Non è vero che in Europa, Italia in testa, sta arrivando meno grano canadese. Anzi / MATTINALE 823

24 ottobre 2022
  • La nostra analisi si base sui dati reali che abbiamo letto la scorsa settimana nei report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi
  • Il ritmo delle consegne di grano canadese più debole significa che c’è un calo negli acquisti europei di grano canadese tenero e duro?
  • Non è che i canadesi sono tranquilli perché molto del grano pronto per l’esportazione è stato già venduto e si aspetta solo che venga esportato?
  • Una strategia per far pagare qualcosa in più agli acquirenti?

La nostra analisi si base sui dati reali che abbiamo letto la scorsa settimana nei report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi

 

Nel MATTINALE di oggi affrontiamo un tema che tocca da vicino l’industria agroalimentare italiana: il grano canadese. E quando citiamo il grano canadese facciamo riferimento sia al grano duro, che nel nostro Paese viene utilizzato per produrre la pasta, sia il grano tenero (per lo più varietà Manitoba) sul quale si fonda l’industria dolciaria e la produzione di pane (soprattutto nel Centro Nord Italia, perché nel Sud e in Sicilia per il pane dovrebbe essere utilizzato il grano duro: il condizionale è d’obbligo, perché no sappiamo se le cose stanno sempre così). Affrontiamo questo argomento partendo dall’ultimo report della scorsa settimana dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. “In Canada – scrive Puglisi – le consegne di grano tenero dei produttori nella settimana 11 della stagione di spedizione sono state di 471,4k tonnellate. Questo era leggermente più debole rispetto a 477,7k pubblicato una settimana prima. Anche le consegne di grano duro sono diminuite a 124,9 mila tonnellate da 149,6 mila della settimana prima. Nel frattempo, il Canada ha esportato 333,1 mila tonnellate di grano tenero nella settimana 11 della stagione delle spedizioni. Era più debole rispetto a 593,9 mila tonnellate di una settimana prima. Le esportazioni di grano duro, al contrario, sono aumentate a 130,9 mila tonnellate, in calo rispetto ai 48,6 mila tonnellate della settimana prima. Di conseguenza, le scorte commerciali totali di grano tenero si sono attestate a 2.972,2k ton, in calo rispetto ai 3.056,4k ton di una settimana prima. Per quanto riguarda il duro, le scorte commerciali totali si sono attestate a 834,7k ton, in calo rispetto a 886,2k ton della settimana precedente. Il grano duro esportato nella settimana terminata il 16 Ottobre (settimana 11), è il più grande volume settimanale spedito nelle 11 settimane di questo anno di raccolto… Le esportazioni cumulative di 560.200 tonnellate sono in calo di 224.540 tonnellate, pari al 28,6%, dalla media quinquennale, ma addirittura del 23,8% rispetto al ritmo stabilito nel 2021-22 quando si è verificata una forte riduzione della produzione”.

 

Il ritmo delle consegne di grano canadese più debole significa che c’è un calo negli acquisti europei di grano canadese tenero e duro?

 

A questa domanda la risposta è semplice: no! Questi ‘numeri’ vanno illustrati meglio. Partendo dal presupposto che la gestione delle produzioni in Canada, ma anche in tanti altri Paesi esportatori di prodotti agricoli, è molto diversa da come siamo abituati a vederla dalle nostre parti. C’è un attento monitoraggio non solo delle quantità prodotte, ma anche delle quantità che vengono trasferire ai terminal di carico pronte per le esportazioni. Grazie ai report di Puglisi, che sono una fonte inesauribile di informazioni, appuriamo che nell’11esima settimana le consegne di grano tenero da parte dei produttori canadesi ai terminal sono state pari 471,4k mt e tra queste vi era una discreta presenza di grano Manitoba. Il ritmo delle consegne è stato leggermente più debole rispetto alle 477,7k di una settimana prima. Questo calo è stato parzialmente dovuto ad riduzione della disponibilità di vagoni per via della contemporanea attività di trasferimento di tanti altri prodotti. Infatti non ci sono solo grano tenero e grano duro tra i prodotti agricoli che il Canada esporta ma anche, ad esempio, colza e mais. A cui si aggiungono i fertilizzanti, i prodotti energetici e via continuando. Puglisi ci racconta che non sempre le ferrovie, principale mezzo di trasporto nel Canada, riescono a tenere il ritmo. Insomma, ci possono essere ritardi dovuti alla logistica.  Va aggiunto – altra notizia che abbiamo appreso leggendo i report di Puglisi – che le operazioni in questo periodo dell’anno si svolgono velocemente poiché in Canada, appena arriva l’Inverno, diventa pressoché impossibile trasferire i prodotti dalle praterie ai porti. Il Canada, insomma, non è la Sicilia, dove si va al mare a fine Ottobre. Lì sta per arrivare il freddo e, di conseguenza, si dà precedenza a ciò che è più necessario ovvero a ciò da cui si trae un maggiore vantaggio economico.

