Nancy Pelosi a Taiwan, ennesimo scontro tra area del dollaro e Cina (e i suoi alleati)/ MATTINALE 719

3 agosto 2022
  • Agli Stati Uniti – o meglio ai Democratici che guidano questo Paese – la guerra in Ucraina non basta più, così hanno deciso di aprire un nuovo fronte a Taiwan
  • Con la mossa di ieri, la delegazione del Congresso degli Stati Uniti mira a rilanciare a livello internazionale l’immagine degli USA nel mondo quale incrollabile sostenitore delle democrazie. Anche se in Occidente, oggi, di democrazia non se ne vede molta
  • Sandro Puglisi: “Che Dio possa illuminare le menti delle persone che dovranno prendere decisioni così importanti”

Agli Stati Uniti – o meglio ai Democratici che guidano questo Paese – la guerra in Ucraina non basta più, così hanno deciso di aprire un nuovo fronte a Taiwan

Ieri Nancy Pelosi, Speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d’America, è arrivata a Taiwan. Ufficialmente il viaggio è volto ad esprimere la solidarietà americana all’isola rivendicata dalla Cina. E’ la prima visita del genere nell’arco degli ultimi 25 anni. Va da sé che questa azione rischia di far deteriorare oltremodo le relazioni tra Washington e Pechino. Volendo essere ancora più espliciti, il viaggio della Pelosi a Taiwan sembra un altro tassello che si aggiunge allo scontro in atto tra area del dollaro e Cina. E’ la strategia seguita dai Democratici da quando sono tornati alla Casa Bianca, dopo la parentesi di Donald Trump: andare allo scontro contro i Paesi che non accettano più la supremazia del dollaro nel mondo. La Cina guida i Paesi che hanno deciso di snobbare il dollaro insieme con la Russia, l’India, il Brasile (anche l’Argentina, in Sudamerica, potrebbe seguire questa strada) e alcune importanti realtà dell’Africa. Se l’ex presidente USA Trump, in accordo con la ‘filosofia’ del Partito Repubblicano americano, che non ha mai disdegnato il cosiddetto ‘isolazionismo’ americano, ha cercato di mediare, provando a tenere buoni rapporti con la Russia – e soprattutto evitando il ricorso alle armi – l’attuale presidente democratico Joe Biden, al contrario, ha deciso di andare allo scontro su tutta la linea. Anche per sostenere – così si dice – l’industria bellica. Anche la guerra in Ucraina, volendo, può essere considerato un tassello nello scontro in atto tra area del dollaro e Cina. Dove gli USA, piuttosto che vincere la guerra in Ucraina, sembrano interessati a far durare la guerra il più a lungo possibile per logorare la Russia e, perché no?, anche per assestare una bella lezione all’Unione europea che, tra il Dicembre dello scorso anno e il Gennaio di quest’anno, aveva stretto un accordo economico importante con Cina e Russia: con la Cina che, in forza di questo accordo, avrebbe pagato in euro, per un ben numero di anni, una mega-fornitura di gas russo. Manovra – di fatto a scapito dell’area del dollaro – che non è piaciuta affatto agli statunitensi che hanno costretto l’Unione europea ad allinearsi di corsa all’atlantismo. Così Cina e Russia da una parte e Ue dall’altra parte, che tra la fine dello scorso anno e l’inizio di quest’anno erano alleati, adesso sono nemici giurati. Con l’Unione europea che approva sanzioni su sanzioni contro la Russia e i russi che tagliano il gas all’Europa. Agli americani – anzi, ai democratici americani – il fronte aperto in Ucraina non basta più. Così hanno deciso di aprire un altro fronte di scontro a Taiwan, isola che conta 23 milioni di abitanti che la Cina considera zona cinese.

