C’è da crederci che il Formez otterrà l’incarico per la riqualificazione del personale disoccupato della Formazione siciliana?

7 giugno 2022
  • Quanto meno un merito ci deve essere riconosciuto: abbiamo avviato un dibattito – con qualche speranza – su un argomento che era stato accantonato 
  • Accantonata acerbamente e dispettosamente più di un anno fa dalla Curia di Musumeci, in tempo di elezioni l’idea Formez ritorna

da Paolo Catalano
dell’Associazione Sindacale Lavoratori 99,9%
riceviamo e pubblichiamo 

Quanto meno un merito ci deve essere riconosciuto: abbiamo avviato un dibattito – con qualche speranza – su un argomento che era stato accantonato 

Il tempo sacro ed il tempo profano: la prima distinzione che opera il sociologo della religione. La differenza sta nei differenti linguaggi usati nei differenti tempi, l’esercizio dei ruoli e delle funzioni nonché la qualità coercitiva dell’azione. Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. ci ha provato ad applicare tale distinzione, tra sacro e profano, nella sua azione di governo ma la sua liturgia non ha salvato il popolo della Formazione professionale e dei suoi disoccupati. Il tempo profano per Musumeci e lo scudiero donchisciottesco Roberto Lagalla è il tempo feriale, quello lento della burocrazia, delle carte che vagolano sui tavoli, tempo inconcludente: per capirci, quello dei ritardati pagamenti di ogni sorta di credito nei confronti dei formatori o degli Avvisi pubblici del settore variamente numerati e tanti altri impegni “sospesi” che ci si stanca ad elencare. Poi il sacerdotale Musumeci, crocifero in testa e gli accoliti, ceroferai che lo seguono apre le celebrazioni del tempo sacro, quello festivo delle campagne elettorali, quello fatto di promesse e botti elettorali, tempo che mette le ali ai piedi della burocrazia ed opera miracoli.

Accantonata acerbamente e dispettosamente più di un anno fa dalla Curia di Musumeci, in tempo di elezioni l’idea Formez ritorna

In campagna elettorale, soprattutto quando si tratta di “amministrative”, tutto è possibile, tutto può essere recuperato e risanato, purificato e venire a nuova vita.
E così, a proposito della riqualificazione dei lavoratori della Formazione professionale, è possibile che l’idea del Formez come ente utilizzabile a tal scopo accantonata acerbamente e dispettosamente più di un anno fa dalla Curia di Musumeci, oggi, in tempo sacro di elezioni per l’ex assessore Lagalla, viene ripresa e posta sugli altari. Il popolo della Formazione reciterà ancora il Credo? Ci si può affidare a questa nuova sacra promessa? Da sei anni mediamente, il popolo della Formazione recita, inascoltato, la preghiera dei fedeli: “Toglieteci da questo precariato, recita, dalla disoccupazione, da questa vita che ha perso onore e dignità”!
Fuori dalla metafora: c’è da crederci che il Formez otterrà l’incarico per la riqualificazione? E passata la festa, è possibile che il santo verrà gabbato? È possibile che poi per farla partire, tale riqualificazione, si attendano le elezioni prossime regionali?Domande legittime a tanta gente, da tanti anni bugerata e avvilita. Personalmente il sottoscritto ha seguito sin dal 2020 la vicenda, in tempo profano, quello lento della burocrazia; spesso ho scritto in merito, anche su questa testata, ed ho condotto le azioni di stimolo perché la riqualificazione partisse. Ora ascolto il brusio di tanti colleghi risvegliati da nuove profezie, pronti a fondare nuove sette: il vero male del sistema della Formazione professionale. Speriamo che questo tempo sacro elettorale non trascorra senza produrre la risurrezione del lavoro lasciando invece l’agnello immolato e il popolo genuflesso. Amen Musumeci, amen Lagalla.

 

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