Non è che il bombardamento delle navi russe si sta rivelando un boomerang per USA a Ue? Prezzo del grano all’insù?/ MATTINALE 830

2 novembre 2022
  • Come ‘leggere’ quello che sta succedendo?
  • Chi è che, alla fine, rischia di lasciare senza grano e altri prodotti agricoli Medio Oriente e Africa colpiti dalla siccità?
  • Stati Uniti e Unione europea l’hanno capito che più avanti andrà la guerra in Ucraina, più crescerà l’inflazione nel mondo? 
  • Il Governo di Giorgia Meloni pensa veramente che gli italiani si ‘bevano’ la notizia dell’inflazione al 12% mentre l’aumento dei mezzi di produzione in agricoltura ‘viaggia’ tra il 100 e il 150% e mentre continuano ad impazzare le bollette alle stelle?  
  • La Russia ha deciso di cedere alle pressioni di ONU e Turchia e  tiene aperto il corridoio umanitario nel Mar Nero: ma chi è che sottoscriverà le polizze assicurative delle navi ucraine cariche di grano in uno scenario di grande incertezza?
  • A chi conviene il dollaro americano forte? 
  • Dove prenderà il grano il Brasile, visto che il 50% della propria produzione è stata distrutta dalle piogge? 

Come ‘leggere’ quello che sta succedendo?

 

Confessiamo che fare il punto della situazione sul mercato mondiale del grano e, in generale, dei cereali con tutto quello che sta succedendo tra l’Ucraina e il Mar Nero è un po’ complicato. Sulla rete si leggono tante notizie sulla linea politica adottata dalla Russia di Putin dopo l’attacco alle navi russe con i droni. Rintracciamo alcune dichiarazioni del Rappresentante permanente della Russia presso l’ONU, ambasciatore Vasily Nebenzya. “La Federazione Russa non può permettere alle navi di passare attraverso il Mar Nero senza ispezione.” “L’attacco di Kiev alla flotta del Mar Nero pone fine alla dimensione umanitaria degli accordi di Istanbul.” “L’iniziativa sui cereali del Mar Nero non dovrebbe essere attuata senza la Russia.” “La Russia sarà costretta ad adottare le proprie misure per ispezionare le navi portarinfuse che attraversano il Mar Nero senza il permesso della Federazione Russa”. “La Russia dettaglierà presto le sue conclusioni sulla situazione con l’accordo sul grano”. “La Russia vede i tentativi di forzare artificialmente l’ispezione del carico come parte dell’accordo sul grano”. “La Russia è sorpresa che l’ONU non abbia condannato l’attacco di Kiev alle navi della flotta del Mar Nero”. Dopo di che leggiamo che, anche dopo l’attacco alle navi russe con i droni manovrato dai britannici, negli ultimi due giorni dieci, forse dodici, forse addirittura una ventina di navi cariche di grano e di altri prodotti agricoli ucraini stanno attraversando il Mar Nero sotto l’egida di ONU e Turchia. Come ‘leggere’ quello che sta succedendo? Non è che il proseguimento della guerra in Ucraina farà schizzare all’insù il prezzo del grano? Negli ultimi anni il prezzo del grano è andato su a causa dei cambiamenti climatici. Ora va su a causa della guerra in Ucraina. Ma gli agricoltori – ci riferiamo in particolare ai produttori di grano duro di Sud Italia e Sicilia – hanno poco di che gioire, perché se è vero che cresce il prezzo del grano, crescono anche i costi di produzione (fertilizzanti, energia, sementi e via continuando).

 

Chi è che, alla fine, rischia di lasciare senza grano e altri prodotti agricoli Medio Oriente e Africa colpiti dalla siccità?

 

Noi, ormai da tempo, seguiamo i report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. Leggendo i report di Puglisi della scorsa settimana – e approfondendo alcuni temi grazie agli spunti offerti dagli stessi report – abbiamo appurato che la situazione non è esattamente quella che viene descritta ufficialmente. Se è vero che dietro gli attacchi alle navi russe con i droni c’è stata la partecipazione dei britannici e di Cipro, è anche vero che Cipro è un’isola dove i russi esercitano una certa influenza. Non è detto, insomma, che il ruolo di Cipro sia stato negativo. Alla fine gli osservatori attenti fanno notare che le navi russe colpite dai droni sono appena un paio di portarinfuse, peraltro vuote. Dopo l’attacco alle navi russe, è noto, il Governo di questo Paese ha detto che avrebbe bloccato il corridoio umanitario sul Mar Nero ma, come abbiamo accennato, ciò non è avvenuto, perché sotto l’egida di ONU e Turchia, le navi ucraine cariche di grano e altri prodotti agricoli continuano a passare. Qual è il significato di quello che sta avvenendo? Noi – lo ribadiamo – seguiamo i report di Puglisi e i relativi approfondimenti. E abbiamo capito che i russi non hanno alcuna intenzione di assumersi la responsabilità di lasciare alcuni Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, alle prese con la crisi alimentare provocata dalla crisi climatica, senza grano e altri cereali e senza oli vegetali. Insomma, il bombardamento delle navi russe ha complicato lo scenario per l’Occidente e per l’Europa. Proviamo a illustrare il perché.