 

Non è che i canadesi sono tranquilli perché molto del grano pronto per l’esportazione è stato già venduto e si aspetta solo che venga esportato?

 

Puglisi, nel suo report, ci segnala che sono diminuite anche le consegne di grano duro, che nell’11esima settimana sono state di 124,9 mila tonnellate rispetto alle 149,6 mila della settimana precedente. Anche questo dato va osservato con un po’ di attenzione. Così come attenzione va posta anche all’export del grano tenero canadese. Sempre con riferimento all’11esima settimana, il Canada – citiamo sempre i dati forniti da Puglisi – ha esportato 333,1 mila tonnellate di grano tenero. Ovvero poco meno della metà rispetto alle 593,9 mila tonnellate di una settimana prima. Perché? Perché, con molta probabilità, il dollaro forte ha ridotto l’appetito degli importatori. A questo si aggiungono la ciclicità dei carichi e problemi nelle disponibilità delle portarinfuse. Un elemento con il quale stiamo cominciando a familiarizzare leggendo i report di Puglisi è che, spesso, la realtà è molto complessa e a giocare sono tanti fattori. Le esportazioni di grano duro canadese, al contrario, sono aumentate e sono arrivate a ben 130,9 mila tonnellate, quindi decisamente più in alto rispetto alle 48,6 mila tonnellate della settimana prima. Ma anche in questo caso bisogna analizzare bene lo scenario. E anche in questo caso la lettura dei report di Puglisi risulta illuminante. Dando un’occhiata alle scorte commerciali totali presenti ai terminal di grano tenero scopriamo che sono pronte per le esportazioni ben 2.972,2k tonnellate di prodotto, mentre per quanto riguarda il duro le scorte commerciali totali sono pari a 834,7k tonnellate. Va detto che molto del grano canadese esportato o pronto per l’esportazione è stato già venduto dai produttori la scorsa Primavera. Che significa? Che gli acquirenti – e tra queste anche le industrie italiane – hanno già il grano canadese in parte già dentro e in parte in arrivo. Leggendo i report scopriamo che il grano duro canadese esportato nella settimana terminata il 16 Ottobre – ovvero la citata 11esima settimana – è stato il più grande volume settimanale spedito nel corso delle 11 settimane di questo anno di raccolto! Il volume di questa settimana è anche il più grande volume settimanale spedito dalla quinta settimana dell’anno di raccolto 2021-22. Anche in questo caso, il dato va letto nella sua completezza. Le esportazioni cumulative di grano canadese sono state fino ad oggi pari a 560.200 tonnellate. Un dato che rappresenta calo del 28,6% rispetto alla media quinquennale. Questo numero è anche in calo del 23,8% rispetto al ritmo stabilito nel 2021-22 quando si è verificata l’ormai famosa forte riduzione della produzione canadese!

 

Una strategia per far pagare qualcosa in più agli acquirenti? 

 

Cosa significa questo? Che il Canada non riesce ad esportare per via della logistica o altro? Che i canadesi non voglio esportare e stanno trattenendo il prodotto? Oppure non c’è molto richiesta di grano canadese? Insomma cosa sta succedendo? Con molta probabilità, si sta semplicemente materializzando un rallentamento “controllato” dell’ export giusto per far salire “artificiosamente” i prezzi ed invogliare a seminare più grano duro! Approfondendo i report di Puglisi i dati che sembrano preoccupanti per la granicoltura canadese in realtà non lo sono affatto, se è vero che le consegne totali dei produttori di grano del Canada negli stabilimenti autorizzati sono state pari a 1,0845 tonnellate. Queste sono ben al di sopra delle 821.900 tonnellate consegnate nello stesso periodo nel 2021-22 e del 25% in più rispetto alla media quinquennale! Le scorte commerciali di grano duro negli stabilimenti autorizzati sono pari a 834.700 tonnellate, in aumento rispetto alle 659.300 tonnellate registrate un anno fa e del 17,3% in più rispetto alla media quinquennale! Insomma… che fretta c’è a far arrivare il grano canadese nei Paesi acquirenti (Italia in primis); del resto, il grano è già stato acquistato e pronto ad esser caricato. Arriverà quando saranno ultimante le semine in Europa! Nel frattempo molti acquirenti europei si vedranno costretti a pagare qualcosa in più. Morale: chi pensa che in giro, in Europa – e soprattutto in Italia – ci sarà meno grano canadese, tenero e duro, forse sta facendo male i conti…

 

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