Il Belgio blocca le centrali nucleari nonostante la crisi energetica, mentre in Italia ci sono partiti che ignorano la volontà popolare

25 settembre 2022
  • La differenza tra Belgio e Italia
  • Un vecchio adagio siciliano recita: “Cu nasci tunnu un po’ moriri quadratu”…

La differenza tra Belgio e Italia

Il Belgio è un Paese europeo che, sotto il profilo energetico, si trova in una situazione di grande difficoltà. Basti pensare che il 64% della popolazione rischia di non potere pagare le super bollette di luce e gas. Non sono mancate le proteste di piazza. Ma il Belgio rimane un Paese serio. Negli anni passati il Governo ha deciso che avrebbe cominciato a smantellare le centrali nucleari. E nemmeno la crisi attuale gli ha fatto cambiare idea: in queste ore il Governo belga si accinge a spegnere il reattore nucleare Doel 3. In pratica, nemmeno lo spettro di restare a corto di energia per l’Inverno sta facendo cambiare idea ai governanti di questo Paese, come racconta il quotidiano scenarieconomici.it. Una differenza siderale rispetto all’Italia, dove una larga parte dei mondo politico, nonostante il doppio no dei cittadini italiani all’energia nucleare, vorrebbe tornare all’atomo. Tra i partiti che, ignorando la volontà popolare degli italiani, vorrebbero tornare all’energia nucleare ci sono Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Lega. Tra i favorevoli al nucleare ci sono anche Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda. Ambigua la posizione del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che esclude i finanziamenti pubblici, ma non ha una posizione chiara sul possibile ruolo dei privati in questo settore. Favorevole al nucleare anche + Europa. Contraria al nucleare la coalizione di centrosinistra.

Del resto, se l’Unione europea, oggi, è lo scendiletto di Washington un motivo ci sarà…

Diverso il discorso, come già ricordato, per il Belgio, nonostante le grandi difficoltà. Il Governo di questo Paese, ricorda scenari economici.it, non ha cambiato idea nemmeno quando è venuta fuori la notizia che il gruppo Aperam, produttore di acciaio inossidabile di questo Paese, interromperà in questi giorni l’attività perché non è in grado di sostenere i costi dell’energia elettrica. Si sa anche che il Governo ha chiesto la proroga per continuare a far funzionare altri rettori nucleari, ma ha incassato un no dal Parlamento. Scrive scenari economici.it: “All’inizio di questa settimana, Bart De Wever, sindaco di Anversa e leader del partito nazionalista Nuova Alleanza Fiamminga, ha dichiarato che ‘la crisi europea non può essere attribuita a Putin. Al contrario, si tratta di una crisi che l’Europa si è procurata da sola, eliminando gradualmente la propria produzione di energia primaria in questo secolo’. Chi può dargli torto?”. Invece in Italia si fa di tutto per non mettere in luce i disastri combinati dall’Unione europea sul fronte energetico. A cominciare dalla speculazione sul gas del mercato di Amsterdam. Un vecchio adagio siciliano recita: “Cu nasci tunnu un po’ moriri quadratu”

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano

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