Sud e Sicilia possono vincere la battaglia per il grano duro a 60 euro al quintale. Bastano due strumenti: CUN e informazione/ MATTINALE 715

30 luglio 2022
  • Verso l’assemblea di agricoltori a Santa Caterina Villermosa, ricordando i politici che hanno penalizzato Sud e Sicilia, a cominciare dal Ministro grillino e nordista, Stefano Patuanelli, e dai partiti che avallano il suo operato anti-meridionale: Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva e Libero e Uguali
  • Conoscere l’andamento internazionale dei mercati è importante per preparare le contromosse
  • Le grandi produzioni di grano di Canada, Australia, Stati Uniti e Russia e le eventuali manovre al ribasso sui ‘derivati’ vanno vissute con serenità. Sud e Sicilia hanno a disposizione strumenti per stabilizzare il prezzo interno del grano duro
  • Gli strumenti a disposizione degli agricoltori di Sud e Sicilia sono due: CUN grano duro e informazione

Verso l’assemblea di agricoltori a Santa Caterina Villermosa, ricordando i politici che hanno penalizzato Sud e Sicilia, a cominciare dal Ministro grillino e nordista, Stefano Patuanelli, e dai partiti che avallano il suo operato anti-meridionale: Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva e Libero e Uguali

Sarà perché si avvicinano le elezioni, sarà perché la riduzione del prezzo del grano duro ha fatto molto arrabbiare gli agricoltori del Sud Italia e della Sicilia, alle prese con un aumento spaventoso dei costi di produzione, fatto sta che, finalmente qualcosa si comincia a muovere. Nei giorni scorsi, a Matera, c’è stata una manifestazione di agricoltori pugliesi e lucani. Mentre il 4 Agosto, in Sicilia, è prevista un’assemblea a Santa Caterina Villermosa, provincia di Caltanissetta (di questi due eventi abbiamo già scritto in questo articolo). A proposito di questo importante risveglio del mondo agricolo proveremo a illustrare alcuni punti di uno scenario economico-agricolo complesso e in divenire. Chi ha un po’ di memoria ricorderà che, negli ultimi tre-quattro anni, il prezzo del grano duro è cresciuto non perché sono intervenuti il Governo nazionale o le Regioni. Il prezzo del grano duro è cresciuto perché è cambiato il contesto internazionale. Il Governo nazionale – con riferimento al Governo di Mario Draghi – non solo non ha fatto nulla per aiutare i produttori di grano duro di Sud e Sicilia ma ha penalizzato tutti gli agricoltori del Sud e della Sicilia. Lo ha fatto il Ministro delle Politiche agricole, il grillino e nordista Stefano Patuanelli, scippando a Sud e Sicilia una parte delle risorse Feasr (Fondo europeo agricolo di sviluppo regionale). Uno scippo vergognoso, avallato dai partiti che in quel momento appoggiavano il Governo Draghi: Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva e Libero e Uguali. Questo ci dice che gli esponenti di questi partiti non hanno motivo di presentarsi all’assemblea di Santa Caterina Villermosa, a meno che gli agricoltori siciliani non intendano essere presi per i fondelli.

Conoscere l’andamento internazionale dei mercati è importante per preparare le contromosse

Fatta questa precisazione, va detto che i produttori di grano duro di Sud e Sicilia, con riferimento al prezzo, non possono ignorare l’andamento del mercato internazionale, ma debbono anche trovare il modo per stabilizzare il prezzo del grano duro in Italia. Prendersela con chi informa sull’andamento del mercato mondiale non serve a nulla. Anzi, anche quando le notizie non sono favorevoli – magari perché in certe aree del mondo si registra o si prevede un aumento della produzione di grano (cosa, questa, che va ridurre i prezzi) – bisogna fare tesoro delle informazioni per preparare le contromosse. Noi seguiamo ormai da qualche tempo i report dell’analista dei mercato internazionali, Sandro Puglisi. In un suo report di metà settimana ci ha informato sull’andamento della produzione di grano in Canada, grano che si raccoglierà tra la fine di Agosto e Settembre: “Secondo l’ultimo Outlook for Principal Field Crops di Agriculture and Agri-Food Canada (AAFC), la produzione di grano canadese è destinata a un significativo rimbalzo in questa stagione sulla scia di un netto miglioramento delle condizioni meteorologiche nella maggior parte delle praterie. Le condizioni delle colture sono generalmente favorevoli nelle praterie occidentali, con i recenti eventi piovosi che riducono le aree colpite dalla siccità e le praterie orientali stanno tornando in carreggiata dopo che l’umidità eccessiva ha ritardato la semina in molte regioni. A partire dal 12 Luglio, la siccità è limitata a una piccola area nelle praterie sud-occidentali con buone precipitazioni di giugno che eliminano tutte le aree di siccità estrema. Attualmente, solo il 39% dei terreni agricoli canadesi soffre di una qualche forma di siccità o siccità, in calo rispetto al 100% dall’inizio dell’anno. Secondo il rapporto AAFC, la superficie totale seminata per colture di cereali è rimasta relativamente statica a 31,45 milioni di ettari rispetto ai 31,53 Mha dell’anno scorso. Ma un massiccio aumento della resa media vedrà la produzione totale di cereali e semi oleosi aumentare di oltre il 34% su base annua a 87,3 milioni di tonnellate (Mt). Nella stagione 2022/23, gli agricoltori canadesi hanno notevolmente aumentato la superficie seminata a grano a scapito di cereali grossolani, semi oleosi e legumi. La superficie totale del grano è aumentata del 9% a 10,35 Mha rispetto allo scorso anno, 1,5% in più rispetto alle intenzioni di semina originali rilasciate ad Aprile. L’area coltivata a grano primaverile costituisce quasi i tre quarti della superficie totale del grano a 7,37 Mha… Con la maggiore produzione arriva una ripresa nel programma di esportazione e si prevede che le spedizioni aumenteranno di quasi il 75% a 9Mt”.

