I migranti che arrivano dal Mediterraneo ovvero “schiavi in cambio di petrolio”. A Napoli su tale argomento si pratica la censura?/ MATTINALE 879

4 dicembre 2022
  • Sui migranti che arrivano dal Mediterraneo non c’è solo la verità delle ONG. C’è un’altra tesi che è stata censurata dal festival dei diritti umani di Napoli. Tutto ci aspettavamo ma non la censura da parte di una città che è sempre stata tollerante e aperta al dialogo
  • Il post di Marco Rizzo: “Evidentemente, di fronte alle intoccabili ONG e agli interessi che muovono il business migratorio, queste tematiche hanno perso di importanza”
  • “… episodi di violenza squadrista intollerabili in un ordinamento democratico”
  • Serve una “politica estera che non sia assoggettata ai diktat dei nostri alleati NATO”

Sui migranti che arrivano dal Mediterraneo non c’è solo la verità delle ONG. C’è un’altra tesi che è stata censurata dal festival dei diritti umani di Napoli. Tutto ci aspettavamo ma non la censura da parte di una città che è sempre stata tollerante e aperta al dialogo

Ci siamo già occupati della censura rabbiosa che ha colpito il film del regista Michelangelo Servegnini L’urlo. Film che racconta una verità sui migranti che attraversano il Mediterraneo molto diversa da quella che ci raccontano da una decina di anni a questa parte i protagonisti delle navi ONG. Il fatto che le testimonianze raccolte dal regista siano inattaccabili conta poco: dietro la tratta dei migranti che attraversano il Mediterraneo c’è un giro di affari spaventoso che coinvolge tanti soggetti, probabilmente non soltanto le mafie che gestiscono il traffico di persone dal Nord Africa verso l’Europa. Un affare miliardario che, a quanto pare, ha a che fare anche con il petrolio. Oggi riprendiamo un post su Facebook dalla pagina PPP #NOI ParliamodiPolitica: “La vicenda ‘schiavi in cambio di Petrolio’ è stata ampiamente trattata dal quotidiano Libero mentre dal mondo politico e istituzionale è arrivata la solidarietà del Presidente del Senato Ignazio La Russa – che richiamandosi all’#art. 21 della Costituzione e riconoscendo il gravissimo episodio di cui il regista Michelangelo Servegnini è stato vittima – lo ha ricevuto al Senato della Repubblica, in quanto seconda carica dello Stato, impegnandosi a ‘tenere monitorato il prosieguo della vicenda’”. Già, lo schiavismo documentato dal registra Servegnini, che a proposito dei migranti che vengono portati in Libia con la promessa di farli arrivare in Europa dice: “La maggior parte di loro arriva in Libia dietro raggiro, attraverso un sofisticato sistema di tratta di esseri umani”. Solo uno su 18 arriverà in Italia, gli altri rimangono in Libia dove vengono trattati come schiavi”.

Il post di Marco Rizzo: “Evidentemente, di fronte alle intoccabili ONG e agli interessi che muovono il business migratorio, queste tematiche hanno perso di importanza”

