L’alluvione che ha colpito le Marche potrebbe colpire anche la Sicilia. I rischi di Mondello a Palermo/ SERALE

16 settembre 2022
  • La politica italiana continua a sottovalutare i cambiamenti climatici e interviene solo dopo che inizia la conta dei danni (e in alcuni casi, purtroppo, dei morti)
  • In Sicilia la prevenzione delle alluvioni – a parte interventi sporadici iniziati da un anno a questa parte – è all’anno zero
  • I rischi ignorati per Mondello e Partanna Mondello

La politica italiana continua a sottovalutare i cambiamenti climatici e interviene solo dopo che inizia la conta dei danni (e in alcuni casi, purtroppo, dei morti)

L’alluvione che ha colpito in queste ore le Marche – con danno ingenti al territorio e 9 morti – potrebbe colpire anche la Sicilia. Parlano i fatti: dal 2000 al 2021 la nostra Isola è al secondo posto come numero di morti e dispersi a causa delle inondazioni. In testa – per questo tipo di eventi tragici – c’è la Toscana, al secondo posto c’è la Sicilia che è davanti alla Liguria. Le motivazioni dei rischi sono due. La prima è che la politica italiana in generale e la politica siciliana in particolare continuano ad ignorare i cambiamenti climatici. In Sicilia, tra la fine della Primavera fino a Novembre ci sono problemi con gli incendi nelle aree verdi (ma anche nelle aree abbandonate da Comuni, da altre amministrazioni e dai privati) e anche rischi di inondazioni, come quelle che si sono verificate lo scorso anno a Catania e dintorni e nel Siracusano. Dal Novembre dello scorso anno abbiamo invitato il Governo regionale ormai in uscita di Nello Musumeci ad assumere almeno 30 mila operai forestali da distribuire in tutto il territorio della nostra Isola per effettuare il servizio di prevenzione degli incendi e la sistemazione e la regimazione dei corsi d’acqua, piccoli e grandi, che con le piogge torrenziali esondano, travolgendo tutto quello che incontrano, terreni agricoli e abitazioni. Il Governo regionale uscente ha affrontato il problema incendi con aerei anfibi, elicotteri, droni, volontari della Protezione civile e con convenzioni con i Vigili del fuoco. Risultato: un disastro! Certo, non siamo ai quasi 80 mila ettari di boschi andati in fumo nell’Estate dello scorso anno, ma quando si tireranno le somme degli incendi estivi di quest’anno in Sicilia, il bilancio sarà ancora una volta tragico. Cosa è successo lo sapremo a fine Dicembre: ricordiamo che siamo ancora a Settembre e gli incendi boschivi continuano a funestare la Sicilia a causa di un Governo regionale inadeguato.

In Sicilia la prevenzione delle alluvioni – a parte interventi sporadici iniziati da un anno a questa parte – è all’anno zero

Lo stesso discorso vale per la prevenzione delle alluvioni. In verità il Governo regionale è intervenuto con finanziamenti qua e là: ma non abbiamo capito chi sta realizzando queste opere. Un tempo della regimazione dei corsi d’acqua e, in generale, delle opere idraulico-forestali si occupavano gli uffici della Regione siciliana (assessorato all’Agricoltura Azienda Foreste Demaniali della Regione), oggi non lo sappiamo, anche se abbiamo il dubbio che queste opere siano state affidate ai privati. In ogni caso – questo lo possiamo affermare con certezza – non c’è un piano regionale che tenga conto, contemporaneamente, delle aree a rischio dissesto idrogeologico e della regimazione dei corsi d’acqua, tant’è vero che una pioggia di media intensità provoca esondazioni e danni; se poi la pioggia è insistente, come quella che ha colpito Catania e il Siracusano lo scorso anno, i danni sono molto gravi. In Sicilia le aree a rischio inondazione sono tante, anche perché, grazie agli scippi finanziari del Governo nazionale di Matteo Renzi avvenuti tar il 2014 e il 2016, tutte le amministrazioni pubbliche della Sicilia sono senza soldi. In Sicilia, oggi, i soldi si trovano solo per le grandi opere pubbliche, per la progettazione e per le tan… E c’è anche il dubbio che vadano in scena affari loschi anche per quel poco di interventi messi in campo per fronteggiare incendi e qualche altra emergenza.

I rischi ignorati per Mondello e Partanna Mondello

Torniamo a segnalare il caso di Mondello e Partanna Mondello a Palermo. Mondello è stata letteralmente massacrata da un’attività edilizia incontrollata. Questa zona a mare della città era una palude che è stata bonificata nei primi del ‘900 e ha sempre presentato problemi di impermeabilità. La situazione è notevolmente peggiorata negli ultimi vent’anni, quando il cemento è praticamente raddoppiato. Partanna Mondello è sempre stata una zona a rischio: non a caso si allaga con piogge ordinarie da sempre. Non vogliamo nemmeno immaginare cosa succederebbe a Mondello e a Partanna Mondello se si dovesse materializzare una pioggia come quella che ha colpito lo scorso anno Catania. Cos’ha fatto la politica di Palermo e, soprattutto cosa continua a fare per Mondello e per Partanna Modello? Invece di programmare interventi idraulico-forestali c’è in programma ina nuova linea di Tram: altro cemento! Può sembrare una follia, ma è così. Gli appalti prima di tutto. Fino ad ora a questi politici banditi di passo è andata bene. Il problema è che i cambiamenti climatici non si fermano. Oggi hanno colpito le Marche, domani chissà. Noi torniamo a ricordare i problemi idro-geologici di Mondello e di Partanna Mondello a futura memoria…

 

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