Le Marinerie italiane si vanno fermando per protesta contro il caro gasolio

6 giugno 2022
  • La prima marineria che ha iniziato la protesta 18 giorni fa è quella di Manfredonia, in Puglia. Da oggi ferme alcune marinerie della Sicilia   
  • Il caro gasolio riguarda anche gli agricoltori, che per ora non possono fermarsi tra mietitrebbiatura del grano e raccolta dell’ortofrutta. L’ombra della speculazione
  • I veri assenti sono i cittadini italiani che subiscono senza protestare benzina e gasolio tornati a quasi 2 euro al litro. Tra qualche giorno gli stessi cittadini voteranno per i partiti del Governo Draghi responsabili di quanto sta accadendo  

La prima marineria che ha iniziato la protesta 18 giorni fa è quella di Manfredonia, in Puglia. Da oggi ferme alcune marinerie della Sicilia   

La notizia è semplice: il Governo di Mario Draghi e i partiti politici che lo sostengono – il Movimento 5 Stelle, il PD, la Lega Forza Italia, Italia Viva e la ‘sinistra’ si Liberi e Uguali – trovano ‘vagonate’ di milioni di euro per portare armi in Ucraina, facendo arricchire i produttori di armi (che in Italia sono anche editori di giornali…), ma non trovano i soldi per aiutare le famiglie a pagare la benzina e il gasolio di nuovo a 2 euro al litro, non trovano i soldi per aiutare gli agricoltori alle prese con il raddoppio del prezzo del gasolio agricolo e non trovano i soldi per aiutare i pescatori alle prese con il raddoppio del prezzo (e forse più) del gasolio per i motopescherecci. Ma mentre i cittadini e gli agricoltori non protestano e anzi si accingono a votare per i candidati dei cinque partiti che stanno affossando l’Italia, i pescatori si sono rotti i cabbasisi e hanno boccato le attività di pesca. In realtà, i pescatori siciliani si sono presi un bel po’ di tempo per riflettere e solo oggi hanno cominciato la protesta, mentre i pescatori di Manfredonia, in Puglia, sono già al diciottesimo giorno di protesta. Marinerie in rivolta anche in altre Regioni italiane: in Campania, nel Lazio, in Toscana, in Liguria, in Abruzzo e, in generale, nell’Adriatico.

Il caro gasolio riguarda anche gli agricoltori, che per ora non possono fermarsi tra mietitrebbiatura del grano e raccolta dell’ortofrutta. L’ombra della speculazione

In realtà, non sappiamo se tutte le marinerie siciliane hanno deciso fermare le attività di pesca. Qua e là leggiamo che la protesta è in corso nella marineria di Sciacca, provincia di Agrigento (ma nulla sappiamo della marineria di Licata, sempre provincia di Agrigento), la protesta è in corso nelle marinerie di Siracusa, Portopalo e Marzameni (sempre provincia di Siracusa), la protesta è in corso a Scoglitti, provincia di Ragusa e a Cefalù, provincia di Palermo (ma non sappiamo nulla della marineria di Porticello, sempre provincia di Palermo, una delle più importanti marinerie della Sicilia). Non abbiamo notizie sulla marineria di Mazara del Vallo, la più importante della Sicilia. Il prezzo del gasolio utilizzato dai motopescherecci si attesta intorno a un euro e 20 centesimi, prezzo diventato proibitivo per le attività di pesca. Il prezzo è quello fissato dal mercato o c’è sotto una speculazione? Sul gas, è noto. c’è stata una grande speculazione. Sull’olio di semi – il cui prezzo è più che triplicato – c’è stata una speculazione. Ora, se chi specula non viene sanzionato dal Governo, beh, un motivo ci sarà e non è nemmeno tanto difficile capirlo. Per ora le marinerie, anche se in ordine sparso, stanno cominciando a protestare. Non altrettanto possono fare gli agricoltori, che sono in una fase molto delicata: la trebbiatura del grano che è già iniziata e la raccolta dell’ortofrutta. Ma è chiaro che anche gli agricoltori stanno subendo l’aumento del prezzo del gasolio agricolo (che in Sicilia è un problema ampliato dalla disorganizzazione dell’assessorato regionale all’Agricoltura). Non si lamentano i cittadini italiani, che stanno subendo l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio che ormai sono tornati intorno a 2 euro al litro.

I veri assenti sono i cittadini italiani che subiscono senza protestare benzina e gasolio tornati a quasi 2 euro al litro. Tra qualche giorno gli stessi cittadini voteranno per i partiti del Governo Draghi responsabili di quanto sta accadendo  

I cittadini italiani, in verità – e in questa grande categoria includiamo anche gli agricoltori e i pescatori – avrebbero uno strumento per attuare una grande protesta: non votare i candidati dei partiti che sostengono il Governo Draghi alle elezioni comunali che si celebreranno tra qualche giorno. Non votare i candidati del Movimento 5 Stelle, del PD, della Lega, di Forza Italia, di Italia Viva e della ‘sinistra’ di Liberi e Uguali. Sarebbe un segnale per i partiti di Governo che, perdendo voti, subito dopo le elezioni comunali si attiverebbero per evitare di perdere voti anche alle elezioni politiche del Marzo del prossimo anno (in Sicilia ci sono anche le elezioni regionali di Novembre: altro motivo, per i cittadini siciliani tutti, per non votare alle elezioni comunali di Domenica prossima i candidati del Movimento 5 Stelle, del PD, della Lega, di Forza Italia, di Italia Viva e della ‘sinistra’ di Liberi e Uguali). Per i cittadini sarebbe una mossa politicamente intelligente. Faranno così? Lanceranno un segnale ai partiti di Governo non votandoli in massa? Sarebbe auspicabile, anche se noi siamo pessimisti, perché gli italiani non sono grandi combattenti. Non parliamo, poi, dei siciliani che votano regolarmente i partiti politici nazionali che gli tolgono i soldi dalle tasche: vedi i miliardi di euro che hanno scippato alla Regione siciliana, o il recente scippo delle risorse FEASR agli agricoltori di Sud e Sicilia disposto dal Ministro grillino e nordista delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, scippo avallato da tutti i parlamentari nazionali eletti nel Sud e in Sicilia, tanto gli agricoltori siciliani poi fanno quello che dicono i politici…

Foto tratta da La Sicilia       

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