Pompei riscrive la storia: Diego Armando Maradona sostituisce in una via Vittorio Emanuele III di Savoia

29 settembre 2022
  • L’iniziativa del Comune campano è accompagnata da uno splendido murale  di Maradona con la maglia dell’Argentina ma con lo stemma del Napoli: l’omaggio a due popoli
  • Il messaggio culturale è forte: via il nome del re che non si oppose all’ascesa al potere di Benito Mussolini e che, nel 1938, firmò le leggi razziali e omaggio a un grandissimo personaggio simbolo del riscatto di Napoli    
  • Il commento di Gennaro De Crescenzo 

L’iniziativa del Comune campano è accompagnata da uno splendido murale  di Maradona con la maglia dell’Argentina ma con lo stemma del Napoli: l’omaggio a due popoli

A Pompei si comincia a cambiare la storia. Nella cittadina della Campania nota per essere stata sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo è stata decisa una storica svolta toponomastica: via da una strada centrale il nome di Vittorio Emanuele III di Savoia, al suo posto arriva il grandissimo Diego Armando Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi che – oltre che campione nello sport – è stato anche il simbolo del riscatto dei napoletani e degli argentini. Nei pressi della via che prende il nuovo nome è stato realizzato il murale di Maradona con la maglia dell’Argentina ma con lo stemma del Napoli al posto dello sponsor tecnico. Un omaggio a due popoli: al popolo napoletano allargato alla Campania e al popolo argentino.

Il messaggio culturale è forte: via il nome del re che non si oppose all’ascesa al potere di Benito Mussolini e che, nel 1938, firmò le leggi razziali e omaggio a un grandissimo personaggio simbolo del riscatto di Napoli    

I lettori de I Nuovi Vespri sanno cosa pensiamo noi dei Savoia, di Garibaldi e della ‘presunta’ unità d’Italia costruita con il sangue dei meridionali nel 1860 e nel decennio successivo con le repressioni criminali operate dai piemontesi nel Sud e in Sicilia, stragi che hanno anticipato, per ferocia, gli anni del nazismo. Non è la prima volta che a Napoli Vittorio Emanuele III viene ‘destituito’ nella toponomastica: basti ricordare la sua sostituzione con lo scrittore Salvatore Morelli. Tutti i regnati Savoia non hanno brillato ma forse il peggiore di tutti è stato proprio Vittorio Emanuele III che, lo ricordiamo, non volle fermare l’ascesa al potere di Benito Mussolini con la farsesca marcia su Roma; per non parlare, nel 1938, della firma delle leggi razziali. “Il caso di Pompei – leggiamo su VESUVIOLIVE.it – è particolarmente bello perché è una scelta che ha a che fare con il sentimento popolare, con la gioia e l’orgoglio di essere parte di una rivoluzione sportiva ma anche sociale. Maradona ha rappresentato il riscatto identitario di un popolo, quello partenopeo, che fino ad allora era vessato e discriminato senza poter contare su alcuna valvola di sfogo. La portata di Diego non è stata solo sportiva, poiché ha difeso i napoletani fuori dal campo attraverso le gesta sul campo: la sua grandezza calcistica ha amplificato le parole (in primis quelle sul razzismo anti napoletano) pronunciate in virtù della sua grandezza umana”.

Il commento di Gennaro De Crescenzo 

Su Facebook leggiamo il commento di Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico-Movimento per il nuovo Sud: “Il Comune di Pompei (primo al mondo) ha approvato (all’unanimità) la delibera per cambiare il nome di via ‘Vittorio Emanuele III’ con il nome di ‘Diego Armando Maradona’ e ha dedicato al campione argentino-napoletano uno splendido murales in divisa biancoceleste (e stemma del Napoli in petto). Non entriamo nel merito storico ed evitiamo di pensare che quella strada era dedicata al re delle leggi razziali e della fuga dall’Italia, discendente della dinastia che unificò l’Italia (a danno del Sud). Ci piace evidenziare che si tratta di una scelta carica di radici e orgoglio e di una scelta intelligente (già migliaia ogni giorno i visitatori italiani e stranieri). Bello il segnale e belle anche le motivazioni: Maradona era molto legato al santuario e agli orfanelli ai quali ogni anno faceva (in silenzio) regali e offerte. Un piccolo grande esempio di come la storia possa cambiare. E sta cambiando…”.

Foto tratta da www.neoborbonici.com 

 

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