Le grandi produzioni di grano di Canada, Australia, Stati Uniti e Russia e le eventuali manovre al ribasso sui ‘derivati’ vanno vissute con serenità. Sud e Sicilia hanno a disposizione strumenti per stabilizzare il prezzo interno del grano duro

Puglisi ci informa che anche in Australia è prevista una buona produzione di grano: “Secondo l’addetto dell’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America) l’Australia dovrebbe produrre un terzo grande raccolto di cereali consecutivo nella campagna di commercializzazione (MY) 2022/23 dopo un raccolto invernale da record e una forte produzione di colture estive nel MY 2021/22. Un’altra serie di condizioni ampiamente favorevoli intorno al periodo della semina invernale del grano e alla fase di crescita iniziale nella maggior parte delle regioni di produzione fa ben sperare per la produzione di grano e orzo nel MY 2022/23. La produzione di grano è prevista a 31 milioni di tonnellate (MMT), in calo rispetto al raccolto record del MY 2021/22 di 36,3 MMT, ma è ancora il quarto più grande nella storia”. Si potrebbe aggiungere che anche negli Stati Uniti d’America è prevista una buona produzione di grano, per non parlare della Russia, che quest’anno ‘viaggia’ su una produzione record. Siccome dal mondo arrivano queste notizie – magari unite a speculazioni al ribasso sui ‘derivati’ del grano – gli agricoltori di Sud e Sicilia si debbono rassegnare a ‘sciropparsi’ un annata di prezzi bassi per il grano duro? Non è così. I produttori di grano duro di Sud e Sicilia – come ora proveremo a illustrare – hanno tra le mani due strumenti formidabili per stabilizzare il prezzo dello stesso grano duro. Si tratta solo di utilizzarli bene. Vediamoli.

Gli strumenti a disposizione degli agricoltori di Sud e Sicilia sono due: CUN grano duro e informazione

Il primo strumento è la CUN, sigla che sta per Commissione Unica Nazionale per il grano duro. Istituita nel 2016, la CUN grano duro è stata bloccata dal Governo Renzi, dal Governo Gentiloni, dal primo Governo Conte, dal secondo Governo Conte. A bloccare la CUN sono stati gli industriali e i politici che sono d’accordo con gli industriali. Solo negli ultimi tempi, grazie all’azione di alcuni parlamentari nazionali – e tra questi il senatore Saverio De Bonis – la CUN grano duro ha iniziato a riunirsi. Ma ancora non ha fissato il prezzo del grano duro. Anzi, in verità un tentativo c’è stato: è stato chiesto di fissare il prezzo del grano duro siciliano 7-8 euro in meno del grano duro pugliese. Proposta che è stata bloccata da un rappresentante della Puglia che ha difeso la Sicilia. Da qui la domanda: chi è che, per la Sicilia, fa parte della CUN? La CUN ha il potere di fissare il prezzo del grano duro. Nella manifestazione di qualche giorno fa a Matera gli agricoltori hanno chiesto che il prezzo del grano duro, quest’anno, venga fissato a 60 euro al quintale, prezzo che, quanto meno, consente di coprire lo spaventoso aumento dei costi di produzione (sementi, fertilizzanti, carburante agricolo). Vogliamo sperare che nell’assemblea di Santa Caterina Villermosa faccia propria tale proposta. A questo punto è la CUN grano duro che deve fissare il prezzo del grano duro a 60 euro al quintale. Non lo farà perché la politica, spinta dagli industriali, bloccherà tutto? Bene, a questo punto arriva il secondo, formidabile strumento a disposizione degli agricoltori di Sud e Sicilia: l’informazione. Un’informazione che oggi, grazie a dio, ‘viaggia’ liberamente sulla rete. Gli industriali non vogliono pagare il grano duro di Sud Italia e Sicilia 60 euro al quintale? Gli agricoltori di Sud e Sicilia si mettano d’accordo, diano vita a un cartello, e non vendano più grano duro alle industrie del Nord, del Centro e del Sud. Una cosa, a questo punto, diventerà chiara: i produttori di pasta italiana non potranno dire di produrre pasta con il grano duro di Sud e Sicilia. Se lo diranno verranno smentiti. Se poi in Italia cominceranno ad arrivare navi cariche di grano duro estero, a cominciare dal grano duro canadese, la gente verrà informata e saranno i consumatori a decidere se acquistare la pasta prodotta con grano duro estero, a cominciare dal grano duro canadese. Consumatori italiani, ma anche consumatori esteri.

Foto tratta da Associazione Italiana Food Blogger    

 

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