 

Stati Uniti e Unione europea l’hanno capito che più avanti andrà la guerra in Ucraina, più crescerà l’inflazione nel mondo? 

 

In primo luogo, come già accennato, la Russia sta dimostrando concreta solidarietà verso i Paesi del Medio Oriente e dell’Africa in difficoltà. Ma adesso ONU e Turchia dovranno assolutamente evitare che non tanto l’Ucraina, quanto l’Occidente usi il corridoio umanitario sul Mar Nero per attaccare i russi. Morale: non saranno certo i russi a bloccare il flusso di grano, altri cereali e oli vegetali verso Medio Oriente e Africa. Anzi la Russia non solo farà passare i prodotti agricoli ucraini dal corridoio umanitario del Mar Nero, ma incrementerà a propria volta l’export di questi prodotti verso Africa e Medio Oriente mettendo a disposizione il proprio grano e, in generale, i prodotti della propria agricoltura. E se, come sta avvenendo, i prezzi aumenteranno? L’aumento dei prezzi – che è un fenomeno mondiale – dipende dalla guerra in Ucraina: più Stati Uniti e Unione europea invieranno armi in Ucraina, più crescerà l’inflazione. Non a caso, negli Stati Uniti, in queste ore, i repubblicani hanno fatto sapere a chiare lettere che se vinceranno le elezioni di metà mandato presidenziale previste per l’8 Novembre, inizieranno una battaglia politica e parlamentare per bloccare gli aiuti economici all’Ucraina. E questa per l’Unione europea è una notizia che crea problemi, se non altro perché Paesi come la Germania e l’Italia, in questo momento, sono impegnati a fornire armi (solo armi?) all’Ucraina di Zelensky. C’è la possibilità – se i Repubblicani vinceranno le elezioni dell’8 Novembre – che l’Unione europea resti con il cerino dell’Ucraina in guerra tra le mani…

 

Il Governo di Giorgia Meloni pensa veramente che gli italiani si ‘bevano’ la notizia dell’inflazione al 12% mentre l’aumento dei mezzi di produzione in agricoltura ‘viaggia’ tra il 100 e il 150% e mentre continuano ad impazzare le bollette alle stelle?  

 

Con abilità diplomatica i russi stanno mettendo in grande difficoltà i Democratici che governano gli Stati Uniti e anche i governanti dell’Unione europea. Continuare la guerra in Ucraina significherà far crescere ancora l’inflazione, che non è stata ‘domata’ nemmeno dai ripetuti aumenti dei tassi di interessa da parte della FED (la Banca Centrale americana) e della BCE (Banca Centrale Europea). L’attuale nuovo Governo italiano ha fatto sapere che l’inflazione nel Belpaese è al 12%. Ma è un dato che fa sorridere chi ‘mastica’ un po’ di economia. Come può l’inflazione in Italia attestarsi al 12% se i costi dei mezzi di produzione agricoli sono aumentati, in  media, del 100-150%, se le bollette di luce e gas sono sempre alle stelle e se ci sono beni alimentari i cui aumenti di prezzo oscillano dal 50 al 100%? E’ chiaro che il ‘paniere’ di prodotti con il quale è stato calcolato il tasso d’inflazione in Italia è di comodo. La realtà dice che in Italia, a causa della guerra in Ucraina, l’inflazione, nella migliore delle ipotesi, ‘viaggia’ intorno al 25% e – credeteci – ci stiamo tenendo bassi. Basta entrare in un supermercato per appurare che i prezzi, in generale, sono cresciuti del 20%. Che cosa stiamo cercando di dire? Che se l’Occidente industrializzato, segnatamente Stati Uniti a Unione europea, continueranno a tenere in piedi la guerra in Ucraina i prezzi cresceranno ancora e ci saranno enormi problemi non soltanto per le famiglie e le imprese occidentali, ma anche per i Paesi del Medio oriente e dell’Africa oggi in difficoltà a causa del clima che ha compromesso le loro produzioni agricole. Insomma, se l’Occidente non cambierà registro in Ucraina saranno i Paesi del Medio Oriente e dell’Africa ad accusare gli occidentali di creare la fame nel mondo.

