Elezioni Palermo e Sicilia: il PD si nasconde dietro l’antimafia di facciata. La ‘disperazione’ dei parlamentari grillini in uscita

21 maggio 2022
  • Una brutta campagna elettorale, quella che va in scena in Sicilia. Il centrosinistra, cosciente della propria irrilevanza politica, solleva polveroni antimafiosi di maniera, mentre i parlamentari grillini con due legislature alle spalle stentano a prendere atto che dovranno lasciare  
  • Invece di parlare dei problemi della città, il centrosinistra rilancia su mafie antimafie: solita musica
  • La Palermo amministrata per dieci anni dal centrosinistra è stata trasformata in un grande ‘appaltificio’, perdendo di vista i problemi reali dei cittadini  
  • La sinistra dovrebbe o no occuparsi degli ultimi?
  • I parlamentari grillini che appoggiano candidati in liste alternative alla lista del Movimento 5 stelle: e abbiamo detto tutto!

Una brutta campagna elettorale, quella che va in scena in Sicilia. Il centrosinistra, cosciente della propria irrilevanza politica, solleva polveroni antimafiosi di maniera, mentre i parlamentari grillini con due legislature alle spalle stentano a prendere atto che dovranno lasciare  

Per PD e grillini, in Sicilia, non è una bella campagna elettorale. Il partito Democratico teme l’irrilevanza politica al comune di Palermo, forse in altri Comuni e, soprattutto, alle elezioni regionali di di Novembre. Tra i parlamentari del Movimento 5 Stelle si avverte il mal di poltrona: in questo schieramento politico non si possono esercitare più di due mandati parlamentari e buona parte dei parlamentari nazionali e regionali sono in uscita perché stanno per completare il secondo mandato. In più non sanno cosa fare: Giuseppe Conte sta provando, tra mille difficoltà a rilanciare il Movimento: e non è detto che questo piaccia a tutti: soprattutto a chi penava di andarsi a sistemare nel PD, magari in un seggio sicuro con contestuale fine del Movimento 5 Stelle. Questo è, potrebbe essere, era – non sappiamo cosa scrivere di preciso – il sogno dei grillini che fanno parte del Governo di Mario Draghi. Solo che Conte, a rilanciare il Movimento, ci sta pensando per davvero: e stando a quello che si sussurra, se dovesse avere problemi con il simbolo, ci metterebbe direttamente la faccia con una lista intestata al suo nome. del resto, da capo del Governo, si è guadagnato la credibilità, in parte per le cose che ha fatto, in parte per i disastri sociali ed economici che sta combinando il Governo dei ‘Migliori’, che ormai ha pressappoco lo stesso livello di credibilità di Biden negli Stati Uniti d’America…

Invece di parlare dei problemi della città, il centrosinistra rilancia su mafie antimafie: solita musica

Cominciamo con il PD. il partito, a Palermo e in Sicilia, è alla disperazione. Basti osservare la campagna elettorale che hanno impostato sulle elezioni comunali di Palermo: contenuti politici quasi a zero e solo le solite polemiche su mafia & antimafia. Quasi che, sollevando polveroni ora su Totò Cuffaro, ora su Marcello Dell’Utri, ora direttamente sul candidato del centrodestra, Roberto Lagalla i palermitani, quasi per magico incanto, si dimenticheranno dei disastri provocato alla città da dieci anni di governi di centrosinistra. non c’è bisogno di descrivere la Palermo di oggi: si racconta da sé. Non potendo – e forse non sapendo nemmeno cosa proporre – il centrosinistra cittadino sta approfittando della commemorazione del trentennale dell’uccisione del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta per sollevare polveroni mediatici. Non capendo, o meglio, facendo finta di non capire che i cittadini – soprattutto oggi che Palermo è in ginocchio – vorrebbero risposte concrete sui problemi reali della città.

La Palermo amministrata per dieci anni dal centrosinistra è stata trasformata in un grande ‘appaltificio’, perdendo di vista i problemi reali dei cittadini  

C’è un dato che dovrebbe fare riflettere. In dieci anni di governi cittadino del centrosinistra mentre la città ha subito un degrado sociale, economico, amministrativo che è cresciuto di anno in anno, Palermo è stata trasformata in un grande ‘appaltificio’. Il fiume di denaro pubblico arrivato nel capoluogo siciliano negli ultimi dieci anni è impressionante. solo un miliardo e mezzo di euro, o giù di lì, per il Passante ferroviario; fra Tram e chiusura dell’Anello ferroviario dovremmo essere ben oltre i 500 milioni di euro; poi gli appalti in caduta libera per i collettori, quindi gli eterni appalti del porto, di cui si parla solo quando vengono messe su sceneggiate: come la recente ‘inaugurazione’ della nuova stazione marittima che non si capisce si è già aperta o ancora chiusa; tutti a parlarne bene. ma che bravi, ma che bella, dimenticando che ‘viaggia’ con un ritardo di quasi dieci anni, in compagnia di altre opere portuali in corso di realizzazione. Insomma, una tempesta di denaro pubblico – ribadiamo: a fiumi – che non si è vista nemmeno negli anni dell’Agensud. Se un centesimo – ribadiamo: un centesimo – del denaro pubblico speso per tutte queste opere pubbliche fosse stato speso per i poveri e i senza casa, oggi Palermo non avrebbe 2 mila e 500 famiglie circa di senza casa e una spaventosa povertà dilagante, con i centri che aiutano i poveri – soprattutto sul fronte alimentare – che lavorano quasi come catene di montaggio. La cosa incredibile è che, a fronte del fallimento integrale delle politiche sociali del comune di Palermo, la montagna di denaro pubblico spesa in questi anni ha partorito solo due ‘topolini’: 15 km di un allucinante Tram con le carrozze che gitano quasi vuote per molte ore del giorno ad un costo annuo di 10 milioni di euro e la citata e celebrata stazione marittima che non si capisce se, dopo l’inaugurazione in pompa magna di qualche settimana fa, sia in funzione o meno.

La sinistra dovrebbe o no occuparsi degli ultimi?

Questo è il vero tema che il centrosinistra cittadino dovrebbe spiegare alla città: da una parte una montagna di appalti pubblici senza costrutto; dall’altra parte una montagna di poveri e di senza casa in crescita esponenziale. La sinistra dovrebbe o no occuparsi degli ultimi? Stamattina siamo stati costretti a ricordare al Sunia di Palermo che dei senza casa, in città, si sono occupati, in solitudine, Tony Pellicane e Nino Rocca; siamo stati costretti a farlo perché, leggendo un comunicato, sembrava che ad occuparsi dei senza casa della città, in questi anni, sia stato solo il Sunia. Invece di affrontare questi temi – e dell’altra ondata di appalti, altri 700 milioni di euro per linee di Tram progettate non si capisce come e da chi (l’analisi economica è stata mai fatta? le nuove linee sono ‘sostenibili’ come gli attuali 15 Km di Tram? l’Anello ferroviario è economicamente sostenibile?) – si parla di mafia e antimafia. O meglio, sono gli esponenti di un fallimentare centrosinistra che parlano di mafia e di antimafia. Un polverone sollevato – perché alla fine il vero problema è questo – per nascondere la propria irrilevanza politica. Sarà così anche alle elezioni regionali? La verità è che hanno amministrato per quasi dieci anni la Regione siciliana e l’hanno massacrata; hanno amministrato per dieci anni Palermo e la città cade a pezzi. Dove arrivano questi sembra che siano passati i Lanzichenecchi! E ora vivono con terrore la presenza di una lista di vera sinistra – Potere al Popolo! – che potrebbe intercettare il voto fino ad oggi appannaggio di PD e Rifondazione comunista (partito che a Palermo di comunismo ne ha rifondato molto poco…).

I parlamentari grillini che appoggiano candidati in liste alternative alla lista del Movimento 5 stelle: e abbiamo detto tutto!

Poco da dire sui grillini. I parlamentari con due legislature debbono andare a casa. A meno che non cambino le carte in tavola. Intanto si assiste a scene incredibili: i parlamentari grillini che, al Comune di Palermo, sostengono candidati presenti nelle liste alternative alla lista ufficiale del Movimento 5 Stelle. Un tentativo per ostacolare il lavoro di Giuseppe Conte che sta provando a rilanciare il Movimento? Già i grillini ne hanno combinate di tutti i colori. nati per cambiare tutto, sono diventati i più fedeli seguaci della vecchia politica. Anzi Conte sta provando a ridare un po’ di dignità politica al Movimento, provando a contrastare il capo del Governo Draghi sulla folle guerra in Ucraina e su altre questioni. Ma è chiaro che nel Movimento  Stelle si avvicina la resa dei conti tra ci sta cercando di salvare almeno alcuni valori politici centrali del Movimento e chi, invece, pensa solo alla propria poltrona. Più si avvicineranno le elezioni politiche, più aumenteranno le fibrillazioni e le contraddizioni.

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