Il Governo siciliano scopre le reti irrigue-colabrodo. Dove sono stati in cinque anni presidente, assessori e dirigenti generali?

24 giugno 2022
  • Politici dell’Isola e alti burocrati regionali si riuniscono. Ma non dicono che la vera notizia è che, dopo cinque anni di Governo, non è stato fatto nulla per le reti di distribuzione irrigua della Sicilia!
  • E’ la Regione che si deve occupare delle reti di distribuzione dell’acqua in agricoltura, non lo Stato! 
  • La riforma dei Consorzi di bonifica va approvata ad inizio legislatura dando modo al Governo che la propone e all’Assemblea regionale che l’approva di verificarne l’applicazione sul campo, intervenendo eventualmente con correttivi

Politici dell’Isola e alti burocrati regionali si riuniscono. Ma non dicono che la vera notizia è che, dopo cinque anni di Governo, non è stato fatto nulla per le reti di distribuzione irrigua della Sicilia!

Nell’ultima decade di Giugno il Governo regionale scopre che sì “l’acqua negli invasi in Sicilia quest’anno non desta per ora preoccupazione ( e meno male con tutte le piogge dello scorso Autunno! ndr), ma bisogna intervenire per rispondere alle legittime richieste degli agricoltori, alle prese con i gravi problemi legati alle alte temperature e alle disfunzioni delle reti di distribuzione irrigua”. In un comunicato si legge di una riunione “convocata dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, a Palazzo Orl​è​ans, a Palermo” per fare il punto sulla situazione dell’approvvigionamento idrico nell’Isola, anche alla luce dello stato di siccità che allarma le Regioni del Nord Italia e che induce a non abbassare la guardia”. Come abbiamo scritto ieri, nelle Regioni del Nord Italia la siccità c’è sicuramente stata nei mesi scorsi, ma a Giugno c’è stato il problema opposto – piogge e allagamenti – ma al tempo della disinformazione non si può pretendere che il Governo siciliano si documenti meglio sulla “siccità che allarma le Regioni del Nord Italia”. Nel comunicato si parla della riunione alla quale erano presenti gli assessori regionali all’Agricoltura, Toni Scilla, e al Territorio, Toto Cordaro, i direttori dei dipartimenti regionali dell’Ambiente, dell’Agricoltura e dell’Acqua e dei rifiuti, il segretario generale dell’Autorità di bacino, i vertici dei due Consorzi di bonifica, il direttore della Struttura contro il dissesto idrogeologico e il capo della Protezione civile regionale”. Così, per dire: a parte dell’assessore Toto Cordaro, che con la siccità non c’azzecca niente, gli altri signori dove sono stati negli ultimi cinque anni? Il presidente Musumeci, gli assessori della Giunta regionale e i dirigenti generali sono lì da cinque anni. La vera notizia è che, dopo cinque anni di Governo, non è stato fatto nulla per le reti di distribuzione irrigua! Questo avalla quello che scriviamo da quando siamo in rete: e cioè che l’assessorato regionale all’Agricoltura, nell’80% delle attività che svolge, non si occupa né di agricoltura, né di agricoltori, è solo un ‘feudo’ politico per produrre clientele e voti.

E’ la Regione che si deve occupare delle reti di distribuzione dell’acqua in agricoltura, non lo Stato! 

“Sulla base dei dati in possesso della Regione – prosegue il bizzarro comunicato stampa del Governo regionale – non esistono in questo momento condizioni di emergenza, ci sono però delle criticità di carattere contingente, legate ai cambiamenti climatici e alle alte temperature, e di ordine strutturale, riguardo alle reti di distribuzione, sulle quali bisogna intervenire e per le quali si è deciso di interessare il Governo nazionale”. Che cosa c’entri il Governo nazionale con le reti di distribuzione dell’acqua in agricoltura, con tutta la buona volontà, non riusciamo a capirlo. E’ l’amministrazione regionale che si deve occupare delle reti idriche, non lo Stato! Tra l’altro, quello che lo Stato fa in Sicilia, in materia di opere pubbliche, è quasi sempre un disastro: vedi la gestione delle autostrade e delle strade a scorrimento veloce, o i mancati controlli sui lavori portuali che durano decenni. Ci manca solo di affidare la gestione delle reti idriche allo Stato, che sicuramente troverebbe il modo di portare l’acqua della Sicilia al Nord…

La riforma dei Consorzi di bonifica va approvata ad inizio legislatura dando modo al Governo che la propone e all’Assemblea regionale che l’approva di verificarne l’applicazione sul campo, intervenendo eventualmente con correttivi

“Tutti i partecipanti al vertice – prosegue sempre il comunicato – hanno concordato sulla necessità che il Parlamento regionale approvi velocemente la riforma dei ​Consorzi di bonifica”. Anche su questo fronte, tale precisazione suona come una presa in giro. La riforma dei Consorzi di bonifica approvata nella passata legislatura è stata inutile. Che il presidente Musumeci dica oggi che “Riformare i Consorzi di bonifica è sempre stata una priorità per il mio Governo” non è credibile, perché per cinque anni non abbiamo visto nulla. Né ci convince l’ultima parte del comunicato: “Abbiamo varato una proposta di riforma che prevede non solo che la gestione torni agli agricoltori, ma che ci sia, da parte della Regione, una graduale riduzione del debito accumulato in decenni e la riqualificazione della rete di distribuzione dell’acqua, mai sostituita in sessant’anni. È urgente che l’Ars approvi questa legge, per dare concretezza a un cambio di passo definitivo atteso da tempo da tutto il mondo agricolo siciliano”. L’urgenza, in questo momento, è fare arrivare l’acqua nei campi e, come abbiamo scritto stamattina, questo si può fare consentendo il turnover ai dipendenti dei Consorzi di bonifica che Governo e Assemblea regionale hanno bloccato. Quanto alla riforma dei Consorzi di bonifica, approvarla a fine legislatura sarebbe un errore. Tale riforma va approvata ad inizio legislatura dando modo al Governo che la propone e all’Assemblea regionale che l’approva di verificarne l’applicazione sul campo, intervenendo eventualmente con correttivi. Il resto è solo propaganda elettorale.

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