Con la mossa di ieri, la delegazione del Congresso degli Stati Uniti mira a rilanciare a livello internazionale l’immagine degli USA nel mondo quale incrollabile sostenitore delle democrazie. Anche se in Occidente, oggi, di democrazia non se ne vede molta

La storia dei rapporti tra la Cina e Taiwan è complicata (e la potete leggere qui).  Ci limitiamo soltanto a riportare un passo di Wikipedia: “Non riconosciuta né dalla Repubblica Popolare Cinese (la Cina continentale propriamente detta) né dagli altri quattro membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU (Stati Uniti, Russia, Regno Unito e Francia), nonché dal Canada e dagli altri Stati dell’Unione europea, Taiwan intrattiene tuttavia con essi rapporti di collaborazione e di commercio (solitamente con un ufficio di rappresentanza facente funzioni di ambasciata, a nome Taiwan o Taipei); a dicembre 2021 è riconosciuta da 13 Stati sovrani in tutto il mondo oltre alla Santa Sede”. Cambierà qualcosa – con riferimento agli Stati Uniti – con la visita di Nancy Pelosi? E’ chiaro che con la mossa di ieri, la delegazione del Congresso degli Stati Uniti mira a rilanciare a livello internazionale l’immagine degli USA nel mondo quale incrollabile sostenitore delle democrazie. In un momento storico in cui l’area del dollaro cerca alleati la visita della Speaker della Camera dei rappresentanti a Taiwan assume un’importanza strategica molto rilevante, soprattutto se prospettata al mondo come una scelta tra autocrazia e democrazia. Anche se, in verità, se è vero che Cina, India e Russia non possono essere considerate democrazie, anche nell’Occidente, con l’avvento dell’ultra-liberismo e del globalismo economico di democrazia non ce n’è molta. Le ultime elezioni presidenziali americane hanno lasciato ombre e ferite ancora aperte (l’elettorato di Trump, circa 75 milioni di cittadini americani, nutrono molti dubbi sulla regolarità delle elezioni). Mentre tutto si può dire dell’Unione europea, tranne che sia una democrazia compiuta, se è vero che da quando sono stati celebrati un paio di referendum popolari su decisioni adottate dalla Ue – referendum che hanno visto soccombere l’Unione europea – nell’Europa unita sono stati aboliti i referendum. Per non parlare della gestione relativa agli acquisti dei vaccini anti-Covid da parte della Commissione europea, atti di governo gravati dal ‘Segreto di Stato’. O dell’aumento nel grano di sostanze contaminanti quali glifosato e micotossine DON imposti per consentire l’ingresso nell’Unione europea di grano canadese. Insomma, per democrazia non siamo messi bene. Lo stesso PNRR tanto celebrato, alla fine – sempre per restare nell’Unione europea – non è altro che un MES camuffato. Il Parlamento italiano, di fatto, ha dovuto approvare il disegno di legge Concorrenza, provvedimento che, nel giro di qualche anno, consegnerà nelle mani estere ‘pezzi’ di beni comuni italiani.

Sandro Puglisi: “Che Dio possa illuminare le menti delle persone che dovranno prendere decisioni così importanti”

Tornando a Taiwan, la Cina ha immediatamente condannato la visita di Nancy Pelosi nell’isola contestata. Il Governo cinese parla senza mezzi termini di un atto che danneggia gravemente la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan. Di più: per il Governo cinese l’arrivo della presidente della Camera americana “viola gravemente la sovranità e l’integrità territoriale della Cina”. In questo scenario non mancano gli aerei da guerra cinesi e le navi da guerra americane (quattro navi, per la precisione e, tra queste, la portaerei USS Ronald Reagan). Noi abbiamo chiesto un parere su quanto sta accadendo all’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. “Stiamo assistendo – ci dice Puglisi – a qualcosa che certamente porterà le relazioni tra i due Paesi ad un minimo storico. Ci auguriamo che Dio possa illuminare le menti delle persone che dovranno prendere decisioni così importanti”. Intanto ieri sono crollate le Borse asiatiche. E nel mondo c’è da affrontare una crisi economica complessa, tra inflazione (Unione europea e non solo) e recessione (Stati Uniti d’America soprattutto).

Foto tratta da Il Riformista 

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