritto internazionale (che, tuttavia, non hanno impedito loro di distruggere la Jugoslavia, l’Iraq, la Libia e altri Paesi), ora anche queste convenzioni sono riconosciute come inutili”. E’ una dichiarazione di chiusura totale che non aiuta certo a ricomporre i dissidi sempre più accesi tra serbi e kosovari. Però, per onestà intellettuale, così come bisogna ammettere che la presenza dei soli filo-occidentali in Kosovo non è credibile ai fini della ricerca della pace, è altrettanto corretto ammettere che i riferimenti a Jugoslavia, Iraq e Libia non sono affatto sbagliati, perché in questi tre Paesi l’Occidente ne ha combinate di tutti i colori. Detto questo, bisogna ammettere, anche, che gli Stati Uniti d’America hanno tutto da guadagnare dall’esplosione di una nuova guerra nei Balcani, perché aumenterebbe il caos, creando problemi ai Paesi che lavorano per un’alternativa all’area del dollaro americano leggere Cina e i suoi alleati, Russia in testa). Ma non si capisce cosa ci guadagnerebbe da una seconda guerra nei Balcani un’Unione europea che sembra anche in questo caso governata da dilettanti allo sbaraglio!
Foto tratta da Pupia.tv
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