Le primarie del centrosinistra in Sicilia? Metafora e immagine del caos totale che sta travolgendo la Ue e l’Italia/ MATTINALE 676

19 giugno 2022
  • Le primarie del centrosinistra siciliano on line… “E biri chi manci”, si dice dalle nostre parti
  • Sullo sfondo delle primarie del centrosinistra, l’inciucio tra il PD da una parte e Forza Italia di Miccichè, gli Autonomisti di Lombardo e, magari, la Lega di Salvini dall’altra parte 
  • Nella Lega, tra gli Autonomisti di Lombardo e dentro Forza Italia monta il malumore contro un eventuale accordo-inciucio con il PD alle elezioni regionali di Novembre 
  • Governo Draghi al capolinea: altri problemi per Miccichè

Le primarie del centrosinistra siciliano on line… “E biri chi manci”, si dice dalle nostre parti

Da qualche giorno i mezzi di informazione siciliani lanciano e rilanciano la notizia delle primarie del centrosinistra della nostra Isola in vista delle elezioni regionali di Novembre, quando dovranno essere eletti il nuovo presidente della Regione e la nuova Assemblea regionale siciliana. Le primarie – che dovranno designare il candidato alla presidenza della Regione – arrivano dopo che il centrosinistra è stato sconfitto alle elezioni comunali di Palermo e Messina. Le primarie si svolgeranno il 23 Luglio. Si potrà votare on line o nei 32 gazebo che verranno distribuiti in Sicilia. Che garanzie possa dare il voto on line, dopo che gli hacker hanno violato il sistema informatico del Comune di Palermo non si capisce. Si sa benissimo che il potere non vuole più elettori in carne ed ossa. Alle ultime elezioni comunali di Palermo migliaia di elettori hanno trovato i seggi chiusi fino alle 13,00 ed è stato dichiarato tutto regolare. Nel futuro prepariamoci al voto on line ‘democratico, pluralista’ e non ci sarà più bisogno dei fastidiosi seggi elettorali. In compenso sapremo prima chi ‘vincerà’ le elezioni. A meno che l’Unione europea liberista e ultra-globalista non crolli prima: cosa molto probabile con la crisi economica che si sta scatenando nel mondo. In attesa che lo scontro epocale tra area del dollaro e Cina polverizzi Ue ed euro, il centrosinistra siciliano ci regala le primarie da scenario per metà orwelliano e per metà metà confusionario. Vediamo di che si tratta.

Sullo sfondo delle primarie del centrosinistra, l’inciucio tra il PD da una parte e Forza Italia di Miccichè, gli Autonomisti di Lombardo e, magari, la Lega di Salvini dall’altra parte 

Secondo la maggioranza del PD siciliano, per cercare di battere il presidente uscente, Nello Musumeci, bisogna prendere una parte del centrodestra e portarla nel centrosinistra. O fare in modo – come nel 2013 – che il centrodestra si presenti diviso. Da qui il possibile inciucio del PD siciliano con Forza Italia targata Gianfranco Miccichè, gli Autonomisti di Raffaele Lombardo e, magari, con la Lega di Salvini che in Sicilia ora si chiama Prima L’Italia. Chi non la pensa come i vertici del PD sono Claudio Fava, leader de I Centro Passi e la maggioranza del Movimento 5 Stelle. Ancora non si capisce se i grillini siciliani – in verità un po’ in disarmo ormai, se è vero che hanno perso credibilità politica e voti – in queste primarie appoggeranno Fava o presenteranno un proprio candidato (si parla dell’eterno Giancarlo Cancelleri, ormai non molto popolare tra i grillini, e del parlamentare regionale Nuccio Di Paola). Alle primarie del centrosinistra dovrebbero partecipare anche Articolo 1, Europa Verde, Sinistra Italiana e alcuni soggetti che dicono di rappresentare il Psi (?). Una parte del PD chiama a raccolta anche i renziani, che alle elezioni di Palermo si sono schierati con il candidato del centrodestra eletto Sindaco, Roberto Lagalla. Nella testa di alcuni dirigenti del PD siciliano, i renziani che entreranno in Giunta a Palermo nell’amministrazione Lagalla dovrebbero votare alle primarie del centrosinistra e poi, magari, appoggiare il candidato alla presidenza della Regione del centrosinistra mentre a Palermo amministrano con il centrodestra… Fava, da parte sua, considera l’esperienza di Fabrizio Ferrandelli a Palermo – terzo arrivato nella corsa a Sindaco del capoluogo siciliano con un 15% – come un’espressione del centrosinistra, da inglobare magari a sostegno della candidatura dello stesso Fava. L’idea che Ferrandelli con + Europa, Azione di Carlo Calenda, Unità Siciliana (che ha appena eletto Maurizio Balistreri nuovo segretario nazionale) e altri movimenti possano dare vita in Sicilia a un terzo polo alternativo a centrodestra e centrosinistra non sfiora Fava. Le ultime elezioni amministrative hanno dimostrato, ancora una volta, che il centrodestra unito difficilmente perde le elezioni a tutti i livelli. L’unico modo per fare perdere il centrodestra in Sicilia è frantumarlo. Di questo si sta occupando il coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Miccichè, che, in verità, nelle ultime due tornate elettorali siciliane è uscito un po’ ‘ammaccato’. Nelle penultime elezioni comunali Miccichè ha provato l’inciucio con il PD. Risultato: un disastro. Alle elezioni comunali di Palermo di qualche giorno Forza Italia è sì il primo partito con un gramo 12%, ma di questo 12% Miccichè ha ben poco, considerato che il 60-65% di questi voti fanno capo al deputato regionale Edy Tamajo. Insieme con Miccichè, nell’accordo con il PD, come già accennato, ci dovrebbero essere gli Autonomisti di Raffaele Lombardo e i leghisti siciliani in cerca d’autore.

