Rigassificatori nel mirino dei terroristi con rischio di migliaia di morti se realizzati nelle aree abitate. I rischi delle navi metaniere

22 ottobre 2022
  • La transizione ecologica del piffero! L’Italia sta puntando su impianti di rigassificazione altamente inquinanti per produrre energia con il gas che ha un potere climaterante di gran lunga superiore a quello della CO2?
  • Per realizzare impianti pericolosi per l’ambiente e la salute umana andranno in deroga alle leggi a colpi di commissariamenti?
  • Istituito un fondo di 30 milioni di euro all’anno per realizzare rigassificatori. Cittadini e imprese non possono essere aiutare a pagare le bollette e si stanzia una barca di soldi per i rigassificatori? 
  • Rigassificatori obiettivi privilegiati dei terroristi?
  • Quali sono i possibili incidenti ai rigassificatori? E che cosa si farà per prevenirli? 
  • Democrazia in pericolo?
  • Che fine ha fatto la transizione energetica?

da Alessio Lattuca
Presidente Movimento Per la Sostenibilità
riceviamo e pubblichiamo

La transizione ecologica del piffero! L’Italia sta puntando su impianti di rigassificazione altamente inquinanti per produrre energia con il gas che ha un potere climaterante di gran lunga superiore a quello della CO2?

 

Nel Paese il “paradosso” ha preso il sopravvento! Infatti, proprio nel bel mezzo di una emergenza climatica, che sta provocando catastrofi ambientali che si ripercuotono sulla vita delle persone e danneggia l’ambiente e i territori a causa principale dell’utilizzo delle fonti fossili (lo stesso metano, vantato come combustibile pulito, ha un potere climalterante notevolmente superiore a quello della CO2, alcuni studi dicono addirittura 80 volte superiore) … impianti di rigassificazione rilasciano in aria, volutamente o per guasti tecnici, notevoli quantità di metano, così come è molto inquinante oltre che costoso il trasporto con navi metaniere. Il “paradosso” si manifesta in tutta la sua dirompenza nel comportamento del Governo Draghi che, dopo che il Parlamento Europeo ha approvato il raggiungimento della neutralità climatica, zero emissioni, nel 2050, ma anche una riduzione delle emissioni del 60% entro il 2030, si è impegnato in controtendenza a dare fino al 2043 incentivi, 30 milioni l’anno, alle imprese che costruiscano infrastrutture per continuare a utilizzare fonti fossili. E’ evidente il totale disimpegno del Governo e del Parlamento verso il clima, la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini ma è altrettanto evidente l’interesse a favorire le società che vogliono continuare a fare profitti sfruttando le fonti fossili.

 

Per realizzare impianti pericolosi per l’ambiente e la salute umana andranno in deroga alle leggi a colpi di commissariamenti?

 

Parlano i fatti. L’articolo 5, Disposizioni per la realizzazione di nuova capacita’ di rigassificazione, stabilisce che “le opere finalizzate all’incremento della capacità di rigassificazione… costituiscono interventi strategici di pubblica utilità, indifferibili e urgenti… per la realizzazione delle opere e delle infrastrutture connesse, sono nominati uno o più Commissari straordinari di Governo”. Occorre ricordare i due termini: strategicità e commissario, perché qui è racchiusa la fregatura ai danni dei cittadini! Infatti, per la costruzione di queste opere l’autorizzazione è rilasciata dal Commissario con un procedimento unico e si applica l’esenzione dalle valutazioni ambientali: è sufficiente una semplice comunicazione alla Commissione europea e si va avanti. L’autorizzazione del Commissario “andrebbe” – pensate – perfino in deroga alla conformità urbanistica e paesaggistica, avrebbe effetto di Variante degli strumenti urbanistici, di Variante al Piano regolatore portuale, in definitiva, assoggetta l’area a un vincolo preordinato all’esproprio. I margini per la partecipazione dei cittadini si restringono, ci sono 30 giorni dalla pubblicazione del progetto, quasi sempre costituito da molte centinaia di pagine di relazioni e dati che i cittadini devono esaminare per presentare Osservazioni puntuali.

