Ci voleva la Lega per restituire alla Sicilia lo scippo di 600 milioni di euro all’anno alla sanità? Sembrerebbe di sì

29 novembre 2022
  • Dal 2009 lo Stato trattiene 600 milioni di euro all’anno dal Fondo sanitario regionale. Finalmente c’è un Governo nazionale che sta restituendo alla Sicilia il maltolto   
  • Con l’arrivo di questi 600 milioni di euro all’anno il disavanzo della Regione, frutto degli scippi che risalgono alla gestione dei Governi di centrosinistra, passerà da 900 a 300 milioni di euro circa  
  • La manovra di Variazioni di Bilancio da 90 milioni di euro 

Dal 2009 lo Stato trattiene 600 milioni di euro all’anno dal Fondo sanitario regionale. Finalmente c’è un Governo nazionale che sta restituendo alla Sicilia il maltolto   

Una norma nazionale per consentire alla Regione siciliana di poter ‘spalmare’ in un decennio il ‘buco’ di poco più di 700 milioni di euro segnalato dalla Corte dei Conti? Potrebbe essere un’operazione di buon senso, anche perché si tratta di un ‘buco’ finanziario che non ha nulla a che vedere con l’attuale Governo regionale di Renato Schifani, né con il precedente Governo di Nello Musumeci. Si tratta, infatti, di un dei tanti disastri finanziari che si sono ‘materializzati’ durante il Governo di centrosinistra di Rosario Crocetta, tra ‘Patti scellerati’ firmati con l’allora Governo nazionale di Matteo Renzi e cancellazione dal Bilancio regionale dei crediti che la Regione vantava verso lo Stato. Un’altra buona notizia per la Sicilia è il riconoscimento dei 600 milioni all’anno circa che lo Stato toglie alla sanità siciliana dal 2009. Come raccontiamo da quando siamo in rete, con la Finanziaria nazionale del 2006 si stabilì che, in tre anni, la quota di compartecipazione della Regione al Fondo sanitario regionale passava dal 42% circa al 50% circa, con un maggiore esborso, per la stessa Regione siciliana, di circa 600 milioni all’anno. Nella norma, anche se in modo un po’ confuso (confusione creata nel passaggio della legge Finanziaria nazionale 2006 dalla Camera al Senato), c’è scritto che la Regione si sarebbe ripresi questi 600 milioni di euro circa dalle accise sulle benzine. Da allora ad oggi le burocrazie ministeriali hanno tergiversato. Oggi sembrerebbe che il Ministero dell’Economia retto dal leghista Giancarlo Giorgetti restituirà alla Regione siciliana i 600 milioni all’anno, ma senza gli oltre 8 miliardi di euro di arretrati che lo Stato italiano non ha. Discorso un po’ immorale, perché se una norma è valida è valida sempre, non a metà. Ma considerato che i Governi nazionali che si sono succeduti dal 2006 ad oggi – Governo Prodi, Governo Berlusconi, Governo Monti, Governo Gentiloni, Governi Conte primo e secondo e Governo Draghi – non hanno mai restituito nulla alla Regione siciliana in ordine a questo scippo, la volontà del Ministro Giorgetti e, in generale, del Governo di Giorgia Meloni va presa come una vittoria della Sicilia e come un’apertura, tutt’altro che secondaria, dell’esecutivo nazionale verso la nostra Isola. E anche come una vittoria del vice presidente della Regione e assessore all’Agricoltura, il leghista Luca Sammartino.

 

Con l’arrivo di questi 600 milioni di euro all’anno il disavanzo della Regione, frutto degli scippi che risalgono alla gestione dei Governi di centrosinistra, passerà da 900 a 300 milioni di euro circa  

Con questi 600 milioni di euro all’anno la Regione siciliana ridurrà a 300 milioni di euro il disavanzo di 900 milioni di euro all’anno del Bilancio regionale che è l’eredità lasciata a 5 milioni di siciliani dai Governi regionali di centrosinistra, al di là delle chiacchiere e della demagogia degli esponenti di questa parte politica, nazionali e regionali. Come già ricordato, per potere approvare il Bilancio 2023 la Regione avrà bisogno della norma nazionale per ‘spalmare’ in dieci anni i 700 milioni circa di  debiti pregressi, con l’augurio che, nel futuro, i conti di eventuali ‘buchi’ nel Bilancio vengano fatti pagare alle amministrazioni regionali che li provocano e non alle amministrazioni regionali successive. Senza la norma per ‘spalmare’ un dieci anni i 700 milioni di euro di ‘buco’ l’Assemblea regionale siciliana non potrà approvare il Bilancio 2023, perché è socialmente impossibile tagliare dalla manovra del prossimo anno quasi un miliardo di euro. Mentre, una volta effettuata la ‘spalmatura’ in dieci anni di 700 milioni di euro, ci sarebbe solo da recuperare i 300 milioni di euro di disavanzo, che potrebbero essere trovati, almeno per una parte, dai fondi ufficialmente destinati all’agricoltura. La parola ‘ufficialmente’ sta a significare che nel settore agricoltura del Bilancio regionale ci sono soldi che vanno agli agricoltori, che non vanno toccati, e fondi che vanno a chissà chi, che invece possono essere ridotti, se non eliminati. Se arriveranno da Roma i 600 milioni di euro a valere sul 2022 e la norma sulla ‘spalmatura’ in dieci anni del ‘buco’ di 700 milioni di euro, il Governo Schifani potrebbe presentare la ‘bozza’ della legge regionale di stabilità 2023 8cioè Bilancio e Finanziaria) anche a breve, fermo restando che il ricorso all’esercizio provvisorio per almeno il primo mese del prossimo anno sembra quasi matematico. Resta un rammarico: i 600 milioni di euro all’anno dovrebbero essere utilizzati nella sanità siciliana e non per le spese della Regione. Ma non si può avere tutto.

 

La manovra di Variazioni di Bilancio da 90 milioni di euro 

Intanto, la manovra di Variazioni di Bilancio, che sarà la prima legge del nuovo Parlamento, dovrebbe essere approvata entro Dicembre. E’ una manovra di circa 90 milioni di euro. Di questi 22 milioni andranno agli Enti locali per il pagamento delle bollette 820 milioni ai Comuni e 2 milioni di euro alle Province). Poco meno di 30 milioni di euro dovrebbero servire in massima parte per le buonuscite del personale regionale (pare che ci siano ritardi) e, in minima parte, per lo stesso personale della Regione. Sull’impiego dei restanti 35 milioni di euro saremo più precisi quando leggeremo il disegno di legge.

Foto tratta da La Sicilia     

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti