Attenzione alle ciliegie: la metà di questi frutti prodotti nell’Unione europea nel 2019 risultavano contaminati. E oggi?

31 maggio 2022
  • Troppe le ciliegie che si vedono in giro. E prezzi troppo bassi
  • L’articolo de ‘Il Fatto Quotidiano’: l’Italia è al quarto posto per la produzione di frutta e verdura contaminati da sostanze chimiche pericolose
  • Tre anni fa la metà di tutte le ciliegie prodotte nell’Unione europea era contaminata. Qual è la situazione quest’anno? La presenza del fungicida Tebuconazole che sembra essere collegato a problemi in gravidanza e nello sviluppo del feto  

Troppe le ciliegie che si vedono in giro. E prezzi troppo bassi

Da dove arrivano le ciliegie che si vendono in questi giorni in Sicilia dove capita a prezzi stracciati? La domanda ce la poniamo e la poniamo perché nella nostra Isola – stando a quelle che sono le nostre conoscenze – le zone dove si producono le ciliegie sono poche. La più importante produzione ricade alle falde dell’Etna in una ventina di Comuni; poi c’è un piccolo polo produttivo a Chiusa Sclafani, in provincia di Palermo; quindi piccole produzioni sparse qua e là, con quantitativi non certo importanti. Morale: il fiume di ciliegie che sta invadendo la Sicilia – soprattutto la Sicilia occidentale – non può essere produzione siciliana. E allora da dove arrivano queste ciliegie? Abbiamo cominciato a porre questa domanda a noi stessi lo scorso anno quando, a fine Maggio, abbiamo acquistato le ciliegie in un mercato di Palermo. E’ stato un disastro! Ne abbiamo mangiato, sì e no, una ventina a pranzo e siamo stati malissimo per due giorni. Ovviamente abbiamo gettato via le ciliegie e non ne abbiamo più acquistate. Attenzione: la ciliegia è un frutto meraviglioso, ma bisogna capire come viene coltivato. Qualche giorno fa ci siamo imbattuti in un articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano: e ci è bastato per capire perché, lo scorso anno, di questi tempi, siamo stati malissimo dopo aver mangiato una ventina di ciliegie. E siamo arrivati alla conclusione che non porteremo più una ciliegia in tavola se chi le vende non esporrà, per filo e per segno, come sono state coltivale le ciliegie, che tipo di pesticidi, fungicidi e erbicidi sono stati utilizzati con tanto di certificazione. In realtà – ora illustreremo il perché – sarebbe meglio mangiare solo ciliegie coltivate in biologico, meglio se coltivate in Italia, evitando assolutamente le ciliegie coltivate in altri Paesi, anche europei.

L’articolo de Il Fatto Quotidiano: l’Italia è al quarto posto per la produzione di frutta e verdura contaminati da sostanze chimiche pericolose

Andiamo all’articolo de Il Fatto Quotidiano che, a nostro modesto avviso, è una ‘bomba’ che dovrebbero leggere tutti gli amanti delle ciliegie e, in generale, della frutta. “La contaminazione di frutta con pesticidi pericolosi è aumentata del 53% in Europa tra 2011 e 2019 e l’Italia è uno dei Paesi in cui questi contaminanti sono più utilizzati: lo denuncia il Rapporto ‘Forbidden Fruit’ di Pan (Pesticide Action Network) Europe, una ong che non prende finanziamenti dall’industria chimica e ha studiato oltre 97mila campioni di frutta coltivata nell’Ue. I ricercatori si sono concentrati sui 55 agenti chimici più pericolosi utilizzati per produrre centinaia di pesticidi diversi, inclusi fungicidi, erbicidi e insetticidi”. Si tratta di sostanze che l’Unione europea ha classificato come “altamente tossiche per l’uomo, gli animali e l’ambiente, ciascuna delle quali causa uno o più gravi impatti, come cancro, deformità alla nascita o malattie cardiache”. Scopriamo così che l’Italia è al quarto posto per la produzione di frutta e verdura contaminati da sostanze chimiche “pericolose”. Pensate un po’: in Italia il 21% dei frutti esaminati è risultato contaminato da veleni chimici che, ovviamente, danneggiano la salute. Peggio dell’Italia solo Belgio (34%). Irlanda (26%) e Francia (22%). Persino la Germania – che fino a qualche anno fa era un Paese attentissimo alla salute e alla salubrità degli alimenti – si è ormai ‘sbracata’, con un tasso di frutti inquinati che raggiunge il 20%!

