Se la salute si piega alla Finanza (e alle multinazionali) come prevede il DdL Concorrenza

20 luglio 2022
  • Il DdL Concorrenza che piace tanto a Mario Draghi: un’immagine plastica e precaria di una tensione irrisolta. L’intervento della presidente nazionale dell’AIOP, Barbara Cittadini
  • Cosa prevede l’articolo 16 del Disegno di legge Concorrenza
  • “Questo è lo scenario che avremo davanti: la forzata coesistenza tra provvedimenti antitetici e contrastanti che, in ultima istanza, si ripercuoterà sul grado di assistenza e sulla qualità delle cure che il Servizio Sanitario Nazionale riuscirà ad assicurare ai pazienti”
  • Gli avvertimenti del giurista professore Sabino Cassese
  • Il vero obiettivo del Governo Draghi in materia di sanità è mettere tutto nelle mani della Finanza senza volto, dei Fondi che investono e disinvestono a seconda della convenienza del momento. E i malati? Incidenti di percorso…

Il DdL Concorrenza che piace tanto a Mario Draghi: un’immagine plastica e precaria di una tensione irrisolta. L’intervento della presidente nazionale dell’AIOP, Barbara Cittadini

Torniamo ancora una volta sul Disegno di legge Concorrenza voluto dal Governo di Mario Draghi, un Governo pessimo, espressione del più bieco liberismo economico che quando andrà a casa sarà sempre troppo tardi. Lo abbiamo già fatto in questo articolo e anche in quest’altro articolo. Torniamo sull’argomento riprendendo un intervento di Barbara Cittadini (nella foto a destra), presidente nazionale dell’AIOP, l’Associazione Italiana Ospedalità Privata. “Se la Pandemia fosse una favola di Esopo – scrive Barbara Cittadini – la morale, con buona probabilità, sarebbe ‘Considerare la salute non più come costo, ma come investimento’. Non si tratta di un semplice motto di spirito ma della sintesi di qualcosa di molto serio che avrebbe dovuto – e dovrebbe ancora – guidare il decisore politico a più lungimiranti decisioni; una frase, inoltre, che, più che una lezione da imparare, suona già come un refrain, purtroppo, abusato. Perché ripetere, anche se con convinzione, che la salute va considerata come un investimento e non come un costo, non rende questa verità più vera quando le scelte adottate sono le determinazioni di osservatori che guardano al dito e non al futuro che si dovrebbe desiderare per un Paese moderno. Un futuro nel quale siano fortemente presenti la tutela della salute pubblica, la qualità delle cure, il crescente fabbisogno delle stesse e non, invece, la natura giuridica di chi eroga le prestazioni, di chi risponde con puntualità a quella domanda di salute”.

Cosa prevede l’articolo 16 del Disegno di legge Concorrenza

“È, comunque, già nei termini delle equazioni ‘salute=investimento, salute≠costo’ – prosegue la nota della presidente dell’AIOP nazionale – che è contenuta la volontà, per ora dialettica, di invertire il meccanismo che, in tutti questi anni, ha determinato una azione di contenimento e di riduzione della spesa sanitaria, sacrificando sull’altare del concetto di ‘spesa aggredibile’ la natura universalistica e solidale del Servizio Sanitario Nazionale. L’immagine concreta di questa tensione irrisolta la restituisce il DdL Concorrenza, nel quale l’apparente inamovibilità rispetto al testo riformulato dal Governo – contro la quale, purtuttavia, continuo personalmente a battermi senza riserve – è sintomatica di questo fenomeno riscontrabile a livello politico-istituzionale. L’articolo 16 del Disegno di legge interviene tanto sulla disciplina dell’accreditamento, il titolo che ci rende componente del Servizio Sanitario Nazionale, quanto su quella della contrattualizzazione, ovvero, il titolo con il quale siamo in grado di erogare prestazioni sanitarie per conto del SSN (Servizio Sanitario Nazionale). Mutarne le coordinate, in un sistema finanziariamente bloccato nel quale i rinvii applicativi di accreditamento e contrattualizzazione sono legati alla programmazione e al DM 70, frammenterebbe ulteriormente i volumi di prestazioni erogati ed erogabili dalle singole realtà, quando, invece, le evidenze scientifiche e gli standard normativi orientano verso una sempre maggiore concentrazione delle prestazioni. La revisione del DM70 ridisegnerà l’assetto dell’assistenza ospedaliera, con approcci ingegneristici che comprimeranno il pluralismo tra diversi erogatori, penalizzando, senza evidenze a supporto, molte strutture di diritto privato, sinora costrette a un ruolo integrativo in nome della tenuta del sistema e, improvvisamente, chiamate a dotarsi di requisiti operativi e strutturali ultronei e non coerenti con l’impalcatura-rete del SSN”.