Nella Lega, tra gli Autonomisti di Lombardo e dentro Forza Italia monta il malumore contro un eventuale accordo-inciucio con il PD alle elezioni regionali di Novembre 

Se le primarie del centrosinistra si celebreranno on line (già immaginiamo quello che succederà…), le elezioni regionali siciliane di Novembre saranno ancora regolari, cioè elezioni vere, con i seggi elettorali. E lì ci vorranno i voti veri, non i ‘voti on line’… Ora, un conto sono i voti on line, altra e ben diversa cosa sono i voti veri. A nostro modesto avviso, una competizione elettorale che parte con la logica dell’on line – affidando la regolarità dell’elezione agli ingegneri informatici – ricorda Orwell. La Democrazia, ovviamente, è un’altra cosa. Se poi si considera che i protagonisti di queste primarie perseguono obiettivi diversi (il PD che cerca in tutti i modi l’inciucio con Miccichè, Autonomisti e Lega, mentre Fava e i grillini vorrebbero un candidato di sinistra), ebbene, il caos dovrebbe essere assicurato. Il fatto che un ‘patto’ sottoscritto da un notaio dovrebbe vincolare i partecipanti a queste primarie ad appoggiare il ‘vincitore’ non risolve il problema: perché Fava e i grillini non appoggeranno mai l’inciucio tra il PD da una parte e Gianfranco Miccichè, Autonomisti e magari i leghisti dall’altra parte. A nostro modesto avviso, queste primarie del centrosinistra sono solo una perdita di tempo. Tra l’altro, non è detto che Miccichè, Lombardo e i leghisti riescano a trattenere le proprie ‘truppe’ per portarle a un accordo elettorale con il centrosinistra. Nella Lega siciliana, ad esempio, non sta andando a genio il fatto che a Messina Cateno De Luca si sia preso tutto il merito della vittoria alle elezioni comunali oscurando la Lega, che pure ha rotto l’alleanza con il centrodestra per appoggiare il candidato di De Luca. Traduzione: personaggi importanti della Lega siciliana non seguirebbero Salvini in un eventuale accordo con il PD alle elezioni regionali di Novembre, anche per contrapporsi a Luca Sammartino, che nella Lega siciliana viene considerato un ‘intruso’ che salta da un partito all’altro in cerca di potere. Insomma, per dirla in breve, molti esponenti della Lega siciliana appoggerebbero Musumeci. Una cosa simile si sta verificando tra gli Autonomisti. Qualche giornale scrive che Lombardo avrebbe ripreso i contatti con Musumeci. Può darsi che sia così. Anche se a noi risulta che ‘truppe cammellate’ autonomiste avrebbero già fatto capire che non gradirebbero l’accordo con il PD alle regionali di Novembre. Ci sono anche malumori dentro lo stesso PD siciliano. Il segretario provinciale di Palermo, Rosario Filoramo, dice che non bisogna candidare i parenti delle vittime della mafia: e non si capisce se il ‘siluro’ sia indirizzato a Caterina Chinnici (che potrebbe essere candidata alla presidenza della Regione) o a Claudio Fava. Mentre Antonio Rubino, altro dirigente del PD, attacca il segretario regionale del partito, Anthony Barbagallo, sottolineando che l’Unità del partito non è affatto scontata. “In queste settimane – si legge in un comunicato di Rubino, coordinatore regionale di Left Wing – abbiamo assistito alle decisioni assunte dal segretario regionale Barbagallo in merito al percorso per la selezione del candidato presidente senza interferire nel delicato lavoro politico che si stava compiendo. Pur tuttavia abbiamo più volte manifestato le nostre perplessità e al contempo la necessità di avviare un percorso unitario dentro il partito siciliano, percorso che ad oggi non c’è. Restiamo convinti che per vincere la sfida in Sicilia sia necessario che il Pd si presenti compatto e unito e che i nodi di natura politica che abbiamo posto al segretario regionale siano affrontati il prima possibile. In tal senso le affermazioni di Barbagallo, che parlano di un partito coeso, non solo ci stupiscono ma al contempo ci addolorano perché hanno il sapore dello sberleffo, atteggiamento che non pensiamo di meritare”

Governo Draghi al capolinea: altri problemi per Miccichè

Forza Italia, infine. Dicono che il partito faccia muro in difesa di Miccichè. Forse sarebbe stato così con il Governo nazionale di Mario Draghi ancora in sella. Ma non è così. La settimana che si è conclusa ha fatto segnalare la caduta di tutte le Borse del mondo. Per chi non l’avesse capito, la crisi del mercato azionario mondiale è più grave di quella del Grande crollo del 1929. In questo scenario l’Unione europea ‘finanziarizzata’ è messa male, soprattutto dopo che la Russia di Putin ha cominciato a ridurre le forniture di gas, costringendo l’Europa a confrontarsi con l’economia reale. Se la Ue è messa male, l’Italia è messa malissimo. E già si cominciano a intravedere i primi bagliori delle rivolte sociali contro benzina e gasolio a oltre 2 euro al litro e, in generale, contro il carovita, con un’inflazione la cui vera entità viene con molta probabilità nascosta per non scatenare il panico e le proteste di piazza contro il Governo. Morale: l’idea di Miccichè di proporre in Sicilia l’alleanza politica che a Roma sostiene il Governo Draghi è perdente in partenza. In Sicilia, che gli piaccia o no, Miccichè, Forza Italia e tutti i sostenitori del Governo Draghi sono al capolinea.

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