 

Istituito un fondo di 30 milioni di euro all’anno per realizzare rigassificatori. Cittadini e imprese non possono essere aiutare a pagare le bollette e si stanzia una barca di soldi per i rigassificatori? 

 

La gestione commissariale è altamente antidemocratica, toglie trasparenza alla procedura, aggira le leggi che in Italia hanno recepito le Direttive Seveso e rende quasi impossibile per i cittadini intervenire su decisioni che riguardano il loro territorio e la loro stessa vita. Tutto l’opposto degli articoli della Costituzione Italiana e, in particolare, dall’articolo 9 che “recentemente lo stesso Parlamento” ha introdotto con la tutela dell’ambiente; per non parlare degli articoli che difendono la salute dei cittadini, quelli che segnano i confini dell’iniziativa economica, nonché contro Convenzioni della Comunità Europea, come la Convenzione di Aarhus, per fare un esempio. L’art. 12 stabilisce inoltre che gli impianti di produzione di energia da fonti fossili possano godere di deroghe in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale per sei mesi e poi, se perdurasse lo stato di eccezionalità, per altri sei. Infine, “al fine di limitare il rischio sopportato dalle imprese di rigassificazione che realizzano e gestiscono le opere e le infrastrutture è istituito… un fondo pari a 30 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2043”!

 

Rigassificatori obiettivi privilegiati dei terroristi?

 

Nell’articolo 5 bis, introdotto nella conversione in legge del Decreto, sono stati stanziati ulteriori fondi: “Al fine di contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti, il Gestore dei servizi energetici (GSE, Società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze)… provvede a erogare un servizio di riempimento di ultima istanza tramite l’acquisto di gas naturale, ai fini del suo stoccaggio e della sua successiva vendita entro il 31 dicembre 2022, pari a 4 mld di euro”. In merito al problema della “pericolosità” degli impianti esistono tragiche esperienze richiamate dalle dichiarazioni del Pentagono secondo le quali risultano tra gli obiettivi primari del terrorismo. L’assunto serve ad avvalorare le tesi ampiamente documentate e il recente attacco terroristico ai gasdotti dovrebbero indurre chi ha responsabilità politica a riflettere sui danni che l’indifferenza può causare all’ambiente e ai cittadini. Al riguardo, le affermazioni di Snam, in merito ad un ineffabile piano di sicurezza contro eventuali minacce terroristiche ai rigassificatori nelle controdeduzioni di un progetto per l’installazione di un impianto in Toscana risultano pesantemente contraddittorie, nonostante a loro dire in caso di attacchi terroristici “il terminale sarà dotato di un piano di security, attualmente in fase di condivisione con le autorità competenti, per prevenire le minacce e gestirle per minimizzarne i potenziali effetti”.

 

Quali sono i possibili incidenti ai rigassificatori? E che cosa si farà per prevenirli? 

 

È convinzione diffusa nel mondo scientifico che le possibilità di un incidente possono derivare da malfunzionamenti, guasti, errori umani, eventi naturali imprevedibili, considerato l’attuale momento di crisi geopolitica con l’appoggio del Parlamento Italiano alla guerra in Ucraina, la vulnerabilità a possibili attacchi terroristici. Snam risponde con timidi tentativi di rassicurare sulla questione di Piombino, dove il progetto del rigassificatore è contestato dai cittadini: “Il Terminale sarà dotato di un piano di emergenza interna, il cui sviluppo non è richiesto dal D.Lgs. 105/2015 nella fase di rapporto di sicurezza preliminare. La progettazione ha previsto che il terminale sia dotato di un sistema di sicurezza per la protezione di personale, impianti di produzione e ambiente, costituito da due sezioni… e, pertanto, saranno disponibili adeguati sistemi di blocco. Ma ha omesso di ricordare la legge Seveso 2, stando alla quale questi impianti sono considerati a rischio di incidenti rilevanti. In merito alla vulnerabilità agli attacchi terroristici fa finta di non sapere che dagli atti del Congresso degli Stati Uniti del 21 Aprile 2005, Ed Markey, deputato del Congresso, ha affermato che gli impianti di GNL sono “tra gli obiettivi più attraenti per i terroristi”. Nel 2004 i giornali, titolavano: “Un dirigente della Lloyd paragona un attacco al GNL ad un esplosione nucleare” e si legge che un dirigente dell’Assicurazione Lloyd di Londra, Peter Levene, ha affermato che: “Anche le gasiere, sia in mare che nei porti, costituiscono evidenti bersagli”. Quindi, se un gruppo terrorista requisisse una nave metaniera carica di GNL sarebbe un affare molto pericoloso provare a arrestarlo senza rompere contenitori. Richard Clarke, ex capo del controterrorismo USA, afferma: “Ci siamo anche resi conto che l’esplosione di una delle grandi gasiere nel porto spazzerebbe via il centro di Boston”. Snam ha dimenticato, soprattutto, di ricordare ciò che ha scritto sul rischio incidente catastrofico nelle offerte di vendita della azioni, nel prospetto per l’ammissione a quotazione nella Borsa Italiana: “Benché Snam Rete Gas Spa ritenga di svolgere la propria attività nel sostanziale rispetto di leggi e regolamenti in materia di ambiente e sicurezza, il rischio di incorrere in oneri imprevisti e obblighi di risarcimento, ivi comprese le richieste di risarcimento dei danni a cose e persone, in tema di ambiente e di sicurezza è connaturato alla gestione di gasdotti e di impianti di rigassificazione”.

