Guerra economico-informatica tra Stati Uniti d’America e Cina?

26 novembre 2022
  • Non è che con il blocco delle importazioni di prodotti cinesi targati Huawei Technologies e ZTE gli Stati Uniti stanno replicando allo stop del lavoro nella cosiddetta “iPhone City” di Zhengzhou in Cina?
  • Ma davvero dobbiamo credere che è solo una questione di spionaggio e controspionaggio?  

Non è che con il blocco delle importazioni di prodotti cinesi targati Huawei Technologies e ZTE gli Stati Uniti stanno replicando allo stop del lavoro nella cosiddetta “iPhone City” di Zhengzhou in Cina?

Gli Stati Uniti d’America hanno bloccato l’importazione di nuove apparecchiature di telecomunicazione delle società cinesi Huawei Technologies e ZTE. La decisione è stata presa dal presidente, il Democratico Joe Biden, ma è condivisa anche dal Partito Repubblicano. Ufficialmente, lo stop ai prodotti cinesi è arrivato per motivi di sicurezza. Ma non tutti credono alla storia, in verità un po’ debole, che gli americani abbiano adottato un provvedimento così drastico per evitare di essere spiati dalla Cina. Anche perché questa, alla fine, è una dichiarazione-autogol da parte degli statunitensi, che ammettono di non avere una struttura di Intelligence in grado di fermare le spie informatiche! Con molta probabilità, lo stop ai prodotti di telecomunicazioni cinesi è uno dei tanti punti di scontro tra area del dollaro americano e Cina. In particolare, questa sembra tanto una risposta alla Cina che, ormai da qualche mese, nel nome del Covid, ha bloccato l’attività nella cosiddetta “iPhone City” di Zhengzhou, la fabbrica della Foxconn che produce gli smartphone della Apple venduti in tutto il mondo. E’ noto che Foxconn, gruppo taiwanese, è una delle più grandi multinazionali che produce componenti elettronici. Un gruppo che lavora a contratto per i colossi americani Apple, Microsoft, Amazon e assembla circa l’80% degli iPhone venduti in tutto il pianeta. Di fatto, la grande industria informatica americana dipende dalla Cina: e se questo Paese blocca la produzione di componentistica i colossi statunitensi dell’informatica vanno in tilt.

 

Ma davvero dobbiamo credere che è solo una questione di spionaggio e controspionaggio?  

Magari noi siamo un po’ troppo ‘monelli’, ma come si fa a non legare i due fatti tra di loro? Eh sì, noi in questa storia vediamo un botta e risposta tra Cina e Stati Uniti sull’informatica. E i cinesi cosa rispondono? Almeno fino a questo momento, a giudicare da quello che vediamo, non ci sono state repliche da parte di Huawei, ZTE, Dahua e Hytera. Su scenarieconomici.it – dove abbiamo appreso tale notizia – leggiamo invece un commento dei vertici di Hangzhou Hikvision Digital Technology Co., Ltd., colosso cinese noto semplicemente come Hikvision, un produttore di sistemi e prodotti di videosorveglianza e tra i più grandi del mondo: “Questa decisione della FCC non farà nulla per proteggere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ma farà molto per rendere più dannoso e più costoso per le piccole imprese, le autorità locali, i distretti scolastici e i singoli consumatori proteggere se stessi, le loro case, le loro aziende e le loro proprietà”. Hikvision aggiunge che continuerà a servire i clienti statunitensi “nel pieno rispetto” delle normative USA.

Foto tratta da Il Riformista 

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