 

La Russia ha deciso di cedere alle pressioni di ONU e Turchia e  tiene aperto il corridoio umanitario nel Mar Nero: ma chi è che sottoscriverà le polizze assicurative delle navi ucraine cariche di grano in uno scenario di grande incertezza?

 

Leggendo i report di Puglisi ci soffermiamo su una questione che ci era sfuggita: la sottoscrizione polizze assicurative per i carichi da e per il Mar Nero. Certo, la Russia sta facendo passare di nuovo le navi ucraine. Ma l’attacco alle navi russe ha messo in luce nuovi, possibili rischi. Quanto costeranno le polizze assicurative, ammesso che qualcuno sia disposto ad offrirle in uno scenario di guerra? Sono partite e partiranno ad un ritmo velocissimo tutte le navi che avevano già la copertura assicurativa. E poi che succederà? Chi è che sottoscriverà le future polizze assicurative? E a che prezzo? I russi, come già ricordato, non stanno dicendo no a ONU e Turchia che insistono per proseguire con il corridoio umanitario nel mar Nero. Ma in quanti avranno il coraggio si andare a caricare grano e altri prodotti agricoli senza le garanzie da parte dei russi? A prescindere dalla buona volontà di ONU e Turchia c’è il rischio di un rallentamento del flusso di prodotti agricoli ucraini dal Mar Nero. A questo punto bisognerebbe chiedersi: chi ha organizzato il bombardamento delle navi russe non ha calcolato lo scenario che si sta delineando o ha effettuato il bombardamento per creare l’attuale scenario? Di più: il fatto che le navi siano partite nonostante il bombardamento delle navi russe non significa che tali navi arriveranno subito a destinazione. C’è sempre e comunque il transito dalla Turchia che fa da vaglio e che in qualche modo determina il ritmo delle esportazioni. Sarà un caso, ma tutto quello che sta succedendo sta avvantaggiando la Russia, che prossimo G20 avrà modo di far valere le proprie ragioni.

A chi conviene il dollaro americano forte? 

Intanto negli Stati Uniti d’America, leggiamo nel report di Puglisi, il dollaro forte “ha continuato a pesare sui prezzi di mais e grano, generando preoccupazioni sul fatto che i cereali statunitensi non potessero avere un prezzo competitivo per alcuni acquirenti internazionali. Un dollaro più solido rende le materie prime statunitensi più costose per i detentori di altre valute. A conferma di ciò, giovedì il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha riportato vendite settimanali di esportazione di mais inferiori al previsto”. Secondo i dati dello stesso Dipartimento dell’Agricoltura americano, “gli acquisti cinesi di 3,6 milioni di tonnellate di mais statunitense al 20 Ottobre sono diminuiti da 11,9 milioni e 10,6 milioni di tonnellate nella stessa data nel 2021 e nel 2020”.

 

 

 

Dove prenderà il grano il Brasile, visto che il 50% della propria produzione è stata distrutta dalle piogge? 

 

In Sudamerica sembra che le piogge siano finalmente arrivate in Argentina. “Tuttavia – leggiamo sempre nel report di Puglisi – è probabile che la regione agricola principale dell’Argentina produca solo 1,34 milioni di tonnellate di grano, il che segnerebbe un calo dell’83% rispetto a un raccolto eccezionale un anno prima, ha affermato la borsa dei cereali di Rosario in un rapporto. Il Rosario Grain Exchange ha avvertito che il raccolto di grano potrebbe scendere ulteriormente, a 12,5-13,7 MMT. Brutte notizie arrivano anche dal Brasile. A parte i possibili brogli elettorali (di cui scriveremo in un articolo a parte) “il Paranà, il secondo stato produttore di grano del Brasile – leggiamo nel report di Puglisi – raccoglierà tra 3,7 e 3,5 milioni di tonnellate di grano in questa stagione… Tuttavia, gli analisti hanno affermato che circa la metà del raccolto avrebbe problemi di qualità a causa delle piogge di fine stagione, mentre 300-400 TMT sarebbero inutilizzabili come macinazione del grano. Pertanto, il Brasile dovrà cercare venditori di grano alternativi tra il fallimento del raccolto dell’Argentina e i problemi interni di qualità”. Insomma, anche il Brasile – che sembrava lanciato vero una produzione record di grano – dovrà acquistare grano dai paesi esteri, ovvero da Stati Uniti, Canada e Russia.

Foto tratta da Avvenire

 

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