Il centrodestra siciliano ritrova l’unità con Renato Schifani (per chi ci crede) candidato. Il PD e Caterina Chinnici annaspano e…/ MATTINALE 729

14 agosto 2022
  • Con la candidatura di Renato Schifani alla guida della Sicilia per il centrodestra, Cateno De Luca – il candidato alla presidenza della Regione battitore libero – è sempre più forte. La previsione di tanto voto disgiunto, soprattutto tra centrodestra e centrosinistra
  • La novità è la candidatura a presidente della Regione di Piera Loiacono, giovanissima democristiana nella Prima Repubblica, oggi quarantenne. In suo appoggio agricoltori, allevatori, partite IVA e i Liberalsocialisti di Agostino Cascio. Che farà la Nuova DC di Totò Cuffaro?  
  • La candidatura di Gaetano Armao con Calenda e Renzi. Perché riteniamo improbabile che Miccichè abbia tirato la volata a Cateno De Luca e abbia invece distrutto il centrodestra siciliano

Con la candidatura di Renato Schifani alla guida della Sicilia per il centrodestra, Cateno De Luca – il candidato alla presidenza della Regione battitore libero – è sempre più forte. La previsione di tanto voto disgiunto, soprattutto tra centrodestra e centrosinistra

Veramente il centrodestra siciliano ha ritrovato l’unità su Renato Schifani, ex presidente del Senato, candidato alla presidenza della Regione? I dubbi rimangono. Questo schieramento aveva il candidato per vincere: il presidente uscente Nello Musumeci. Ma lo hanno massacrato. A guidare il massacro ha pensato la parte di Forza Italia che fa capo a Gianfranco Miccichè. Che in questa trattativa allo sfascio del quadro politico siciliano ha sempre avuto dietro Berlusconi. Con molta probabilità, Musumeci paga il prezzo della sua rigidità, soprattutto nella gestione della sanità. Noi non solo nutriamo dubbi sull’elezione di Schifani presidente della Regione siciliana (ricordiamo che, qualche anno fa, l’ex presidente del Senato, candidato al Consiglio comunale di Palermo, non venne eletto), ma abbiamo la presunzione di credere che le elezioni regionali siciliane del 25 Settembre potrebbero passare alla storia come le elezioni del festival del voto disgiunto… A nostro modesto avviso, tanti elettori ‘cammellati’ (cioè elettori legati ad alcuni partiti di centrodestra) potrebbero votare per i propri candidati di lista ma per il presidente della Regione di un altro schieramento politico. Noi da oltre un anno scriviamo che Gianfranco Miccichè e gli Autonomisti di Raffaele Lombardo, sottobanco, potrebbero essere d’accordo con il PD siciliano. Non stiamo dicendo nulla di nuovo, dal momento che Caterina Chinnici – la candidata del PD alla presidenza della Regione, come si legge nella lista del PD presentata ieri – è stata assessore del Governo di Raffaele Lombardo dal 2009 al 2012. Tra i protagonisti di quella disastrosa esperienza politica e amministrativa c’erano anche Gianfranco Miccichè e Confindustria di Antonello Montante. Ad eccezione di Montante – che, come sappiamo, ha altri problemi da risolvere – il PD, Caterina Chinnici, Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo sono ancora in pista. Il ‘Nuovo che avanza’, insomma. Il PD e la Chinnici dovrebbero essere avversari di Miccichè e Lombardo. Ma siccome siamo ancora in Democrazia e ognuno può scrivere liberamente, noi non escludiamo che la ritrovata unità del centrodestra siciliano sia una mezza presa in giro. Poi, attenzione, in politica mai dire mai. Perché oggi la via per un inciucio tra il PD siciliano da una parte e Miccichè e Lombardo dall’altra parte sembra un po’ accidentata, vista la presenza di Cateno De Luca candidato alla presidenza della Regione siciliana. Insomma: De Luca è un candidato tosto, la Chinnici un po’ fragile (non crediamo che l’elettorato grillino, che numericamente non sembra più quello di cinque anni fa, sia felice di votare la Chinnici: anzi), magari il centrodestra proverà ad eleggere Schifani. Tutto è possibile. In ogni caso – soprattutto nel caso di un tonfo di Schifani – sarà interessante verificare quanto voto disgiunto ci sarà, soprattutto in tre province: Catania, Palermo e Agrigento. Cosa, questa, che potrà essere verificata e resa nota dai rappresentanti di lista che assisteranno allo spoglio delle schede.

La novità è la candidatura a presidente della Regione di Piera Loiacono, giovanissima democristiana nella Prima Repubblica, oggi quarantenne. In suo appoggio agricoltori, allevatori, partite IVA e i Liberalsocialisti di Agostino Cascio. Che farà la Nuova DC di Totò Cuffaro?  