Tre anni fa la metà di tutte le ciliegie prodotte nell’Unione europea era contaminata. Qual è la situazione quest’anno? La presenza del fungicida Tebuconazole che sembra essere collegato  a problemi in gravidanza e nello sviluppo del feto 

Siamo arrivati alle ciliegie, con dati che fanno paura. Ebbene, nel 2011 il 20% delle ciliegie dell’Unione europea risultava inquinato; nel 2019 il dato è impressionante: la metà di tutte le ciliegie prodotte nell’Unione europea risultavano contaminate. Siamo nel 2022: la situazione è migliorata o è peggiorata? Noi notiamo l’aumento dell’offerta di ciliegie che si vede in giro: ciliegie ovunque, fino a tirartele in testa! Non è difficile capire quello che potrebbe essere successo: siccome la ciliegia si vende, anzi, si vendeva bene (fino allo scorso anno fa 4 a 6 euro al kg, con prezzi molto più elevati per le primizie e per le ciliegie tardive, oggi anche a meno di 3 euro al kg…), ci sarà stata una corsa alla coltivazione del ciliegio, ovviamente con le solite ‘forzature’ che provocano un aumento di insetti dannosi e di altre patologie: da qui il ricorso alla chimica in agricoltura. Già, la chimica. “Nelle ciliegie – leggiamo sempre su Il Fatto Quotidiano – sono stati rilevati alte quantità di Tebuconazole, un fungicida autorizzato in Europa ma che il rapporto denuncia essere collegato a problemi in gravidanza e nello sviluppo del feto: secondo il Centro comune di ricerca dell’Ue ‘altera il sistema endocrino e non esiste un livello di esposizione sicuro’. Nei nove anni studiati, i frutti più contaminati sono stati le more (51% dei campioni inquinati), le pesche (45%), le fragole (38%), le ciliegie (35%) e le albicocche (35%). I pesticidi pericolosi nelle mele – frutta più resistente che ha meno bisogno di prodotti chimici – sono aumentati dal 16% al 34% e nelle pere si è passati dal 25% al 47%. Nel 2019, l’87% delle pere prodotte in Belgio era contaminato da almeno una di esse e l’85% in Portogallo. Allo stesso modo, è stato colpito il 74% delle ciliegie coltivate in Spagna. Nel complesso, mentre nel 2011 è stato riscontrato che il 6,4% della frutta era contaminato da almeno due di questi pesticidi più tossici, questa percentuale è salita al 10,2% nel 2019″.

Siamo sicuri che i controlli sulla salubrità delle ciliegie siano perfetti?

La prima domanda che vogliamo porre è: qualcuno sta controllando la salubrità delle ciliegie che si vedono in giro, considerato che tre anni fa il 50% delle ciliegie prodotte nell’Unione europea risultavano inquinate? Da dove arrivano tutte queste ciliegie? Come sono state coltivate? E’ lecito porre queste domande? L’informazione serve anche per questo, no? I giornali specializzati in agricoltura in generale e frutticoltura in particolare ci raccontano che, per l’Italia, quella di quest’anno sarà una grande annata per le ciliegie. Ne siamo felici. Sono due le Regioni italiane dove si producono molte ciliegie: l’Emilia Romagna e la Puglia. Rispetto alle ciliegie prodotte in altri Paesi europei ci fidiamo di più. A patto che ci sia la garanzia che si tratti di ciliegie italiane. Chi è che fornisce questa garanzia, oggi? I cartellini della Grande distribuzione organizzata? I titolari dei piccoli negozi artigianali? Forse sarebbe bene trovare soluzioni adeguate a tutela dei consumatori, vista l’alta percentuale di ciliegie contaminate presenti nell’Unione europea. E sarebbe anche interessante sapere se in Emilia Romagna e in Puglia, per produrre ciliegie, hanno utilizzato prodotti chimici, quali e quando. E’ chiedere troppo?

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