 

Democrazia in pericolo?

 

Si tratta di elementi assolutamente reali e dimostrati, anche se tenuti in pochissimo conto, unitamente alla “questione” che è al di sopra di tutto questo e che sta sottraendo sempre più spazi ai cittadini: la progressiva erosione della democrazia. A tale proposito è sufficiente commentare l’art. 5 e l’art. 12 del Decreto Legge n. 50 del 17 maggio 2022 convertito con modificazioni con la Legge 91 del 15 luglio 2022, Disposizioni in materia di energia e impresa si tratta di un’azione improvvida che con il malinteso utilizzo dell’emergenza (concorre in modo esponenziale a creare disaffezione) strumentalizzando la realtà e fa sì che prendano sempre più campo, diventino agire normale, la dichiarazione di strategicità e la gestione commissariale. Si rende pertanto, necessario verificare se corrisponde al vero quanto affermato su giornali e tv, sostenuto anche dai partiti di governo o che si preparano a governare, se il Paese è davvero alla canna del gas e svolgere alcune considerazioni sulla presunta emergenza energetica e sull’uso di fonti fossili. Posto che, dall’esame dei ufficiali del Ministero della Transizione e dal raffronto tra Luglio 2022 con Luglio 2021 e tra i primi 7 mesi del 2022 emergono alcuni dati: sono aumentate del 600% le esportazioni, sono aumentate le importazioni, è diminuito il consumo interno, sono state in anticipo ampiamente ripristinate le scorte. Dalle evidenze non sembra una situazione di crisi, anzi, il fabbisogno sembrerebbe soddisfatto con le infrastrutture attualmente funzionanti.

 

Che fine ha fatto la transizione energetica?

 

Il Governo e il Parlamento, piuttosto che equivocare, avrebbero già dovuto investire – come prevede il PNRR – nella transizione energetica come unica strada percorribile per liberare il Paese dalla dipendenza dal gas e dotare l’Italia di un moderno Piano Energetico necessario per individuare le zone dove collocare gli impianti e per evitare ulteriori guasti paesaggistici e danni alla produzione agricola. Eppure, il Paese è costretto ad assistere al solito teatrino i cui attori (i soliti noti) sono sempre gli stessi “boiardi di Stato”. Infatti negli ultimi mesi Snam ha acquistato due navi rigassificatrici, è ripartito l’iter per la costruzione di nuovi rigassificatori e, incredibilmente, si progetta in Sicilia (a partire da Porto Empedocle?) la collocazione dell’Hub del gas: uno straordinario strumento nelle loro mani per continuare a fare affari con l’aumento delle esportazioni e il variare del prezzo del gas alla borsa di Amsterdam che, come noto, hanno portato vantaggi miliardari ai players dell’energia, i quali hanno visto crescere a dismisura i suoi profitti e impoverito imprese e famiglie.

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