L’obiettivo del caos elezioni a Palermo è ridurre l’affluenza al voto per avvantaggiare chi dovrebbe perdere?

12 giugno 2022
  • Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo: le elezioni comunali di Palermo avrebbero dovuto essere bloccate e ripetute, dando modo a tutti i cittadini di votare nei termini stabiliti dalla legge. E’ inconcepibile che cittadini recatisi a votare la mattina non abbiano potuto votare. Un servizio pubblico così importante non si può interrompere  
  • Alla fine scopriremo che nessuno è responsabile del caos
  • Sbagliatissimo nominare i presidenti di seggio in modo improvvisato, perché non è un ruolo che si può improvvisare

Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo: le elezioni comunali di Palermo avrebbero dovuto essere bloccate e ripetute, dando modo a tutti i cittadini di votare nei termini stabiliti dalla legge. E’ inconcepibile che cittadini recatisi a votare la mattina non abbiano potuto votare! Un servizio pubblico così importante non si può interrompere 

Come dice Hercule Poirot, il celebre personaggio dei romanzi di Agatha Christie, su certi fatti le coincidente non esistono. Lo abbiamo scritto qualche ora fa e lo confermiamo: quello che succedendo a Palermo nel giorno delle elezioni comunali sembra avere poco a che vedere con le coincidenze. Mai a Palermo, in occasioni delle elezioni comunali, si è vista un’affluenza alle urne così bassa. Il rischio è che stasera, a chiusura delle urne – complice anche la finale del Palermo calcio contro il Padova, partita che si ‘doveva’ assolutamente giocare stasera – abbiano votato, sì e no, il 40% e, perché no?, magari il 35-30% degli elettori aventi diritto. Quello che sta succedendo supera la fantasia. Fino alle 13,00 di oggi molti seggi erano chiusi e gli elettori che arrivavano per votare venivano invitati a tornare. C’è stata un’interruzione di pubblico servizio. Il diritto al voto dei cittadini è stato calpestato. Ci vuole veramente una bella faccia tosta per affermare che tutto è regolare! Le elezioni, in un Paese normale, sarebbero già state interrotte. Invece è tutto a posto. Siamo a Palermo, del resto, città di stragi e depistaggi. “Città cannibale”, ha scritto qualcuno. Se ‘loro’ decidono, tutto è concesso. Va da sé che, con la bassa affluenza, si avvantaggia il voto organizzato. E a Palermo sappiamo tutti chi sono i meglio ‘organizzati’. Dicono che si potrà votare fino a notte fonda. A nostro avviso – cosa che del resto si verifica sempre quando si vota in Estate – nei seggi ci sarà il caos dal tardo pomeriggio in poi. Il motivo è semplice: per votare ti consegnano sette schede, 5 per i referendum e 2 schede per le elezioni comunali: la prima per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale, la seconda per le Circoscrizioni. Ogni elettore, per votare, non può impiegare meno di sei-sette minuti. Morale: tante gente resterà fuori per ore ad aspettare. Vedremo se si voterà fino a notte fonda  se domani ci saranno cittadini che diranno che gli è stato impedito di votare.

Alla fine scopriremo che nessuno è responsabile del caos

Supponiamo ci saranno denunce presso le autorità. Vedremo come finirà. Ma già lo sappiamo: in una bolla di sapone. Oltre alla finale di calcio c’è un altro particolare: sotto accusa sono finiti i presidenti di seggio che non avrebbero comunicato in tempo il proprio ritiro: secondo la legge, in tempo significa 48 ore prima, per dare modo a chi di dovere di effettuare la sostituzione. Domanda: il presidente di seggio che decide di ritirarsi a chi deve comunicare il fatto che non si presenterà al seggio? Alla Corte d’Appello o al Comune di Palermo? Se la comunicazione del diniego va inoltrata al Comune, ebbene, come tutti sanno, negli uffici del Comune di Palermo c’è stato uno strano attacco degli hacker. In ogni caso, non sarà difficile appurarlo, perché il diniego oggi si comunica via Pec o, in ogni caso, con una raccomandata. Ribadiamo: non sappiamo a chi i presidenti di seggio che si ritirano debbono comunicarlo entro 48 ore: ma se la comunicazione va fatta al Comune, ebbene, il caos provocato dagli hacker potrebbe aver impedito agli uffici del Comune di ricevere l’avviso di diniego dei presidenti di seggio: insomma, a questo punto nessuno avrebbe responsabilità.

Sbagliatissimo nominare i presidenti di seggio in modo improvvisato, perché non è un ruolo che si può improvvisare

Che succederà? Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha chiesto che le elezioni del Comune di Palermo vengano prorogare fino a domani alle 14,00. Se abbiamo capito il senso della ‘operazione’ che sta andando in scena a Palermo, ebbene, gli diranno no. Per un motivo semplice: perché più basso sarà il numero di elettori che avranno votato, più forte sarà il peso del voto organizzato. La verità è che con queste elezioni comunali la ‘presunta’ sinistra di Palermo che ha distrutto la città negli ultimi dieci anni ha messo in campo tutto il suo armamentario: le strumentalizzazioni sulla mafia, la criminalizzazione di persone alle quali la legge non vieta di fare politica e una disorganizzazione che ha creato e moltiplicato il caos. Una ‘macchina’ perfetta. Ultima notazione sui presidenti di seggio. Chi scrive, per dieci anni, ha svolto il ruolo di presidente di seggio. E’ un compito di grande responsabilità e – soprattutto quando si tratta di elezioni comunali – molto difficile. Cosa vogliamo dire? Che un presidente di seggio elettorale non si improvvisa. In genere, i presidenti di seggio hanno esperienza su tale materia. E chi per la prima volta viene chiamato a svolgere questo ruolo – è successo a chi scrive tanti anni fa – deve avere il tempo per studia il libretto con le istruzioni. Da quello che abbiamo capito, sono stati nominati presidenti di seggio in frett’e furia: e questa non è una garanzia. Ah, dimenticavamo: ci sono stati cittadini che non sono riusciti a ritirare la tessera elettorale per il caos presente negli uffici comunali. Ma che importanza ha? Non è che la responsabilità è del Comune di Palermo…

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