Il listino delle elezioni siciliane è sbagliato, corretto dichiarare deputati i primi dei non eletti della coalizione vincente/ MATTINALE 799

29 settembre 2022
  • Gli ‘aggiustamenti’ nel centrodestra
  • Con il listino ‘siculo’ risultano spesso eletti i candidati senza voti
  • La logica del listino siciliano è la stessa delle liste bloccate per l’elezione della Camera e del Senato

Gli ‘aggiustamenti’ nel centrodestra

Sono passati tre giorni dalla fine delle elezioni regionali siciliane e ancora i conti non tornano. All’appello mancano i voti di alcune sezioni. Con molta probabilità, è in corso una sorta di ‘aggiustamento dei conti’ all’interno del centrodestra dell’Isola. La presenza dei sette parlamentari regionali eletti dal movimento di Cateno De Luca ha fatto saltare i conti e ci sarà qualche big di centrodestra che resterà fuori dalla nuova Assemblea regionale siciliana. Da quello che si capisce, il movimento di De Luca ha fatto saltare l’elezione di qualche nome noto sia alle elezioni politiche nazionali (ricordiamo che il movimento di De Luca ha eletto un deputato nazionale e un senatore, strappandoli alla vecchia politica siciliana), sia alle elezioni regionali. Sempre da quel poco che si capisce, mancherebbero i voti di 48 sezioni. Nella provincia di Palermo ci sono stati problemi con alcune sezioni del Comune di Marineo, problema che è stato risolto. In questo momento mancano i voti di 43 sezioni della provincia di Siracusa, di due sezioni della provincia di Agrigento, di due sezioni del Comune di Villalba (provincia di Caltanissetta e una sezione del nuovo Comune di Misiliscemi, in provincia di Trapani.

Con il listino ‘siculo’ risultano spesso eletti i candidati senza voti

Ma a parte questi problemi – che tengono in fibrillazione gli esponenti del centrodestra rimasti fuori dal Parlamento nazionale e quelli che rimarranno fuori dal Parlamento siciliano – con questo MATTINALE vogliamo segnalare, ancora una volta, l’assurdità del listino inventato in Sicilia nel 2001, quando il Parlamento siciliano ha approvato la legge elettorale che ha introdotto l’elezione diretta del presidente della Regione siciliana. Non finiremo mai di scrivere che questa legge è sbagliata perché, spesso, non assicura la maggioranza al presidente della Regione eletto. E quando riesce ad assicurarla – come nel caso di oggi con il candidato presidente che ha vinto le elezioni con oltre il 40% dei voti – lo fa in modo arbitrario, eleggendo i soggetti inseriti nel listino. Succede così che candidati che hanno sostenuto gli oneri e la fatica della campagna elettorale rimangono fuori dal Parlamento dell’Isola in quanto non eletti nonostante siano riusciti a prendere migliaia di voti, mentre chi è stato inserito nel listino, pur avendo preso un numero ridicolo di voti, viene eletto deputato. A questa follia si potrebbe ovviare eleggendo i primi dei non eletti dello schieramento che ha vinto le elezioni, premiando, così, chi ha sostenuto la fatica di una campagna elettorale.

La logica del listino siciliano è la stessa delle liste bloccate per l’elezione della Camera e del Senato

E’ questo il senso – alla fine – della normativa nazionale delle elezioni nelle Regioni a Statuto ordinario, normativa che prevede il cosiddetto ‘sforamento’: se lo schieramento del presidente della Regione eletto non raggiunge la maggioranza di consiglieri regionali, ebbene, risultano eletti i candidati migliori classificati nelle liste della coalizione vincente fino ad assicurare la maggioranza al presidente della Regione eletto. In Sicilia lo ‘sforamento’ non può essere applicato – così ci hanno sempre spiegato – perché il numero di deputati dell’Assemblea regionale siciliana è ‘costituzionalizzato’ e per introdurre lo ‘sforamento’ ci vorrebbe una legge costituzionale. Ora, a parte il fatto che dal 2001 ad oggi non è certo mancato il tempo per approvare una legge voto (da parte del Parlamento siciliano) da sottoporre al Parlamento nazionale per risolvere questo problema, non si capisce perché in Sicilia si debba ricorrere a un listino antidemocratico che si mette sotto i piedi la volontà popolare. La questione – lo ribadiamo – potrebbe essere risolta pescando il premio di maggioranza da assegnare alla coalizione vincente valorizzando i candidati non eletti che hanno raggiunto i migliori risultati. Ma siccome la vecchia politica siciliana di centrodestra e centrosinistra è ‘fradicia’ fino in fondo, debbono mantenere l’attuale listino per ‘sistemare’ i propri sodali senza voti. Volendo, è la stessa logica delle liste bloccate per l’elezione della Camera e del Senato, dove a decidere l’elezione non debbono essere i cittadini scegliendo liberamente chi votare, ma i ‘capibastone’ dei partiti politici nazionali. Con questa logica – per citare quattro esempi – sono state elette in Sicilia quattro signore arrivate dal Nord Italia: nel centrodestra Marta Fascina, Stefania Craxi, Michela Brambilla e nel centrosinistra Annamaria Furlan. Quattro signore del Nord Italia ‘paracadutate’ in Sicilia mandate al Parlamento nazionale con il consenso dei siciliani che le hanno votate!

Foto tratta da Wikipedia

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