L’emergenza siccità nel Nord Italia. E in Sicilia? Arrangiatevi!

28 giugno 2022
  • Nella Ue nessuno fino ad oggi ha pensato a un Fondo assicurativo europeo per le emergenze ambientali –anche in Agricoltura- e per gli eco-disastri
  • Abbiamo tutto, il resto ci manca!
  • La “borghesia mercenaria incapace di conquiste spettacolari” (Fanon)
  • Parliamo di quella Regione e di quei “Consorzi” (commissariati!) che hanno svenduto le Acque siciliane a multinazionali dell’imperialismo italiano ed europeo: svendute!

di Mario Di Mauro

Nella Ue nessuno fino ad oggi ha pensato a un Fondo assicurativo europeo per le emergenze ambientali –anche in Agricoltura- e per gli eco-disastri

La siccità al “Nord” diventa una emergenza nazionale. Non neghiamo che il problema esista e che vada fronteggiato energicamente. Ma non dimentichiamo che le analoghe e secolari “emergenze” in Sicilia e in Terronia vengono liquidate da “Roma” con un “arrangiatevi, fatevi una assicurazione sui raccolti, sono cazzi vostri!”. L’aridità della secolare “Politica neocoloniale” è peggio della Siccità. Oltre 50 anni di PAC – Politica Agricola Comunitaria- hanno divorato metà del Bilancio europeo MEC-CEE-UE- ma nessuno ha pensato a un Fondo assicurativo europeo per le emergenze ambientali –anche in Agricoltura- e per gli eco-disastri. La nostra “cittadinanza” si esercita nell’UE: ed è un “campo di battaglia” ostaggio di geopolitiche suicide e ipocrite. E di euro-burocrazie demenziali. Ma non lo decidiamo Noi Siciliani consapevoli il “campo di battaglia”. Cerchiamo di decidere, piuttosto e razionalmente, il “come combattervi”!.

Abbiamo tutto, il resto ci manca!

Questo è lo Spirito profetico degli Autonomisti Siciliani 4.0. E in Europa –e nel Mondo- avremmo moltitudini di Alleati: in tutto il Mediterraneo, ma anche in Africa, in India ecc.! Siamo al centro di un Mondo. Cosa ci manca? Abbiamo tutto, il resto ci manca! Il Sintimentu ci manca, sicula ed antica concrezione di Cuore e Cervello. Ci manca una moderna Identità post convenzionale (Habermas) consapevole di una geostoria millenaria, di cui non siamo solo gli eredi, ma l’eredità stessa: nella nostra biodiversità, il demos siciliano è un unicum incompreso a noi stessi. Sia chiaro: non siamo migliori di altri, ma certo non peggiori!. Dobbiamo liberarci dall’ossessione tricolorata imposta a reti unificate e “non discendiamo dagli antichi romani” (Gramsci docet); ma vanno rottamate anche le banalità e insidie reazionarie di un certo “sicilianismo” vittimistico, una scoria della storia, una ideologia di riserva per avventurismi e riciclaggi di ogni tipo: incluse derive paramafiose ed eversive. Alla larga!

La “borghesia mercenaria incapace di conquiste spettacolari” (Fanon)

Dobbiamo liberarci di una “borghesia mercenaria incapace di conquiste spettacolari” (Fanon), ma capace di vendersi all’asta global perfino i nostri Aeroporti!. Welcome in Sicily Park!. Benvenuti nell’Isola de-collata: senza Cielo, senza Ali. E senza Testa! Quanto alla “desertificazione”… in Sicilia l’Acqua non manca. E lo ripetiamo da 40 anni. Nei secoli dei secoli la Terra siciliana è sempre stata dominata da chi ne controllava le Acque. La faccio breve: gli attuali “Consorzi di Bonifica” -enti pubblici di diritto privato, commissariati dalla Regione Fallita- sono implosi e vegetano nell’impotenza. Le reti idriche sono fatiscenti, un colabrodo, una vergogna. Le “bollette” recapitate alle aziende agricole hanno superato la soglia della demenza. E’ necessaria una ri-evoluzione radicale del Paesaggio agrario siciliano -prima che il latifondo tecno-parassitario e coloniale del Desert Tech fotovoltaico-eolico ecc. si mangi tutto. Ed è necessario che all’ARS -il più antico e demenziale Parlamento del Mondo- vada in discussione la “Riforma dei Consorzi di Bonifica”, e si decida cosa farsene. Non sarebbe male azzerare tutto, e ricominciare bene: da zero.

Parliamo di quella Regione e di quei “Consorzi” (commissariati!) che hanno svenduto le Acque siciliane a multinazionali dell’imperialismo italiano ed europeo: svendute!

Mezzo secolo di mala gestio merita di finire in una bad company (“impresa cattiva”): una società che non ha più liquidità per poter sopravvivere nelle sue funzioni e che viene utilizzata per poterle far assorbire le attività “sofferenti” e, contemporaneamente, far confluire le attività proficue nella società parallela detta good company (“impresa buona”). E che non si buttino soldi per dighe folli. Si rifanno le reti irrigue essenziali e la messa in sicurezza e rigenerazione dei territori. E basta. Parliamo di quella Regione e di quei “Consorzi” (commissariati!) che hanno svenduto le Acque siciliane a multinazionali dell’imperialismo italiano ed europeo: svendute! Quanto alle “bollette” demenziali, che tormentano i nostri agricoltori: si brucia tutto. Si può Fare, e subito! Sorvoliamo su PNRR e pasticci regionali, in parte “rattoppati”. Nei secoli dei secoli la Terra siciliana è sempre stata dominata da chi ne controllava le Acque. Il sicilidiota non lo può capire: vive in sicilystan a sua insaputa. Ma chi lo capisce ha un Dovere verso questa Terra Sacra e…stuprata. I soldi ci sono, il resto manca.

Foto di prima pagina tratta da la Repubblica

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