“Questo è lo scenario che avremo davanti: la forzata coesistenza tra provvedimenti antitetici e contrastanti che, in ultima istanza, si ripercuoterà sul grado di assistenza e sulla qualità delle cure che il Servizio Sanitario Nazionale riuscirà ad assicurare ai pazienti”

“Il DdL Concorrenza, per contro prosegue Barbara Cittadini – apre all’ingresso di nuove realtà e a una competizione in seno alla sola componente di diritto privato, in un ‘mercato’ nel quale i budget complessivi non solo non sono rimessi in discussione, ma sono fermi alla spesa consuntivata del 2011. Tutto questo in una compagine di per sé eterogenea all’interno della stessa componente di diritto privato, nella quale le strutture non dotate di pronto soccorso, rispetto ad esempio alle realtà che ne sono dotate, sperimenteranno, in maniera diversa, la ricaduta dei provvedimenti. Ancora una volta, l’obiettivo perseguito – e, sovente, dichiarato – è il contenimento della spesa pubblica in sanità che, lo rammento, nonostante gli incrementi del Fondo sanitario nazionale, nel 2025 raggiungerà il valore del 6.2% in rapporto al PIL. Questo è lo scenario che avremo davanti: la forzata coesistenza tra provvedimenti antitetici e contrastanti che, in ultima istanza, si ripercuoterà sul grado di assistenza e sulla qualità delle cure che il Servizio Sanitario Nazionale riuscirà ad assicurare ai pazienti”.

Gli avvertimenti del giurista professore Sabino Cassese

Come ci ha autorevolmente confermato il Prof. Sabino Cassese – leggiamo sempre nella nota dei vertici AIOP – ‘se si intende introdurre la concorrenza in una parte del mercato, senza tuttavia modificare la stratificazione degli assetti precedenti, occorre procedere con estrema cautela e adottando tutti gli accorgimenti necessari ad attenuare le tensioni che potrebbero prodursi tra Stato e Regioni, tra pubblico e privati, tra erogatori e regolatori, tra utenti e committenti, a causa delle contraddittorietà dei regimi giuridici’. Le strutture di diritto privato, peraltro, per garantire l’erogazione di prestazioni che soddisfino i requisiti di qualità, sicurezza e appropriatezza che la stessa normativa richiede, devono organizzare la loro attività aziendale sulla base di una programmazione di medio e lungo periodo che assume un ruolo fondamentale nel processo di direzione aziendale. Questa condizione, per quanto ovvia, riguarda tanto le risorse umane e la professionalità da loro acquisita, quanto quelle tecnologiche, che rappresentano elementi essenziali nell’erogazione delle prestazioni afferenti il ‘bene salute’. In altri termini, rendere precaria la contrattualizzazione delle strutture di diritto privato, andrà, in ultima istanza, a discapito della qualità e della sicurezza dei servizi resi ai pazienti. Ad avvertirne le conseguenze non sarà solo la piccola realtà ma il comparto intero, che AIOP rappresenta, poiché tutti dovremo fare i conti con l’imprevedibilità alla quale ci stanno consegnando. Se la salute si piega alla finanza, continueremo a guardare il dito e non il futuro che dobbiamo costruire. Un futuro che, si badi bene, non è solo orizzonte delle nostre strutture ma di tutto il Paese. Se la salute si piega alla finanza, la morale nella nostra personale favola di Esopo rimarrà un agglomerato di parole straordinarie, ma vuote”.

Il vero obiettivo del Governo Draghi in materia di sanità è mettere tutto nelle mani della Finanza senza volto, dei Fondi che investono e disinvestono a seconda della convenienza del momento. E i malati? Incidenti di percorso…

Che dire? Che il Governo ‘europeista’ di Mario Draghi vuole mettere in crisi anche la sanità privata italiana. Cominceranno con le piccole aziende per poi consegnare tutto il settore alla Finanza senza volto, ai Fondi che investono e disinvestono a seconda della convenienza del momento. Tutto secondo la logica aberrante dell’ultra-liberismo e del globalismo economico. Anche la sanità, anche curarsi diventerà un terno al lotto. Da quello che leggiamo in questo intervento, il Disegno di legge Concorrenza del signor Mario Draghi e di chi lo sostiene va a colpire le strutture sanitarie private convenzionate, che sono una parte oggi essenziale della sanità pubblica, perché operano, appunto, in convenzione con il pubblico. Anche queste risorse fanno gola agli insaziabili liberisti che debbono fare affari anche nella sanità. L’Unione europea ultraliberista è con le gomme a terra, Cina e Russia stanno colpendo duro tutto il sistema liberista mondiale rappresentato dall’area del dollaro. La Ue è ormai all’ultimo giro, soprattutto se la Russia il 21 Luglio, cioè domani, taglierà definitivamente il gas all’Europa. Ma i liberisti europei insistono ne continuare a distruggere tutto ciò che in Europa non risponde ai crismi delinquenziali della concorrenza per la concorrenza che penalizza i cittadini e favorisce i ‘Padroni del vapore’ globalista. Chissà cosa ne pensano i Sindaci italiani – meno di 2 mila su oltre 8 mila, una netta minoranza – che in queste ore hanno firmato un appello in favore di Draghi. Quanto sono lungimiranti, questi Sindaci…

 

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