La pagina Facebook di  PPP #NOI ParliamodiPolitica leggiamo un post di Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista: “Ad una settimana dal suo accadimento, il violento episodio di censura avvenuto a Napoli nei confronti del regista Michelangelo Severgnini e del suo docu-film L’Urlo – scrive Rizzo – ad opera di alcuni esponenti delle ONG e nell’ambito del ‘festival dei diritti umani’, rimane una vicenda parzialmente ignorata dalla maggioranza della stampa mainstream e dalle forze politiche italiane. Colpisce soprattutto il silenzio di quelle forze ‘di sinistra’ che, negli ultimi 20 anni, si sono auto-investite del ruolo di tutori della democrazia, con le loro campagne contro intolleranza, odio e discriminazioni. Evidentemente, di fronte alle intoccabili ONG e agli interessi che muovono il business migratorio, queste tematiche hanno perso di importanza. Evidentemente ‘la sinistra da salotto’ preferisce non doversi confrontare con fatti e le testimonianze che potrebbero incrinare la comoda storiella che ci viene raccontata da 10 anni. Al contrario, la vicenda è stata ampiamente trattata dal quotidiano Libero mentre dal mondo politico e istituzionale è arrivata la solidarietà del Presidente del Senato Ignazio La Russa – che richiamandosi all’art. 21 della Costituzione e riconoscendo il gravissimo episodio di cui Servegnini è stato vittima – lo ha ricevuto a Palazzo Madama, in quanto seconda carica dello Stato, impegnandosi a ‘tenere monitorato il prosieguo della vicenda”’. Nel 2021, con alcuni senatori e come Partito Comunista, siamo stati tra i primi sostenitori del lavoro di Severgnini, nel corso della prima presentazione de L’Urlo, al Teatro Flavio di Roma. Ancora oggi, dopo l’episodio di Napoli, siamo stati gli unici che hanno espresso solidarietà immediata al regista, nella convinzione che il suo lavoro rappresenti uno strumento di importanza fondamentale per la comprensione delle dinamiche geopolitiche che sono alla base dell’attuale situazione della Libia; una situazione che, sebbene ormai ignorata dalla politica italiana, produce ancora delle ripercussioni gravissime sul benessere del nostro popolo (se solo si pensa all’approvvigionamento energetico!) e di cui il fenomeno migratorio rappresenta solo l’ultimo tassello”.

 

“… episodi di violenza squadrista intollerabili in un ordinamento democratico”

“Coi fondatori di Italia Sovrana e Popolare – prosegue il segretario generale del Partito Comunista – abbiamo apprezzato e condividiamo la condanna delle istituzioni verso episodi di violenza squadrista intollerabili in un ordinamento democratico. Non ci meraviglia il silenzio della ‘sinistra da salotto’. Ci auguriamo invece che il lavoro di Servergnini possa trovare sempre maggiori spazi, poiché ci ricorda, tra le altre cose, che la situazione della Libia è il risultato dell’aggressione, immotivata e unilaterale, da parte delle forze del patto atlantico nei confronti di un Paese sovrano e pacifico e con cui l’Italia intratteneva relazioni commerciali assolutamente privilegiate. Un’aggressione a cui l’Italia ha partecipato contro i propri interessi e con l’appoggio di quasi tutte le forze parlamentari, compresi gli attuali partiti di governo. E che dopo 11 anni, la situazione politica del Paese continua ad essere destabilizzata da forze sostenute dai Paesi NATO mentre la situazione economica di molti dei Paesi da cui i migranti provengono è figlia di politiche neocolonialiste attuate dai governi europei”. Rizzo fa riferimento all’uccisione di Gheddafi avvenuta nel 2011 (qui un nostro articolo).

 

Serve una “politica estera che non sia assoggettata ai diktat dei nostri alleati NATO”

“Parlare del business migratorio e del ruolo delle ONG senza affrontare questi temi – dice ancora Rizzo – è, nel migliore dei casi, miopia politica, quella di chi guarda il dito per non guardare la luna; nel peggiore dei casi, comoda ipocrisia, quella di chi difende l’immigrazione a tutti i costi, fingendo di ignorarne le cause e non curandosi delle conseguenze per i popoli coinvolti. Serve sostenere la necessità di una politica estera indipendente che metta al centro gli interessi nazionali e che privilegi relazioni bilaterali amichevoli e cooperative. Una politica estera che non sia assoggettata ai diktat dei nostri alleati NATO, anche quando questi producono delle conseguenze devastanti per il nostro Paese. Siamo inoltre convinti che l’accesso ad una informazione plurale, libera e indipendente sia un diritto fondamentale del popolo italiano e una condizione necessaria per un sano dibattito pubblico e per l’esercizio della vera sovranità popolare. Per questa ragione continueremo a supportare le iniziative e gli autori che, con il loro lavoro, contribuiscono ad arricchire i punti di vista del popolo italiano, consentendo lo sviluppo di un’opinione pubblica libera e consapevole. Solo in questo modo si esercita la sovranità popolare”.

Foto tratta da BergamoNews

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