Che dire di altro di queste brutte elezioni regionali siciliane? Che a questi tre candidati – Cateno De Luca battitore libero, Schifani per il centrodestra e la Chinnici per il PD (con i grillini siciliani trattati malissimo dal PD, che se confermeranno di votare la Chinnici perderanno una barca di voti nelle liste: contenti loro…) – si aggiungono altri candidati alla presidenza della Regione. C’è Eliana Esposito per gli Indipendentisti del Movimento Siciliani Liberi. E c’è anche Piera Maria Loiacono, Democristiana e Autonomista, che ieri ha depositato il contrassegno della lista con la quale corre per diventare Presidente della Regione siciliana. La Loiacono ha depositato il simbolo insieme ai Responsabili del Centro Studi PPA Vittorio Boccieri e Lucio Iuliano con il contrassegno del PPA. La Loiacono, come scrive su Facebook, si dice fiduciosa “dell’intelligenza dei Siciliani che l’aiuteranno a realizzare concretamente dei fatti a favore della Sicilia, dal momento che la Regione versa in uno stato di abbandono in ogni settore. Il PPA è vicino a tutti coloro che lavorano e che vogliono lavorare. Mi rivolgo a tutti coloro che credono nel lavoro e nel sacrificio per raggiungere gli obiettivi. Dobbiamo ritornare ad essere una Terra laboriosa e piena di iniziative”. La Loiacono si augura di raccogliere i voti di agricoltori, pastori, titolari di Partite IVA. L’obiettivo è provare a mettere assieme “ideologie e fette di società che non volevano più partecipare alla vita politica del Paese”. In appoggio di Piera Loiacono ci sono i Liberalsocialisti di Agostino Cascio, agricoltore, che su Facebook scrive: “Piera Loiacono viene da una famiglia di agricoltori-allevatori. Gli altri non sanno nulla di lavoro onesto, di sudore, amarezza, sottomissione, essere stati presi in giro dai governanti per 32 anni. Alzarsi presto lavorare con il caldo, con il freddo o con la pioggia. Andare incontro alle male annate, non poter controllare i fattori produttivi, rimanere con il tridente sulle spalle. Noi Liberalsocialisti abbiamo fatto la nostra scelta e vogliamo candidare un uomo ed una donna per ogni collegio. Candidati che si distinguono nella società per ciò che di buono hanno fatto in ogni campo, agricoltura, zootecnia, lavoro d’impresa, sindacalismo, volontariato, scienza, arte”. Piera Loiacono negli anni della Prima Repubblica era una giovanissima democristiana. Oggi c’è la Nuova DC di Totò Cuffaro che, però, dovrebbe essere impegnata a sostegno di Schifani.

La candidatura di Gaetano Armao con Calenda e Renzi. Perché riteniamo improbabile che Miccichè abbia tirato la volata a Cateno De Luca e abbia invece distrutto il centrodestra siciliano. Le storie e le ombre del passato che pesano su Schifani   

Un altro candidato delle ultime ore è Gaetano Armao, anche lui assessore del pessimo Governo Lombardo e, in questa legislatura, assessore all’Economia e vice presidente della Regione. Poiché il presidente Musumeci non è candidato, Armao ha accettato la candidatura alla presidenza della Regione per il cosiddetto Polo riformista formato da Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi. Scelta un po’ contraddittoria, quella di Armao: da assessore all’Economia negli ultimi cinque anni ha dovuto fronteggiare i ‘buchi’ del Bilancio regionale provocati soprattutto dal passato Governo nazionale di Matteo Renzi. E oggi si candida con i renziani. In ogni caso, voti in meno per Caterina Chinnici, ma anche per Renato Schifani. Quanto a quest’ultimo, non possiamo non sottolineare che il centrodestra siciliano stia passando da un personaggio irreprensibile – Nello Musumeci – a un personaggio, Schifani, sul quale pesano storie e ombre del passato che già cominciano a venire fuori. Cosa, questa, che indebolirà ulteriormente tutto il centrodestra siciliano nelle elezioni siciliane. Qualche parola, infine, su De Luca. E’ evidente che il ‘grande lavoro’ svolto da Miccichè per far saltare la candidatura di Musumeci abbia avvantaggiato De Luca. C’è chi sostiene che Miccichè, sottobanco, sia d’accordo con De Luca. Noi non ci crediamo. Ai tempi del Governo Lombardo De Luca era deputato regionale e faceva opposizione. Chiamava l’allora assessore Armao, uomo di punta del Governo Lombardo, “Armao meravigliao” e non faceva sconti agli assessori regionali in quota Miccichè. I fatti diranno, in ogni caso, come stanno le cose. Se Cateno De Luca verrà eletto presidente della Regione siciliana – cosa a nostro avviso possibile, se non probabile – e Miccichè dovesse essere eletto per la terza volta presidente dell’Assemblea regionale siciliana, allora si potrà parlare di un accordo tra De Luca e Miccichè. Noi non ci crediamo. Noi, al contrario, siamo ci auguriamo che la stagione del centrodestra, in Sicilia, sia conclusa. E di questo atto politicamente ‘meta-dadaista’ bisogna dare merito a Miccichè…

Foto tratta da L’Opinione della Sicilia   

 

 

 

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