Enrico Letta, Carlo Calenda, Matteo Renzi: che cosa sta succedendo

8 agosto 2022
  • I sondaggi immaginifici positivi per il centrosinistra, l’assenza di analisi sull’attuale, bruttissima legge elettorale e una campagna di denigrazione contro Renzi e Calenda stanno offuscando la realtà dei fatti  
  • Renzi e Calenda hanno buoni motivi per andare da soli considerata la legge elettorale e considerati i possibili esiti delle elezioni

I sondaggi immaginifici positivi per il centrosinistra, l’assenza di analisi sull’attuale, bruttissima legge elettorale e una campagna di denigrazione contro Renzi e Calenda stanno offuscando la realtà dei fatti  

Si prendono, si lasciano, si prendono, si lasciano. E’ questo lo spettacolo – in verità un po’ indecoroso – che va in scena in queste ore nel centrosinistra in vista delle elezioni politiche del 25 Settembre. Quella che dovrebbe essere la grande alleanza per fermare il fascismo (fascismo che non c’è, come dice il filosofo marxista, Diego Fusaro: ma fa lo stesso), si va sfaldando. Perché? Caratteri diversi? Strategie politiche diverse? Forse la spiegazione è molto più terra terra e risiede nella pessima legge elettorale che non è stata cambiata e nel probabile esito del voto, che non è quello raccontato da tragicomici, se non ridicoli sondaggi. Cominciamo da questi ultimi. In base ai sondaggi – che sono quasi sempre tutti sbagliati, ma che continuano ad occupare le pagine dei giornali – il centrosinistra avrebbe già vinto le elezioni politiche. Il PD di Enrico Letta viene dato al 24%, prenderebbe addirittura più voti di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Perché non si capisce, ma così raccontano gli immaginifici sondaggi. Il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte viene dato tra il 10% e il 15%, ‘forbice’ ampia, perché ancora non si capisce se sarà candidato Alessandro Di Battista, uno dei pochissimi grillini coerenti che porterebbe una caterva di voti (ma anche una caterva di problemi, perché non sarebbe favorevole a un eventuale Governo con il PD). Italia Viva di Renzi e Azione di Carlo Calenda vengono dati al 6-8%. Se facciamo i conti, mettendo insieme i voti del PD, dei grillini senza Di Battista e di Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi al 7%, la coalizione sarebbe già al 48%, una coalizione in grado di competere e di battere il centrodestra nei collegi uninominali. Tra l’altro, Conte potrebbe ‘imbarcare’ Di Battista e poi metterlo davanti al fatto compiuto del Governo con il PD: al voto la coalizione sarebbe al 53%, vittoria assicurata. Domanda: se hanno già vinto perché Calenda e Renzi si sono chiamati fuori? Risposta semplice: perché i sondaggi sono, appunto, tragicomici e non veritieri. Tentativi maldestri non di interpretare il possibile voto degli elettori italiani, ma di condizionare il voto degli stesso italiani.

Renzi e Calenda hanno buoni motivi per andare da soli considerata la legge elettorale e considerati i possibili esiti delle elezioni

Gli esponenti di PD, Italia Viva e forse anche Azione sanno che le elezioni le vincerà il centrodestra. Se Renzi e Calenda si sono chiamati fuori è perché stanno ragionando sull’attuale legge elettorale. Il cosiddetto Rosatellum – così si chiama l’attuale legge elettorale per Camera e Senato – è una legge incostituzionale che toglie ai cittadini la possibilità di eleggere i propri rappresentanti. Decidono tutto i partiti. Decidono i partiti chi candidare nei collegi uninominali e chi candidare nella quota proporzionale. I cittadini non contano niente. I cittadini possono solo scegliere lo schieramento da votare, non le persone da eleggere alla Camera e al Senato. Si tratta di una legge che nega al popolo la Democrazia rappresentativa, nel senso che il popolo non può decidere da chi farsi rappresentare nei due rami del Parlamento. Renzi e Calenda, in questo scenario da democrazia parlamentare sospesa, stanno cercando di capire se prenderanno più seggi presentandosi in alleanza con il centrosinistra, o se prenderanno più seggi presentandosi da soli. Siccome i sondaggi non sono veritieri, stanno provando a capire, almeno per grandi linee, qual è la scelta più conveniente alla luce della legge elettorale. Facciamo un esempio pratico: supponiamo che il PD conceda ad Azione di Calenda e a Italia Viva di Renzi il 15% di collegi a testa nell’uninominale. Sul piano teorico la proposta potrebbe risultare allettante. Ma è improbabile che il PD ceda a Calenda e Renzi collegi uninominali sicuri (che peraltro, nel centrosinistra, potrebbero essere sempre di meno). Calena e Renzi, al contrario, sanno in quali collegi uninominali potrebbero avere buone possibilità di vincere. E perché mai dovrebbero andare a discutere con il PD, che potrebbe chiedere loro di rinunciare a qualche collegio sicuro per Renzi e per Calenda? Tanto vale provarci da soli: che è quello che stanno facendo Renzi e Calenda. Nel proporzionale il ragionamento è un po’ diverso, ma i numeri sono più bassi. Per concludere, Renzi e Calenda sanno benissimo, al di là della propaganda, che il Governo di Mario Draghi è stato un mezzo disastro economico e sociale e che nel centrodestra questo avvantaggerà Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e, in generale, la stessa coalizione di centrodestra. E ciò avverrà sia nei collegi uninominali (dove la sconfitta del centrosinistra potrebbe essere pesante, se non eclatante), sia nella quota proporzionale. E stanno solo cercando di giocarsi al meglio le proprie possibilità, che non sono tante, ma che si ridurrebbero se dovessero andare in alleanza con il PD di Letta. Biasimarli è da ipocriti.

Foto tratta da Il Riformista  

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