La Russia blocca l’accordo sul Mar Nero così l’Ucraina non potrà più esportare grano e altri prodotti agricoli

30 ottobre 2022
  • Lo ha deciso ieri la Russia di Putin in seguito agli attacchi di droni ucraini alla flotta russa in Crimea
  • L’accordo sul Mar Nero non ha mai convinto i russi (e soprattutto non li ha mai favoriti) 
  • L’ONU sta provando a mediare, ma sembra uno sforzo inutile 
  • Adesso lo scenario si potrebbe complicare. E per l’Occidente si profila l’ombra della stagflashion…

Lo ha deciso ieri la Russia di Putin in seguito agli attacchi di droni ucraini alla flotta russa in Crimea

 

Da ieri non c’è più l’accordo tra Russia e Ucraina per l’export di grano e altri prodotti agricoli ucraini dal Mar Nero. Lo scrive l’analista dei mercato internazionali, Sandro Puglisi, nella pagina Facebook “Amici del grano duro di Sicilia”. L’accordo, che era stato raggiunto grazie alla mediazione dell’ONU è della Turchia, è stato bloccato dalla Russia in seguito a un attacco di droni ucraini alla flotta russa in Crimea. “Questo – scrive Puglisi – è un duro colpo per i tentativi di alleviare la crisi alimentare globale!”. Puglisi riporta una dichiarazione del Ministero della Difesa russo: “L’Ucraina ha attaccato la flotta del Mar Nero vicino a Sebastopoli con 16 droni. Gli specialisti della Marina britannica hanno contribuito a coordinare l’attacco”. Puglisi ci dà anche un’altra notizia: “La Russia ha anche detto che il personale della Marina britannica è responsabile dell’esplosione dei gasdotti Nord Stream”. Chiamata in causa su una vicenda estremamente grave – le esplosioni che hanno reso inservibili i gasdotto Nord Stream 1 e Nord Stream 2 – la Gran Bretagna, scrive sempre Puglisi, ha definito “false” le affermazioni della Russia che mirerebbero a “distogliere l’attenzione dai fallimenti militari russi”.

 

L’accordo sul Mar Nero non ha mai convinto i russi (e soprattutto non li ha mai favoriti) 

 

Al di là del botta e risposta tra la Russia e l’Occidente – perché è chiaro che la Russia si trova a combattere in Ucraina non contro l’esercito ucraino, ma contro tutto il cosiddetto Occidente industrializzato, dal mondo anglosassone (ovvero Stati Uniti d’America e Gran Bretagna) all’Unione europea – bisognerà capire cosa succederà con lo stop all’accordo che ha consentito il passaggio delle navi ucraine cariche di prodotti agricoli dal Mar Nero. “La sospensione dell’affare del grano – scrive sempre Puglisi – taglierà le esportazioni di grano ucraino dai suoi cruciali porti del Mar Nero! Il presidente ucraino Zelenskiy ha chiesto alla comunità internazionale una risposta forte. Il Ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha detto che Mosca sta usando un falso pretesto per far deragliare l’accordo. Nel frattempo, in una dichiarazione ufficiale, l’Unione Europea ha fatto sapere che ‘tutte le parti devono astenersi da qualsiasi azione unilaterale che possa mettere a repentaglio’ un accordo che ha definito uno sforzo umanitario fondamentale!”. Puglisi fornisce anche qualche dato: “Nell’ambito dell’accordo delle Nazioni Unite sul grano, l’Ucraina ha esportato oltre 9 milioni di tonnellate di mais, grano, girasole, prodotti, orzo, canola e soia”. L’analista dei mercati internazionali aggiunge che “La Russia ha ripetutamente dichiarato che ci sono stati seri problemi riguardo al Grain Deal”.

 

L’ONU sta provando a mediare, ma sembra uno sforzo inutile 

 

L’Organizzazione delle Nazioni Unite in queste ore sta provando a mediare con la Russia. “Il capo dell’aiuto dell’ONU, Martin Griffiths – scrive sempre Puglisi – ha appena detto mercoledì di essere ‘relativamente ottimista’ sul fatto che l’accordo sarebbe stato esteso oltre la metà di Novembre”. In queste ore convulse il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, “ha sottolineato l’urgenza di rinnovare l’accordo per contribuire alla sicurezza alimentare in tutto il mondo”. Per la Russia ha parlato il Ministro dell’Agricoltura, Dmitry Patrushev, che ha annunciato, scrive ancora Puglisi, “che la Russia è pronta a fornire gratuitamente fino a 500.000 tonnellate di grano ai Paesi poveri nei prossimi quattro mesi, con l’assistenza della Turchia, e a sostituire le forniture di grano ucraino!”.

 

Adesso lo scenario si potrebbe complicare. E per l’Occidente si profila l’ombra della stagflashion…

 

Che dire di quanto sta accadendo? Che la fine dell’accordo tra Russia e Ucraina per far transitare dal Mar Nero grano e altri prodotti agricoli freschi e trasformati dell’Ucraina non poteva reggere. Ci sono due modi di vedere quanto sta succedendo. L’Occidente – che è parte in causa in quanto protagonista di una guerra contro la Russia e, sotto traccia, contro la Cina – fa trapelare notizie che danno l’Ucraina in grande spolvero con avanzate travolgenti nei territori occupati di russi. osservando quanto sta accadendo con gli occhi della storia, non possiamo fare a meno di ricordare che anche Napoleone e Hitler avanzavano con grande determinazione durante le rispettive campagne militari contro la Russia. Ma sia le truppe napoleoniche e poi le truppe tedesche impattarono con l’Inverno, che da quelle parti è un po’ diverso, ad esempio, dall’Inverno siciliano dove fino a Natale – e da alcuni anni anche a Gennaio e Febbraio – la sera su sorseggia l’aperitivo all’aperto. Da quelle parti l’Inverno è piuttosto rigido e qualcuno ha il dubbio che i rissi stiano facendo avanzare gli ucraini per attirarli in una trappola ove il freddo invernale non li favorirà… Sempre pensando all’Inverno, i russi hanno cominciato a distruggere le centrali elettriche in Ucraina: e questa è un’altra pessima notizia per Zelensky. Questo comporta nuove forniture di soldi e armi occidentali all’Ucraina: ma queste forniture di armi e soldi creano problemi economici a Stati Uniti ed Europa, che sono costrette ad alzare i tassi d’interesse per cercare di domare un’inflazione che si somma alla recessione, proprio come avvenne nell’Occidente industrializzato all’indomani della guerra del Kippur, quando gli economisti occidentali, forti delle convinzioni legate alla mitica ‘curva di Phillips”, si ritrovarono di fronte, contemporaneamente, a dover fronteggiare sia un aumento generale dei prezzi, sia una mancanza di crescita dell’economia in termini reali… la la chiamarono stagflashion…

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano 

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