Cateno De Luca e i suoi con le mani libere all’Ars e il gruppo di Gianfranco Miccichè che perderà un deputato

27 novembre 2022
  • Su Facebook va un post, accompagnato da una foto, che racconta come il gruppo parlamentare in Assemblea regionale siciliana di Cateno De Luca farà opposizione totale al Governo regionale di Renato Schifani e alla gestione del Parlamento siciliano
  • “Il bello deve ancora venire!”
  • Perché il gruppo parlamentare di Forza Italia che fa capo a Gianfranco Miccichè perderà uno dei quattro deputati

Su Facebook va un post, accompagnato da una foto, che racconta come il gruppo parlamentare in Assemblea regionale siciliana di Cateno De Luca farà opposizione totale al Governo regionale di Renato Schifani e alla gestione del Parlamento siciliano

Su Facebook va un post di Danilo Lo Giudice, Sindaco di Santa Teresa Riva, deputato regionale nella passata legislatura e non rieletto in Assemblea regionale siciliana lo scorso 25 Settembre. La lista dove era candidato – Sicilia Vera – non ha superato lo sbarramento del 5%. Ma lo Giudice rimane in prima fila nel Movimento di Cateno De Luca. Soggetto politico che, lo ricordiamo, è riuscito ad eleggere 8 deputati nel Parlamento siciliano. Il post di Lo Giudice è interessante, perché sintetizza e annuncia il ruolo che il Movimento di De Luca svolgerà all’Ars nella legislatura che è appena iniziata:

 

“Il bello deve ancora venire!”

“#ilbellodeveancoravenire
SIAMO NOI L’OPPOSIZIONE, QUELLA VERA!
Ecco la terza verità di quello che è accaduto all’Assemblea Regionale Siciliana e che nessuno mai vi racconterà”.

Post e foto che vanno su Facebook sono importanti perché raccontano quella che sarà l’opposizione che questi otto deputati dovrebbero sviluppare in Assemblea regionale in questa legislatura. Ricordiamo che, in occasione dell’elezione del nuovo presidente del Parlamento siciliano, Gaetano Galvagno, i parlamentari del Movimento di De Luca sono stati accusati di aver organizzato ‘pastette’ parlamentari per poi andare ad occupare la poltrona di vice presidente dell’Ars. I fatti hanno smentito chi, incautamente, ha lanciato tale accusa, ovvero ilo segretario regionale del PD, Anthony Barbagallo. Infatti gli otto parlamentari del Movimento di De Luca non solo non hanno avuto la vice presidente dell’Ars, ma sono rimasti fuori dal Consiglio di presidenza, una sorta di ‘Consiglio di amministrazione’ del Parlamento siciliano del quale il presidente, i due vice presidenti, i deputati questori e i deputati segretari. Come si ricorda nella foto, maggioranza e opposizione avevano eletto un deputato segretario del gruppo di De Luca “per metterci il bavaglio”, che si è dimesso, creando un caso unico nella storia del Parlamento siciliano, perché non si era mai verificato un fatto del genere e non si sapeva se nominare, al posto del deputato segretario dimissionario, il primo dei non eletti o se si doveva passare a una seconda votazione (con il conforto degli uffici è passata la seconda opzione). I cinque deputati del gruppo di De Luca, oltre ad aver rinunciato al deputato segretario, hanno rinunciato anche a quasi un milione di euro per i segretari. Sono fatti che vanno segnalati in un’Italia che, pur essendo in grave crisi, spende – tanto per citare un esempio – una barca di soldi non per i migranti, ma per foraggiare chi li gestisce tra sprechi e profittatori di ogni genere.

 

Perché il gruppo parlamentare di Forza Italia che fa capo a Gianfranco Miccichè perderà uno dei quattro deputati

Con l’occasione segnaliamo un particolare che riguarda il gruppo parlamentare di Forza Italia che fa capo al ‘ribelle’ Gianfranco Miccichè. Com’è noto, oggi all’Ars ci sono due gruppi parlamentari: quello che fa capo al citato Miccichè con quattro parlamentari e il gruppo di otto parlamentari che appoggia il Governo reginale di Renato Schifani. Per la cronaca, anche il gruppo di Miccichè dice di appoggiare il Governo Schifani ma, se fosse così, la scissione in due gruppi parlamentari sarebbe stata inutile. Ciò posto, fino a questo momento, come accennato, questo gruppo parlamentare ha potuto contare su quattro deputati regionali. Che tra qualche giorno diventeranno tre. Perché? Perché uno dei quattro deputati del gruppo parlamentare all’Ars di Gianfranco Miccichè, Tommaso Calderone – che nella passata legislatura ha ricoperto la carica di capogruppo di Forza Italia – tra un po’ lascerà il Parlamento siciliano perché è stato eletto anche nel Parlamento nazionale. Calderone è stato eletto all’Ars nel collegio di Messina e al Parlamento nazionale in un collegio uninominale. Quando Calderone opterà per i Parlamento romano al suo posto subentrerà Bernardette Grasso, prima dei non eletti, già assessore regionale della Giunta di Nello Musumeci nella passata legislatura. la Grasso, una volta rientrata nel Parlamento siciliano, andrà a far parte del gruppo parlamentare di Forza Italia che appoggia Schifani. Per la cronaca, Calderone potrebbe sempre decidere di restare all’Ars, ma resterebbe vacante il collegio uninominale dove è stato eletto e si dovrebbero ricelebrare le elezioni. Con molta probabilità, rivincerebbe il centrodestra, ma ad essere eletto difficilmente sarebbe un esponente di Forza Italia area Miccichè e, forse, il candidato di centrodestra potrebbe anche non essere di Forza Italia… Morale: Calderone andrà a Roma e il gruppo parlamentare di Miccichè all’Ars perderà un deputato.

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