E’ stato il solito Occidente a spodestare il presidente del Perù Pedro Castillo nel nome della solita economia ultra-liberista e globalista?/ MATTINALE 883

8 dicembre 2022
  • E’ la domanda che in queste ore rimbalza nel mondo delle persone che ancora pensano con le proprie teste e non con le ‘teste di legno’ degli esponenti del liberismo economico, vero cancro del mondo attuale. Quanto potrà durare ancora un Occidente così mal messo? 
  • Forse Castillo era considerato troppo socialista da chi ancora oggi controlla le leve di un Paese molto ricco come il Perù?
  • Dietro la destituzione del presidente del Però si intravede l’ombra degli Stati Uniti d’America che, da quando sono governati dai Democratici, si stanno rendendo indigesti in tutto il mondo libero. E’ così che l’America pensa di andare avanti?  

E’ la domanda che in queste ore rimbalza nel mondo delle persone che ancora pensano con le proprie teste e non con le ‘teste di legno’ degli esponenti del liberismo economico, vero cancro del mondo attuale. Quanto potrà durare ancora un Occidente così mal messo? 

Tra tutte le notizie che leggiamo su quanto sta avvenendo in queste ore in Perù (a destra foto iStok), dove sta andando in scena la destituzione del presidente socialista, Pedro Castillo, non troviamo grandi spiegazioni. Il capo dello Stato di questo Paese è finito addirittura in galera per sedizione. Gli hanno appioppato dieci giorni di carcere preventivo. Perché? Per cercare di comprenderlo dobbiamo tornare indietro, ai giorni della sua elezione. Partendo da un dato che, forse, è la vera spiegazione di quanto sta avvenendo: Castillo è un uomo politico di estrazione popolare ed è considerato di sinistra, con venature marxiste. In un Sudamerica dove gli Stati Uniti perdono forza, la matrice politica di Castillo non è stata per lui un buon viatico. Ricordiamo che il Perù, poco più di 33 milioni di abitanti, oltre ad essere un Paese ricco di storia e di millenaria cultura (basti pensare alla civiltà Inca), è anche il secondo produttore al mondo di rame (terzo per le riserve), il secondo produttore al mondo di argento e di zinco; il terzo produttore al mondo di piombo; il quarto produttore al mondo di stagno e molibdeno; il sesto produttore al mondo di oro. E, ancora, possiede grandi giacimenti di ferro, di fosforo, di manganese e di litio (importantissimo oggi per la produzione di batterie). Il Perù non è un Paese che ha problemi di energia: alla grande tradizione di energia idroelettrica unisce grandi giacimenti di gas e non mancano impianti eolici e fotovoltaici. Il Perù produce fibre molto apprezzate in tutto il mondo: a parte il cotone, va ricordata la vigogna e, soprattutto, la lana di alpaca (per la cronaca, in Perù si produce l’80% della lana di alpaca di tutto il mondo). Il Perù ha sempre avuto una grande agricoltura che non è stata molto intaccata dalle multinazionali che producono pesticidi ed erbicidi, tant’è vero che è riuscito a conservare buona parte della biodiversità presente nel proprio territorio. Gli ortaggi peruviani sono noti in tutto il mondo: carciofi, asparagi, peperoncino, avocado, cipolle; per non parlare del cacao e del caffè; e, ancora, uva da tavola, mango, agrumi. E poi c’è il mare e, quindi, la pesca: il Perù è il primo produttore al mondo di farina di pesce.

 

Forse Castillo era considerato troppo socialista da chi ancora oggi controlla le leve di un Paese molto ricco come il Perù?

Insomma, un Paese di grandi potenzialità in grado di attrarre investimenti esteri, grazie anche a un contesto economico favorevole, con i costi di produzione contenuti. Questo spiega il perché, quando Castillo, leader del partito Perù Libero, è stato eletto capo dello Stato è successo un mezzo ‘casino’ internazionale. Ha vinto al ballottaggio battendo Keiko Fujimori, leader del partito Forza Popolare. Il quale ha accusato il suo avversario di brogli elettorali. Manovra non riuscita, se è vero che la Giuria elettorale, dopo circa 40 giorni di riconteggio dei voti, ha definito “infondate” le accuse di Fujimori. Ma, dopo il suo insediamento, il nuovo presidente non ha avuto vita facile, perché in Parlamento il partito del presidente più contare su appena 13 seggi in più. Ricordiamo che Castillo è di estrazione socialista marxista e la sua elezione ha creato aspettative tra i ceti meno agiati, ma anche paure tra la minoranza che controlla le leve dell’economia. Castillo non è partito in quarta, perché sapeva che sarebbe stato fatto fuori subito. Ma forse la scelta del primo ministro non è stata molto azzeccata. Castillo ha designato Guido Bellido, che gode di una fama, come dire?, un po’ sopra il rigo: secondo molti mezzi d’informazione il capo del Governo sarebbe stato simpatizzante del gruppo terroristico Sendero Luminoso, presente nel Perù sin dagli anni Settanta. Tra l’altro, Bellido era già nell’occhio del ciclone prima della sua nomina a capo del Governo peruviano con un’accusa di apologia del terrorismo, non si è mai capito fino in fondo se vera o presunta. L’unica cosa che si sa è che era molto vicino a Castillo. Era, perché lo stesso Castillo a un certo punto ha capito di avere sbagliato e l’ha messo da parte, nominando al suo posto Mirtha Vásquez, ex Presidentessa del Parlamento peruviano ed esponente di una sinistra moderata. Ma la situazione non è migliorata. A chi in Perù detiene le leve dell’economia – che ancora oggi sembrano legate all’Occidente – la presenza di Castillo e di un Governo di sinistra, anche se moderato, non va bene. Anche il passo indietro di Castillo sull’elezione di un’Assemblea costituente non ha convinto gli attuali capitalisti che oggi comandano, di fatto, in Perù.

 

Dietro la destituzione del presidente del Però si intravede l’ombra degli Stati Uniti d’America che, da quando sono governati dai Democratici, si stanno rendendo indigesti in tutto il mondo libero. E’ così che l’America pensa di andare avanti?  

Il presidente Castillo e i governi che ha cercato di portare avanti sono naufragati. E non sono bastate le sostanziali marce indietro sulla riforma agraria e sulla riforma fiscale promesse in campagna elettorale. La verità è che Castillo, pur avendo rinunciato a mettere in discussione i crismi del liberismo economico, è incompatibile in un Paese che non è ancora riuscito a scrollarsi di dosso il peso dell’Occidente oggi ultra-liberista e globalista. Oggi il Sudamerica è in subbuglio. Il Brasile ha aderito al BRICS e, con molta probabilità, in questo Paese, sono state ‘taroccate’ le elezioni per fare perdere il presidente uscente Bolsonaro. L’Occidente, per l’occasione, ha rimesso in pista l’ex presidente di sinistra Lula. Che avrebbe vinto le elezioni per un soffio. In verità, mezzo Brasile non crede in questo ‘soffio’ che ha riportato al potere un presidente accusato di reati gravi e finito in galera. Noi abbiamo seguito le elezioni presidenziali brasiliane. In quasi tutte le Regioni del Brasile Bolsonaro era in vantaggio, ma poi, come per magico incanto, risultava vincente, per pochissimi voti, Lula. Ovviamente, in Brasile tanta gente non è convinta della bontà delle elezioni e ancora oggi ci sono proteste popolari. Noi ci chiediamo che farà adesso Lula, ammesso che si arriverà a insediare: farà uscire il Brasile dal BRICS, che già da tempo lavora a una divisa alternativa al dollaro americano, o proseguirà sulla strada di Bolsonaro il ‘cattivo’ (secondo i demenziali e screditati media occidentali), che ha posizionato il Brasile in alleanza con Cina e Russia? E’ in questo scenario che si inserisce l’attacco al presidente del Perù Castillo. Ma dubitiamo che, così facendo, gli occidentali manterranno il controllo del Sudamerica, un Continente che ormai è in piena ribellione contro l’economia criminale ultra-liberista e globalista.

Foto di Pedro Castillo tratta da Calabria7

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti